Salerno: Piccoli saggi
Traduzioni e traduttori arabi dall'VIII all'XI secolo
di Mirella Cassarino
editore: Salerno
pagine: 160
Da Giuda a Manzoni. Personaggi inquietanti tra storia, religione e letteratura
di Orvieto Paolo
editore: Salerno
pagine: 201
Il libro propone cinque irriverenti "medaglioni" dedicati ad altrettanti personaggi "inquietanti", dislocati in varie epoche,
Alessandro Magno. Eroe arabo nel Medioevo
di Marco Di Branco
editore: Salerno
pagine: 150
Il personaggio di Alessandro Magno è una delle grandi figure storiche che abbandonano presto il palcoscenico della storia per raggiungere la sfera del mito. E tuttavia, questa mitizzazione del conquistatore macedone sembra essere un elemento non esclusivo dell'Ellenismo, che pure individua in lui il proprio ineguagliabile campione: dall'Egitto all'Himalaya, dalla Britannia all'Uzbekistan, la leggenda di Alessandro si è in realtà propagata in tutto il mondo, trasformando il personaggio storico nell'ultimo degli eroi greci, una delle più sfavillanti icone mitiche elaborate dal pensiero umano. Alla creazione di tale mito ha certamente contribuito il Romanzo di Alessandro, che trasfigura in epiche imprese anche quelle che il suo protagonista aveva forse solo sognato di compiere. Questo eccezionale bestseller dell'Antichità, composto originariamente in greco, fu letto, copiato, rielaborato e tradotto senza soluzione di continuità, dall'età ellenistica fino alle soglie dell'età contemporanea. E fu proprio per suo tramite che la leggenda di Alessandro raggiunse l'Oriente: del Romanzo, infatti, vennero prodotte versioni in mediopersiano, siriaco, armeno, etiopico, copto, arabo, ebraico. Ma la fortuna della figura di Alessandro nel mondo orientale è soprattutto legata alla cultura musulmana, fortemente attratta dal grande conquistatore greco.
Il futurismo tra cultura e politica. Reazione o rivoluzione?
di Angelo D'Orsi
editore: Salerno
pagine: 344
Un secolo fa, nel febbraio 1909, veniva dato alle stampe il "Manifesto" con cui nasceva una delle ultime avanguardie artistiche: il futurismo. L'inizio di un tragitto che avrebbe visto intrecciata indissolubilmente la vicenda del movimento a quella del suo fondatore Marinetti. Il futurismo espresse subito una forte passione politica modernizzatrice: le "masse agitate dal lavoro e dalla sommossa", la guerra "sola igiene del mondo", le "belle idee per cui si muore", il "disprezzo della donna", ma anche la sua emancipazione. La fase "eroica" si esaurì con la Grande Guerra, che condusse al sodalizio Marinetti-Mussolini. Il "teppista" diventò così uomo di potere, l'avanguardista che voleva chiudere musei e accademie indossò gli abiti di "accademico" d'Italia. Solo la morte, nel 1944, gli impedì di giungere all'onta della disfatta senza onore del regime fascista e della Repubblica Sociale Italiana. Il libro affronta i temi principali del rapporto tra futurismo e politica, anche alla luce delle analisi di A. Gramsci, mettendone in luce i diversi, contraddittorî aspetti, dando spazio alle componenti di sinistra del movimento, ben presto emarginate.
Le cento novelle contro la morte. Giovanni Boccaccio e la rifondazione cavalleresca del mondo
di Franco Cardini
editore: Salerno
pagine: 160
Presentazione di Mario Martelli
Il sommo inquisitore. Giulio Antonio Santori tra autobiografia e storia (1532-1602)
di Saverio Ricci
editore: Salerno
pagine: 448
Giulio Antonio Santori (1532-1602) fu uno dei maggiori esponenti del Santo Uffizio dell'Inquisizione e artefice dei più clamorosi processi per eresia contro personaggi illustri, tra cui si annoverano cardinali (Giovanni Morone), filosofi (Giordano Bruno, Tommaso Campanella), sovrani (Enrico IV di Francia). Le ricerche condotte su materiali in gran parte inediti o addirittura sconosciuti consentono di tratteggiare oggi la singolare biografia di Santori. Egli si formò negli uffici dell'Inquisizione di Napoli e Caserta in anni tragici e convulsi, diede la caccia a eretici di elevato rango sociale e alcuni di costoro lo contraccambiarono con avvertimenti minacciosi, ritorsioni e imboscate, fino al punto di coinvolgerlo in un complotto con Pio IV.