Libri di A. Parmeggiani
La casa solitaria
di Ivo Andríc
editore: Crocetti
pagine: 144
In una casa isolata, affacciata sulla conca di Sarajevo, lo scrittore riceve la visita di alcuni personaggi che reclamano a gr
Goetz e Meyer
di David Albahari
editore: Einaudi
pagine: 120
A Belgrado un professore di lettere ebreo indaga negli archivi della seconda guerra mondiale per capire come mai l'albero genealogico della sua famiglia sia ridotto a un unico ramo, quasi secco. Nel corso delle sue ricerche trova traccia di Götz e Meyer, due giovani delle S.S. che furono mandati nell'estate del 1942 da Berlino a Belgrado con un compito preciso: trasportare gli ebrei dentro un camion ermeticamente sigillato, uccidendoli durante il tragitto tramite i gas di scarico. Sterminarono così 5000 ebrei serbi. Un romanzo di evidente matrice autobiografica che cerca di ricostruire un passato indicibile, di far fronte alla necessità di dare una figura, un corpo, agli esecutori del Male.
La donna sulla pietra
di Ivo Andríc
editore: Zandonai
pagine: 138
Come pochi altri scrittori Andric si rivela maestro nel suscitare gli interrogativi estremi dell'esistenza toccando le sensazioni più semplici ed esplorando le evidenze quotidiane. Non a caso ogni racconto di questa raccolta ci offre il ritratto di una protagonista donna, quasi che l'autore scandagliasse nelle pieghe più intime dell'animo femminile e dietro le mura domestiche proprio per avvertirci che la vita e il destino degli esseri umani non sono fenomeni facilmente accessibili. Anzi, essi appaiono bifronti: la parte in chiaro, quella rivolta al mondo, ne sottende sempre un'altra, interamente in ombra, da cui promanano le forze più indomabili. Eppure le donne di questo libro si svelano tutte in un gesto, in un'esitazione, in un inatteso moto di rivolta: dalla cantante lirica alle prese con il dramma dell'invecchiamento ma capace di una potente catarsi poetica, alla moglie maltrattata che rivendica il suo diritto alla scelta, fino alla sconosciuta della quale ci viene descritta solo la danza che i suoi piedi compiono sotto il tavolo di un ristorante, osservata da un solitario avventore a cui quei piedi, irrequieti e separati dal resto del corpo, sembrano mossi da "fili invisibili, seguendo un testo sconosciuto, al ritmo di una musica impercettibile, nello spirito di una regia fantastica". Un Andric inedito, lontano dall'epos balcanico che lo ha reso celebre, ma vicinissimo alle radici segrete della sua arte narrativa.
Ludwig
di David Albahari
editore: Zandonai
pagine: 125
Due scrittori belgradesi, un tempo amici inseparabili, sono ora avvinti da un odio incontenibile. Il primo, Ludwig, un vanaglorioso ex autore di best-seller di fama internazionale, in pieno declino fisico, continua a essere idolatrato dal pubblico e dalla critica, e a calcare come una star la scena letteraria e mediatica. Il secondo è l'anonimo io-narrante di questo sofferto e incalzante monologo, un perdente di talento ma in profonda crisi creativa, quasi predestinato al ruolo di cavalier servente dell'amico, più istrionico e spregiudicato di lui. Un morboso gioco delle parti che culmina nell'acquisto di una pistola e in un inganno dalle tinte paradossali: l'appropriazione indebita di un libro mai scritto, il plagio di un'opera soltanto immaginata. E una città come Belgrado, provinciale regina del kitsch e della stampa scandalistica, feroce e umanissima al tempo stesso, è la cornice perfetta di questo grottesco intrecciarsi di verità e finzione. Chi è il traditore e chi il tradito?
