Salerno: Aculei

Fare la pace. Vincitori e vinti in Europa

di Sergio Valzania

editore: Salerno

pagine: 134

"Le paci", non le "guerre": questo il rovesciamento di prospettiva che propone Sergio Valzania. Non si tratta di un percorso convenzionale. Al contrario: la fase della soluzione dei conflitti e della ricerca di nuovi assetti di convivenza viene di solito trascurata, ma la sua forza epica è solo in apparenza minore. Dalla visione della pace appartenuta alla Grecia classica, che la interpretava come una situazione di equilibrio in un contesto di rivalità permanente fra le poleis, alla conferenza di Washington del 1921. Un insolito punto di vista per un excursus sulla storia d'Europa che mostra come la pace non sia un momento di pausa tra una guerra e l'altra, ma richieda un impegno e una consapevolezza spesso maggiori rispetto al conflitto. La pace rappresenta un obiettivo da conquistare con determinazione, pazienza e perseveranza; il suo conseguimento, e più ancora la sua difesa, costituiscono un successo politico, a volte il maggiore che un uomo di Stato possa sperare di ottenere. Presentazione di Alessandro Barbero.
12,00

Fascismo. Condanne e revisioni

di Gustavo Corni

editore: Salerno

pagine: 133

Dal predominio del "paradigma antifascista" all'interpretazione del fascismo proposta da Renzo De Felice, Gustavo Corni ricostruisce l'evoluzione della storiografia contemporanea dal 1945 ad oggi. La sua analisi pone al centro dell'attenzione temi quali l'importanza della Resistenza, il consenso verso il regime fascista, i rapporti fra regime e poteri forti dell'economia. Dopo la fine della cosiddetta "prima Repubblica" il paradigma antifascista ha subito colpi ancora più duri, in un clima politico e culturale radicalmente cambiato. I "revisionismi" sono all'ordine del giorno, suscitando polemiche ma anche forti consensi nel pubblico. In un contesto culturale meno ideologizzato che in passato, ci si deve chiedere se sia possibile costruire percorsi di lettura della nostra storia recente più liberi da condizionamenti politici e di partito. Presentazione di Alessandro Barbero.
12,00

I templari e la Sindone. Storia di un falso

di Andrea Nicolotti

editore: Salerno

pagine: 186

Qual era il misterioso idolo che i cavalieri Templari veneravano in segreto? Era forse la Sindone di Torino posseduta dall'Ordine sin dai tempi della IV crociata? Scampata all'arresto dei Templari e alla confisca dei loro beni ordinata da Filippo il Bello nel 1307, tenuta nascosta e sopravvissuta alla dissoluzione dell'Ordine, la Sindone sarebbe poi ricomparsa qualche decennio più tardi in una piccola chiesa nella diocesi di Troyes. A sostegno o a corollario di questa tesi vengono addotti documenti di vario genere e fonti inattendibili che lasciano spazio ad approssimazioni, errori, anacronismi e dimostrazioni fallaci. Andrea Nicolotti prende in esame ciascuna delle presunte prove e le sottopone al vaglio della critica storica. La conclusione è che questa teoria, come anche tutte le altre che pretendono di attribuire alla Sindone una storia medievale anteriore alla metà del XIV secolo, è fondata su fraintendimenti e manipolazioni dei testi. Il collegamento tra la Sindone, i Templari e le Crociate risulta pertanto del tutto indimostrato. Prefazione di Malcolm Barber.
12,50

Cristiani perseguitati e persecutori

di Cardini Franco

editore: Salerno

pagine: 186

I rapporti tra potere e società all'avvento dell'era cristiana
12,50

Faccia da italiano

di Matteo Sanfilippo

editore: Salerno

pagine: 145

Troppo spesso si tende a ridurre la storia dell'emigrazione italiana al periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, dimenticando che non soltanto questa continua ancora oggi, ma che si è formata in secoli di espatri. Altrettanto spesso si pensa che si sia formato nell'Ottocento il pregiudizio contro i nostri emigrati. In realtà la storia della rappresentazione negativa degli Italiani all'estero è un fenomeno di lunga durata, che deve essere compreso su un arco di tempo plurisecolare. Il ibro di Matteo Sanfilippo ricostruisce la genesi e le motivazioni dei pregiudizi contro gli Italiani, stratificati nel tempo e duri a morire (anche perché tuttora nulla si fa da noi per offrire al mondo una "faccia" diversa).
12,00

La congiura dei Fieschi. Un capodanno di sangue

di Gabriella Airaldi

editore: Salerno

pagine: 140

Scorre molto sangue la notte del 2 gennaio 1547 quando, nel totale fallimento della congiura dei Fieschi, la morte stronca la
16,00

