EDT: Contrappunti
Claude Debussy. Il pittore dei suoni
di Stephen Walsh
editore: EDT
pagine: 370
A nessun compositore moderno riuscì come a Claude Debussy il miracolo di innovare dalle fondamenta il linguaggio musicale dell
Vita di Rossini
di Stendhal
editore: EDT
pagine: 431
Entrato in Italia al seguito di quelle armate francesi che ne avrebbero depredato palazzi e città, il giovane Stendhal scoprì
A lezione dai maestri. Arte, alchimia e mestiere nella direzione d'orchestra
di John Mauceri
editore: EDT
pagine: 275
Al centro di ogni spettacolo musicale che veda impegnata un'orchestra si trova immancabilmente un personaggio misterioso: è l'
Progressive rock. Ascesa e caduta di un genere musicale
di David Weigel
editore: EDT
pagine: 361
Il progressive rock è apparso come un terremoto sulla scena musicale britannica della fine degli anni Sessanta, arrivando in p
Dalla Scala a Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington
di Luca Bragalini
editore: EDT
pagine: 316
L'immagine sonora che molti appassionati di jazz tuttora associano a Duke Ellington si limita ai canonici tre minuti di musica
Remixing. Viaggi nella musica del XXI secolo
di Jace Clayton
editore: EDT
pagine: 192
Nel 2001, alle soglie dell'era di internet, Jace Clay-ton è uno sconosciuto dj di Boston trapiantato in Spagna
I primi 4 secondi di Revolver. La cultura pop degli anni Sessanta e la crisi della canzone
di Gianfranco Salvatore
editore: EDT
pagine: 398
Lo scopo di questo libro è di dar conto di una quantità di nuovi interessi, sia culturali sia esistenziali, della generazione che si trovò a compiere vent'anni durante gli anni Sessanta, e di mostrare come tali interessi fecero diventare inadeguato il modo in cui fino a quel momento la popular music, cioè l'espressione musicale delle culture popolari urbane, aveva concepito e costruito il suo modo di esprimersi attraverso le canzoni. E la "rivoluzione" (qualcosa che gira, revolving) di una generazione attorno a questi nuovi interessi a scatenare una rivoluzione delle sue forme espressive.
Richard Strauss dietro la maschera. Gli ultimi anni
di Giangiorgio Satragni
editore: EDT
pagine: 442
Un'ampia rilettura della biografia e del lascito musicale dell'ultimo Strauss che mette in luce quanto la sua estrema produzione destinata al teatro, solitamente ritenuta estranea ai tragici accadimenti storici contemporanei ed esempio di reticenza personale, nasconda in realtà una cifrata e profonda visione del mondo, dell'arte e della storia. Al cuore della propria ricerca Satragni pone la funzione del mito: chiave della vecchiaia di Strauss, in esso confluiscono vita e storia, commedia, tragedia e astrazione; è dietro la sua visione del mito che Strauss mette in atto un progressivo mascheramento a partire dalla "Elena egizia" (Die ägyptische Helena, 1928), per estendersi alla "Daphne" (1938) e all'"Amore di Danae" (Die Liebe der Danae, 1944). L'analisi di questi lavori è intrecciata ai significati riposti della commedia "La donna silenziosa" (Die schweigsame Frau, 1935) e alla sua indiretta valenza politica, nonché all'unica opera di soggetto storico, "Giorno di pace" (Friedenstag, 1938), nel contesto germanico degli anni Trenta. È attraverso questo ampio processo di decifrazione e scavo che l'autore giunge a mettere a fuoco la chiave di lettura del lascito artistico e intellettuale dell'ultimo Strauss, svelando tra l'altro le numerose allusioni nascoste in "Capriccio" (1942), la somma metateatrale dell'opera straussiana, e gettando al tempo stesso un fascio di luce retrospettivo sull'intero percorso creativo del compositore.
