Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

FAR RIDERE CON CARTA E PENNA

FAR RIDERE CON CARTA E PENNA FAR RIDERE CON CARTA E PENNA
FAR RIDERE CON CARTA E PENNA
“Fare piangere è meno difficile che far ridere. Per questo, teatralmente parlando, preferisco il genere farsesco. Sono sicuro che il dramma della nostra vita, di solito, si nasconde nel convulso di una risata, provocata da un'azione qualsiasi che a noi è parsa comica. Sono convinto che spesso nelle lacrime di una gioia si celino quelle del dolore. Allora la tragedia nasce e la farsa, la bella farsa, si compie.” (Eduardo De Filippo)

La comicità, si sa, non è fatta di sole parole. Anche la più semplice barzelletta o la più banale freddura hanno un effetto totalmente diverso se sono accompagnate o meno da un determinato gesto, una particolare espressione o un preciso tempismo.
Da qui, è facile capire quanto sia complicato, anche per un comico di successo, riportare la sua abilità in un libro, riuscendo a far ridere servendosi solo di carta e penna e si comprende perché siano davvero pochi quelli che decidono di cimentarsi.

Se si escludono la comicità più bassa e demenziale – fatta per lo più di stereotipi e volgarità, di effetto tanto facile e immediato quanto presto stancante – la satira e le raccolte di barzellette, sono due i sottogeneri stilistici del comico in grado, se abilmente utilizzati, di suscitare il riso anche attraverso le pagine di un testo: il gioco di parole e il surreale.


Maestro italiano della prima categoria è, senza ombra di dubbio, Alessandro Bergonzoni.
Cabarettista, drammaturgo, scrittore e, soprattutto, paroliere, Bergonzoni ha fatto della sua maestria nel giocare col linguaggio, per creare situazioni assurdamente e paradossalmente comiche, la propria cifra stilistica, tanto a teatro – imperdibili, solo per citare i suoi ultimi spettacoli, Nel, Urge e Nessi – quanto nella letteratura.
Con il suo primo romanzo, Le balene restino sedute – oggi, ingiustamente, non più ristampato – vinse, nel 1990, il premio come miglior libro comico dell’anno; nel suo ultimo lavoro, Aprimi cielo, raccoglie oltre dieci anni di ricerca svolti sulle pagine del Venerdì di Repubblica, svelando e riassumendo, così, tutta la sua abilità nel dare un senso “altro” ai vocaboli e nel giocare con i più diversi registri linguistici.



Quello che, invece, può essere considerato l’inventore della comicità nonsense italiana è Nino Frassica.
Fin dagli esordi televisivi con Renzo Arbore, Frassica ha fatto del creare personaggi, situazioni e battute surreali e fuori da ogni logica il proprio punto forte, riuscendo a portarlo avanti sempre con la stessa abilità nei suoi oltre quarant’anni di carriera, tra programmi televisivi e radiofonici, fiction, cinema e anche libri; Vipp. Tutta la veritàne è l’ultima sua pubblicazione, in cui ci fornisce un assurdo catalogo dei principali vip, un'indagine sulle persone famose, tutta giocata sul paradosso, l'esagerazione e l'assonanza linguistica.






Altri due interpreti di successo dell’umorismo surreale, in grado di riportarlo anche sulla carta, sono Gene Gnocchi e Antonio Rezza.
Il primo, cabarettista e conduttore televisivo, oggi ospite fisso di trasmissioni sportive e di attualità, ha il suo forte nelle freddure – celebre la rubrica quotidiana Il Rompipallone sulla prima pagina de La Gazzetta dello Sport – e nella capacità di inventare storie talmente fuori da ogni senso da sembrare, alla fine, vere; alcune di queste – personali e collettive, ma tutte ugualmente “apocrife” – sono raccolte nel suo ultimo libro Il gusto puffo.
Antonio Rezza, invece, regista e attore, nonostante abbia sempre fatto della mimica facciale, della gestualità, dell’interazione con il pubblico e con gli oggetti di scena, della modulazione della voce e del gioco con i tempi comici, le componenti imprescindibili del suo stile, grazie alla sua capacità di giocare con il linguaggio e di mischiare l’alto con il basso riesce a scatenare la risata anche servendosi della sola scrittura, come ci dimostra Non cogito ergo digito, il suo “romanzo a più pretese” .

     


Parlando di comicità surreale e nonsense è impossibile, poi, non parlare di due personaggi nati entrambi in televisione, consacrati da Nino Frassica come suoi eredi e che, recentemente, si sono cimentati anche nella scrittura di un libro.
Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, con il suo libro Libro scrive una vera e propria autobiografia del personaggio televisivo e del suo creatore. Una narrazione sempre ironica e irrazionale, nella quale anche le riflessioni più intime e serie del Marcello autore passano in qualche modo in secondo piano davanti ai numerosi aneddoti paradossali e improbabili presenti nella storia, che ci spiegano come sia nato Maccio Capatonda e tutto il mondo linguistico, le situazioni e i personaggi che lo hanno reso celebre.




Valerio Lundini, autore e conduttore televisivo, creatore e interprete di corti, sketch e spettacoli, ha raccolto i migliori dei suoi pezzi in Era meglio il libro, permettendoci di ritrovare all’interno tutto quel surreale e quella comicità che trascende ogni logica che caratterizzano il suo programma di successo Una pezza di Lundini.









A metà fra satira – dell’attualità e del giornalismo tradizionale – e comicità surreale c’è, poi, il sito Lercio.
In un’epoca, oggi come non mai, dominata dalle fake news e dal sensazionalismo, le ventitré menti dietro Lercio fanno il verso a tutto questo, creando clamorose e iperboliche false notizie dell'ultima ora.
Ma, con gli anni, non hanno potuto evitare di rendersi conto che, ormai, la realtà è diventata più paradossale della sua stessa parodia. Ed ecco che nel loro ultimo libro, Vero o Lercio?, il gruppo si è cimentato in un divertente esperimento, mettendo insieme cento notizie, alcune vere e altre “lerce”, e sfidando il lettore a districarsi e a distinguere le une dalle altre.


La parodia e l’estremizzazione della realtà, come abbiamo visto, sono sicuramente delle costanti nella comicità di ogni epoca e di ogni genere; cambiano, così, i mezzi di comunicazione utilizzati, si passa dal palcoscenico di locali e teatri ai video autoprodotti e pubblicati sui social network, ma questi restano i contenuti più utilizzati e di maggiore e più facile riuscita.
E proprio l’abilità nell’utilizzare tali forme d’ironia è alla base del successo di due gruppi comici creatori di video umoristici sui loro canali Youtube e autori di libri di recente uscita, Casa Surace e The Jackal.

     


Scrivere un libro è senza ombra di dubbio un banco di prova importante per un comico.
Alla fine di questo nostro breve percorso – in cui abbiamo scelto di parlare solo di personaggi contemporanei, non toccando i grandi maestri della comicità del passato, loro forse sì in grado di far ridere con qualsiasi mezzo – possiamo affermare con certezza che il far ridere è una cosa seria; una scienza esatta della quale bisogna conoscere teoremi, leggi, assiomi e corollari per poterla maneggiare.
Perché, citando il Marchese del Grillo interpretato dal grandissimo Alberto Sordi: “Quando si scherza bisogna esser seri”.

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.