Il burattinaio dell'ultimo zar. Grigorij Rasputin

di Marco Natalizi

editore: Salerno

pagine: 219

Nel momento più tragico di un Impero, un pellegrino, lussurioso e astuto, emerge dalla più profonda provincia siberiana e muove alla conquista di un pezzo di paradiso: il suo nome è Grigorij Efimovic Rasputin. Si presenta come carismatico mistico nei più esclusivi salotti di San Pietroburgo al cospetto di una generazione di russi disorientati. Lui si considera un santo. E molti lo vedono così. C'è però anche chi io ritiene un ambiguo contadino ignorante. Quale potere ha esercitato alla corte dello Zar e nell'Impero il "monaco errante"? Di quali protezioni gode? Di quali alleanze si serve? Quale è stato il suo ruolo nella catastrofe che, pochi mesi dopo la sua morte, travolge i Romanov? Accostarsi a Rasputin, a cento anni dalla sua tragica fine, significa avvicinare una leggenda.
13,00

La Chiesa in trincea. I preti nella grande guerra

di Bruno Bignami

editore: Salerno

pagine: 142

Due domande hanno tormentato la Chiesa nella Prima Guerra mondiale: cosa accade se la Chiesa, così impegnata a combattere la modernità, ne accoglie invece acriticamente uno dei tratti più peculiari, cioè il nazionalismo? Cosa succede se proprio coloro che hanno ricevuto una formazione antimodernista, i preti, finiscono in trincea al fianco di giovani coetanei in armi? Sposando l'idea moderna di Stato nazionale, i cattolici appoggiano l'uso delle armi con tutte le sue contraddizioni. Il fallimento del teorema della "guerra giusta" in favore dell'"inutile strage" è il caso emblematico di un problema aperto. La crisi dei preti reduci, che hanno vissuto la guerra in trincea, colpisce centinaia di ecclesiastici, molti dei quali abbandonano il seminario, la vita religiosa o il sacerdozio, testimoniando le trasformazioni operate dalla guerra sul modo di essere prete e sulla relazione con il mondo. Si scopre così che nell'"inutile strage" si è "consumato il divorzio" tra la Chiesa e la guerra e si sono "celebrate le nozze" della Chiesa con il mondo, nel senso evangelico di luogo non da condannare ma da amare. Oggi, nel centenario del conflitto, papa Francesco ha ammonito che l'anniversario è da annoverare tra le giornate di lutto: perché "tutto si perde con la guerra e nulla si perde con la pace".
12,00

Afghanistan. Il grande gioco 1914-1947

di Eugenio Di Rienzo

editore: Salerno

pagine: 160

Per la sua eccezionale posizione geopolitica di crocevia dell'Asia e di ponte naturale tra Medio Oriente e Subcontinente indiano, l'Afghanistan fu sempre terra di conquista e di competizione politica. Dal 1813 al 1907 le montagne e gli aridi altopiani afghani divennero la scacchiera del Great Game, un conflitto a "bassa intensità" combattuto prevalentemente con le armi dello spionaggio, dell'intrigo e della corruzione da militari e agenti segreti inviati da Londra e da San Pietroburgo, la cui posta era costituita dal possesso del "gioiello" del British Empire (l'India). Il tuono dei "cannoni d'agosto" del 1914 diede il via alla Grande Guerra e segnò l'inizio di una nuova versione del "Grande Gioco". Negli anni Trenta del Novecento furono il Terzo Reich, l'Unione Sovietica e l'Italia fascista ad attuare una penetrazione in Afghanistan che doveva consegnare nelle mani di Hitler, Stalin e Mussolini l'avamposto da cui far partire l'avanzata delle tre dittature verso l'Asia meridionale. Dopo il decennio dell'occupazione sovietica, il regime teocratico talebano, l'invasione statunitense del 2001, la partita continua ancora oggi nell'area che è stata definita il "Grande Scacchiere" dove si deciderà il conflitto per la supremazia globale.
12,00

Luxuria. Eros e violenza nel Seicento

di Oscar Di Simplicio

editore: Salerno

pagine: 169

Montorgiali, sperduto borgo maremmano, ai tempi della Controriforma e dell'Inquisizione. Un sacerdote colto e brutale, rettore della pieve per oltre un ventennio, intesse attorno a sé una rete di connivenze e omertà, condiziona l'esistenza dei parrocchiani, prevarica vite e beni. Le sue azioni ricostruite attraverso uno sconcertante documento: una cronaca giudiziaria coeva - rivelano un complesso insieme di valori e disvalori: forza virile, generosità e avarizia; fornicazione, amore coniugale e paternità; pedofilia e sodomia. La personalità del protagonista trascende fino alla patologia. Ma quali furono le risposte emozionali degli stessi abitanti? Come poterono a lungo sopportare, timorosi, le angherie di un tale "diavolo vestito da prete"? Le ragioni della condotta umana sono elusive e sfidano l'analisi storica. In Luxuria vengono sollevati interrogativi attingendo alle più recenti ricerche di discipline quali la neurobiologia e le scienze cognitive: l'istinto degli uomini è portato al bene o al male? E quanto devono alla cultura, quanto alla natura?
12,00