Il mulino: Antropologia del mondo antico
Stranieri. Storie e immagini dell'altro nella cultura romana
di Mario Lentano
editore: Il mulino
pagine: 304
La scelta di Romolo, che dopo aver sconfitto i Sabini in guerra ne fa altrettanti cittadini romani, è solo il primo caso di un
Divinità in viaggio. Culti e miti in movimento nel Mediterraneo antico
editore: Il mulino
pagine: 280
All'interno del grande bacino mediterraneo, le religioni antiche viaggiano
Storia mitica del diritto romano
editore: Il mulino
pagine: 240
Perché alcune fra le più importanti istituzioni giuridiche di Roma antica appaiono così strettamente connesse a sensazionali r
Senza paradiso. Miti e credenze sull'aldilà greco
di Doralice Fabiano
editore: Il mulino
pagine: 278
In che modo gli antichi Greci si immaginavano l'aldilà? In una religione senza dogma come quella greca antica, molteplici risp
Questione d'autorità. Un'antropologia della «leadership» nella cultura greca
di Carmine Pisano
editore: Il mulino
pagine: 239
Che cos'è l'autorità nella Grecia antica? A lungo è stata negata la stessa esistenza di un termine greco che la definisca, e c
Nomen. Il nome proprio nella cultura romana
di Mario Lentano
editore: Il mulino
pagine: 236
Nel mondo romano la leva di un esercito iniziava sempre con soldati chiamati Valerius o Salvius perché considerati nomi di buo
La depressione è una dea. I romani e il male oscuro
di Donatella Puliga
editore: Il mulino
pagine: 238
Il male oscuro che chiamiamo depressione, e un tempo si definiva malinconia, non era estraneo all'antichità
Giuristi nati. Antropologia e diritto romano
editore: Il mulino
pagine: 231
Secondo la bella definizione di Dumézil, i Romani erano "giuristi per vocazione". A partire da un originale approccio antropologico, il volume vuole mostrare che il ius costituisce la più importante produzione culturale romana: una forma mentis che struttura il tempo, lo spazio, il linguaggio retorico, la letteratura, l'iconografia, le emozioni stesse. La prima parte, "Religione e diritto", affronta temi di carattere generale, ricostruendo attraverso un ampio ventaglio di fonti il senso che i Romani davano ai termini fas e ius e a personificazioni come Fides, Iustitia, Aequitas. Nella seconda parte, "Il ius in azione", si entra in quello che da Frazer a Lévi-Strauss è stato il terreno privilegiato dell'antropologia: i rapporti di parentela, colti qui nelle fonti giuridiche e nelle controversie retoriche.
Con i romani. Un'antropologia della cultura antica
editore: Il mulino
pagine: 459
Punto d'arrivo di un progetto che presenta in maniera sistematica le caratteristiche, le potenzialità e i risultati dell'antropologia applicata agli studi classici, il volume mette in luce il contributo fondamentale che essa può offrire alla comprensione della cultura greco-romana. Temi come il mito, il politeismo, il sacrificio, la magia, lo spazio, la parentela, il dono, l'amicizia, l'economia, gli animali, le piante, l'enigma, la metafora, l'immagine sono cosi sottoposti a una accurata disamina, in cui si privilegia una riflessione "interna", che sa staccarsi dall'orizzonte dell'osservatore per rimanere il più possibile vicina all'esperienza degli antichi. Ne emerge un panorama ricchissimo della mentalità, delle credenze e delle strutture profonde che reggevano la società romana, spesso in comparazione con la cultura greca.
Tornare al mondo
Resurrezioni, rinascite e doppi nella cultura antica
di Rocchetta Stefania
editore: Il mulino
pagine: 146
Una volta morti, fa dire Eschilo ad Apollo, "non c'è più modo di risorgere
Il limite del bisogno. Antropologia economica di Roma arcaica
di Cristiano Viglietti
editore: Il mulino
pagine: 385
Il libro indaga l'economia di Roma arcaica (dall'VIII agli inizi del IV secolo a. C.) in una originale prospettiva antropologica, evitando di proiettare sull'antico i paradigmi dell'economia moderna, ma facendo emergere - tramite un esame dettagliato delle testimonianze antiche - il sistema di logiche, credenze, pratiche culturali che la società romana dovette elaborare nei primi secoli della sua storia al fine di organizzare le sue forme di produzione, scambio e consumo dei beni materiali. L'economia romana di età arcaica si configura così non come una versione meno riuscita di quella tipica degli Stati occidentali moderni, ma come un peculiare, originale - e tutt'altro che rozzo - risultato della capacità dei Romani di costruire modelli di comportamento, tecniche, istituzioni in grado di garantire nel tempo la sussistenza della loro comunità.