Mozart sulla soglia della fortuna. Al servizio dell'imperatore, 1788-1791
di Christoph Wolff
editore: EDT
pagine: 213
Sono sulla soglia della mia fortuna": è quanto scrisse Mozart in una lettera del 1790 al suo amico e confratello massone Michael Puchberg. Due anni prima l'imperatore d'Austria Giuseppe II lo aveva assunto al suo servizio in qualità di "compositore da camera della corte imperialregia", una carica prestigiosa, accompagnata da un buono stipendio e pochi obblighi lavorativi. Ma ciò che più deve avere contato per Mozart fu lo straordinario riconoscimento pubblico che questa nomina comportava, e che presto si sarebbe diffuso in tutta Europa. Un riconoscimento che lo incoraggiò a intensificare il lavoro e migliorò le sue prospettive future, facendogli intravedere una lunga e fortunata carriera. La notizia della sua improvvisa morte, un anno più tardi, colse di sorpresa l'intero mondo musicale e alimentò una ridda di speculazioni sulle condizioni e le cause di quel tragico evento, che continuò a influenzare la ricezione della sua opera musicale fino ai nostri giorni. Christoph Wolff, in questo libro, si pone la domanda: è possibile rileggere quegli ultimi quattro anni di vita creativa di Mozart senza fissare gli occhi sulla catastrofe della sua morte prematura? La straordinaria opera compositiva che fece seguito alla nomina imperiale, inaugurata dalle tre ultime sinfonie dell'estate 1788, invita a una profonda riconsiderazione complessiva. Wolff esamina i più importanti avvenimenti biografici e le implicazioni musicali dell'incarico alla corte viennese e prende in esame il concetto di "stile imperiale".
Storia naturale del pianoforte. Lo strumento, la musica, i musicisti da Mozart al modern jazz, e oltre
di Stuart Isacoff
editore: EDT
pagine: 338
In questo libro Stuart isacoff racconta come il pianoforte, complesso prodotto della tecnologia umana applicata alla musica, apparentemente freddo e meccanico, sia diventato nel corso degli ultimi tre secoli uno strumento senza paragoni per l'espressione delle emozioni e dello stile individuale di migliaia di artisti sotto tutte le latitudini e nelle più diverse condizioni materiali. Che si tratti della nascita di un concerto per pianoforte di Mozart in una locanda viennese o di un'esibizione di Chopin in un salotto parigino dell'Ottocento, della tournée di Sviatoslav Richter fra i contadini della Siberia o di Henri Herz fra i minatori della Corsa all'Oro, nessuno strumento quanto il pianoforte ha saputo far convergere lo spettacolo più popolare e sfrontato con la massima raffinatezza della ricerca musicale e stilistica, il virtuosismo trascendentale e la contemplazione intima e rarefatta. Isacoff racconta la personalità e la tecnica di centinaia di pianisti, molti dei quali poco noti al grande pubblico di oggi ma capaci in passato di godere di popolarità planetaria; dimostra quanto siano stati continui e fecondi gli incroci fra stili classici, popolari e jazz; divide i protagonisti di questa storia in vasti gruppi, creando accostamenti insospettabili, incurante delle divisioni storiche o di generi musicali, mostrandoci così che cosa può accomunare il suono di Debussy a quello di Thelonious Monk, la verve di Arthur Rubinstein alla tecnica di Cecil Taylor.
Gustav Malher
La vita, le opere
di La Grange Henry-Louis De
editore: EDT
pagine: 477
La musica di Mahler è al tempo stesso la più personale e una delle più universali che si possano immaginare: nessun compositor
Le forme sonata
di Charles Rosen
editore: EDT
pagine: 432
Mettendo a frutto la vasta esperienza di pianista concertista e il riconosciuto talento storiografico e critico, Charles Rosen affronta in questo libro la forma musicale che è il cuore e il cervello dello stile classico. Ne rintraccia le premesse nella musica di compositori come Scarlatti e C.P.E. Bach, per concentrare l'attenzione là dove essa raggiunge il suo culmine, con la triade Haydn, Mozart, Beethoven (ma anche con le varianti di grandi maestri come Schubert e Mendelssohn); ne indaga quindi le trasformazioni attraverso la generazione romantica fino alle esperienze novecentesche. Nella sua più ampia indagine sullo stile classico, Rosen aveva già scritto a proposito della forma-sonata: "Non è una forma definita come un minuetto, un'aria con da capo, o una ouverture francese; al pari della fuga, essa è un modo di scrivere, un senso per la proporzione, la direzione e la densità strutturale più che uno schema formale"; in questo libro approfondisce tale concezione, riconoscendo l'inadeguatezza delle definizioni e descrizioni ottocentesche e auspicando una loro riformulazione. Rosen respinge i metodi di definizione consolidati l'uso dei capolavori come modello o l'osservazione della prassi generalizzata di un dato periodo e pone la forma sonata a diretto confronto con le nuove condizioni sociali e culturali che nel diciottesimo secolo ne decretarono il successo, seguendone lo sviluppo attraverso le esigenze a cui ci si aspettava che dovesse rispondere.