Kapò
di Aleksandar Tisma
editore: Zandonai
pagine: 325
Alla follia della distruzione che impera nel lager c'è chi si è adattato e ha accettato di ritardare la propria morte affrettando quella altrui: il kapò. In questo straordinario romanzo Tisma descrive - con potenza letteraria e un rigore documentario- la caparbia vitalità e la forza animalesca che consentono a Vilko Lamian, ebreo battezzato e assimilato, di sopravvivere a Jasenovac e Auschwitz cambiando identità e trasformandosi nel kapò Furfa. Ora, dopo la guerra, tormentato dal ricordo dei suoi misfatti e dal terrore della vendetta postuma della storia, ma soprattutto ossessionato dalla figura di una delle sue vittime, Helena Lifka, si mette sulle tracce della donna, convinto che solo lei possa giudicarlo e magari assolverlo. Tisma indaga qui - sollevandosi nettamente al di sopra di ogni contingenza e con una sensibilità lancinante nel registrare il frantumarsi dell'identità - ciò che resta di un uomo quando è costretto ad attingere alle sue estreme risorse, a scacciar via da sé ogni timore e senso di pietà. E la sua opera è prodigiosamente all'altezza del compito: ferisce, viviseziona, scuote le certezze, ci tiene all'erta contrastando l'oblio.
Dove sono in questa storia
di Emir Kusturica
editore: Feltrinelli
pagine: 341
"Nel millenovecentosessantuno Jurij Gagarin volò nello spazio, e io andai a scuola." Inizia così il primo dei diciassette capitoli con i quali l'istrionico regista Emir Kusturica apre il proprio album di famiglia e racconta la sua storia. Senza risparmiare nessuno, né se stesso né gli altri. Ci sono voluti quindici anni per mettere insieme autobiografia, cronaca e storie degne dei suoi migliori film, e raccontare una vicenda autentica, emozionante, sorprendente e provocatoria, nella quale si riflette la storia della seconda metà del ventesimo secolo. L'infanzia, la Sarajevo degli anni sessanta, Tito e Charlie Chaplin, l'amore per la futura moglie Maja e la scuola di cinema a Praga, Fellini, Ivo Andric' e Dostoevskij, i primi lungometraggi - "Ti ricordi di Dolly Bell?", "Papà... è in viaggio d'affari" e "Il tempo dei gitani" -, l'America, Johnny Depp e "Arizona Dream", "Underground" e la guerra, la fine della Jugoslavia e quella di suo padre, la morte di Dio, quella dei rapporti con i vecchi amici e con Sarajevo, Milosevic' e la malattia della madre. Autobiografia di un artista geniale, "Dove sono in questa storia" è sì il "diario politico di un idiota", secondo le parole dello stesso autore, ma soprattutto il racconto sincero della sua storia personale, l'adattamento letterario del film della sua vita.
Bon voyage
di Bozidar Stanisic
editore: nuovadimensione
pagine: 102
Da una delle voce più autentiche dei Balcani due storie sullo sradicamento, sulla crisi di identità, sulla non appartenenza a
Casablanca serba. Racconti da Belgrado
editore: Feltrinelli
pagine: 299
Belgrado è una città che, negli ultimi dieci anni, è diventata un simbolico crocevia fra Europa e mondo balcanico, fra imperi collassati e straordinarie aperture al nuovo. Cinema e letteratura testimoniano ampiamente questo singolare fermento. Questa antologia testimonia, fra surreale e iperreale, la vivacità e la potenza del fenomeno in atto. Da "classici" come Danilo Kis e Slobodan Tisma ad autori più giovani come Aleksandar Gatalica e Nina Zivancevic, il meglio della letteratura serba a confronto con l'immagine di una città-capitale, utile per capire il drammatico e stimolante rapporto Occidente-Oriente.
I buchi neri di Sarajevo e altri racconti
di Bozidar Stanisic
editore: Bottega Errante Edizioni
pagine: 144
La Bosnia degli anni Novanta, prima e dopo lo scoppio del conflitto, la meravigliosa Sarajevo distrutta dall'assedio, i moment
Racconti di Sarajevo
di Ivo Andríc
editore: Crocetti
pagine: 144
Lo sguardo limpido di Andric racconta piccole e grandi storie della Sarajevo a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, città-m
La riparazione del mondo
di Slobodan Snajder
editore: Solferino
pagine: 566
È il 1769, in Germania, un anno di carestia