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NULLA SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA DI LEI

NULLA SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA DI LEI NULLA SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA DI LEI
NULLA SAREBBE STATO POSSIBILE SENZA DI LEI
Il 30 aprile 2022 sarà il giorno dedicato alla beatificazione di Armida Barelli, una delle fondatrici della nostra Università e figura femminile di riferimento del primo Novecento.
L'occasione ci permette di approfondire e conoscere meglio il personaggio, la sua tenacia e il suo impegno nel voler diffondere i valori in cui credeva fermamente; infatti Nulla sarebbe stato possibile senza di lei come recita il titolo della graphic novel a lei dedicata.
Figlia di una famiglia dell'alta borghesia milanese poco incline ai dettami religiosi, la Barelli conobbe la fede nel suo soggiorno scolastico presso le suore della Santa Croce di Menzingen in Svizzera e il successivo incontro con padre Agostino Gemelli fu decisivo nel suo percorso spirituale che consacrò la sua vocazione religiosa e la volontà di esportare per il mondo la parola dei cattolici. L'importanza per la conoscenza, la diffusione delle idee, in particolar modo alle giovane generazioni, e la formazione di alto livello portarono, grazie agli sforzi e la testardaggine di Armida, alla creazione nel giro di pochi anni della Gioventu' femminile, la casa editrice Vita e Pensiero e sopratutto la fondazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore che ha da poco festeggiato il centenario. Mente attiva e volontà instancabile portarono la Barelli nel corso della sua vita alla creazione di opere legate alla diffusione dell'apostolato attivo in modo da avvinare i laici alla liturgia come successivamente sancì anche il Concilio. Dopo una lunga malattia, il 15 agosto 1952, si spense a Marzio in provincia di Varese e le sue spoglie riposano presso la cripta della cappella dell'Università Cattolica.
Per conoscere ancora meglio la figura di Armida Barelli vi rimandiamo alla lettura di due biografie a lei dedicate, la prima Armida Barelli una donna fra due secoli di Maria Sticco, sua storica collaboratrice e la seconda La zingara del buon Dio di Ernesto Preziosi, accademico italiano che ha seguito come vicepostulatore la beatificazione di Armida Barelli.

     

                                                                                            

L’importanza della diffusione delle idee ai giovani fu un punto cardine dell’attività della Barelli e Barbara Pandolfi, docente anch’essa impegnata nella causa di beatificazione, prova a farcelo capire meglio nel suo volumetto Vivi una vita piena, nel quale ci racconta la sua esperienza e la sua vicinanza ai giovani. Scritto a mo’ di lettera, in questo libretto si parla del suo modo innovativo di vivere la fede ed esorta le giovani generazioni a vivere con coraggio e passione lasciandosi coinvolgere nei contesti in cui vivono, pienamente immersi nella quotidianità, attraverso un invito rimasto impresso in molte generazioni di giovani: "Non accontentatevi di essere buoni alla buona, lavorate senza posa, ma soprattutto amate, amate amate".



Femminista ante litteram, Armida Barelli operò in un’epoca nella quale il ruolo delle donne era ancora relegato ai margini della società, non potevano votare nè avere rappresentanza nelle istituzioni; per questo il suo impegno è ancora più importante alla luce degli sviluppi della società e ce ne parla Maria Rosaria Del Genio nel suo libro Donne nuove. In un contesto storico dove - le ‘signorine’ vivevano solo aspettando il matrimonio e passavano le giornate a ricamare enormi corredi -, la Barelli cercava di cambiare questi comportamenti e spronava le donne a impegnarsi nelle attività sociali e poi politiche con cui erano chiamate a confrontarsi, senza cedere alle mode e anzi andando contro corrente.






L’incontro con padre Agostino Gemelli fu decisivo per la crescita spirituale di Armida e per quella spinta propulsiva che ha portato i due alla creazione dell’Università Cattolica.
Chi era Gemelli lo spiega chiaramente il prof.Luciano Pazzaglia nel suo libro La conversione di Gemelli. Partendo dalla sua infanzia e gli studi presso il liceo-ginnasio Parini, si passa per gli studi di medicina all’Università di Pavia dove si avvicinò ai movimenti socialisti arrivando al 1903, anno in cui decise di sposare la fede cattolica ed entrare nell’Ordine dei Frati Minori di San Francesco. Attraverso la ricostruzione del processo di conversione, che ha aperto un doloroso conflitto con la famiglia, si arriverà a comprendere il travaglio interiore, le inquietudini e i tormenti che questa scelta ha comportato in Edoardo, questo il suo vero nome, sempre molto reticente al racconto di questa sua esperienza.




L’Università Cattolica fu per Armida Barelli il più grande orgoglio della sua vita frutto di energie spese e tanto lavoro di dedizione alla causa ma la Cattolica, oltre che rinomato polo accademico e anche un pezzo di storia dell’arte e dell’architettura di Milano e nel volume L’Università Cattolica e il complesso monastico di Sant’Ambrogio a cura di Marco Rossi e Alessandro Rovetta possiamo capirne il motivo. Corredato da numerose immagini d’epoca e foto recenti, in questo volume si ricostruisce il percorso architettonico della sede dell’Università partendo dalla costruzione dei famosi chiostri del Bramante, passando per gli sviluppi costruttivi in epoca moderna per arrivare all’imponente restauro dei primi del Novecento dell’architetto Giovanni Muzio.





Il racconto della vita di Armida Barelli e, in qualche modo, dell'Università Cattolica, ci permette di conoscere una figura di primo piano della cultura italiana del Novecento che, con cuore di donna, ha svolto un ruolo fondamentale e coraggioso nella nascita della nostra Università.















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