Becco Giallo: Cronaca storica
Volo senza un grido. La lotta di Licia Pinelli
editore: Becco Giallo
pagine: 144
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 Licia Rognini perde il marito Giuseppe, militante anarchico ritenuto responsabile
Il sequestro Moro
di Paolo Parisi
editore: Becco Giallo
pagine: 144
Il 16 marzo del 1978 un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della DC Aldo Moro mentre si reca in Parlamento per votare la fiducia al nuovo governo Andreotti appoggiato dal PCI. Gli uomini della scorta vengono barbaramente assassinati e per 55 lunghi giorni l'opinione pubblica mondiale rimane col fiato sospeso.Le lettere a firma Aldo Moro provenienti dal carcere del popolo si alternano a drammatici ultimatum dei brigatisti, che pretendono un riconoscimento politico del loro movimento. Prevale però la linea della DC e del PCI: bisogna rifiutare ogni compromesso.Il cadavere rannicchiato di Aldo Moro viene ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, abbandonata simbolicamente a metà strada fra Piazza del Gesù e Botteghe Oscure.
Dimenticare Tiananmen
di Davide Reviati
editore: Becco Giallo
pagine: 176
"Quanti fiori caddero, nessuno poté sapere." Recita così una poesia della dinastia Tang, e basta questo verso a definire che cosa è rimasto di Tiananmen vent'anni dopo: silenzio da un lato, ostinazione dall'altro. La notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 l'esercito cinese muove dalla periferia verso Piazza Tiananmen per reprimere la protesta pacifica di studenti, intellettuali, operai, cittadini comuni che da settimane manifestano per la libertà e la democrazia. In poche ore va in scena un tremendo massacro, rimasto scolpito nella memoria collettiva di tutto il mondo nonostante l'azione di censura e disinformazione messa in atto dal Governo Cinese.
ThyssenKrupp. Morti speciali S.p.A.
editore: Becco Giallo
pagine: 144
Condizioni di sicurezza precarie, turni massacranti, e all'improvviso un incendio che si porta via 7 operai
Chernobyl
di Paolo Parisi
editore: Becco Giallo
pagine: 128
Chernobyl, una storia dimenticata. Eppure metafora perfetta del mondo che ci circonda, del rapporto che l'uomo ha con la tecnologia, della costante disinformazione che ci colpisce a ogni nuovo disastro ambientale. All'una e ventitrè del 26 aprile 1986 il reattore numero quattro della centrale nucleare di Chernobyl, raggiunge nel giro di venti secondi, cento volte la sua potenza nominale. Nel cielo notturno dell'Ucraina si innalza un'enorme nube radioattiva che diffonde il suo carico letale. Il mondo si trova a fare i conti con la peggiore catastrofe tecnologica e ambientale nella storia dell'umanità.