Libri di I. Meloncelli
Terra sacra. L'arte del Cossovo
di Gojko Subotic
editore: Jaca Book
pagine: 240
Il Cossovo, la regione della Jugoslavia prossima al confine con l'Albania, conobbe nei secoli centrali del Medioevo uno sviluppo artistico eccezionale, al quale contribuirono tanto influssi provenienti da Bisanzio quanto, dalla costa adriatica, dall'Italia. Originale luogo d'incontro di due mondi durante la fioritura del regno serbo che ebbe qui il suo centro nel XIV secolo, vide sorgere architetture imperiali che artisti affrescarono secondo i canoni che l'Occidente avrebbe scoperto un secolo dopo. Il volume dedica particolare spazio ai maggiori monumenti, esaminando di ognuno di essi l'architettura, la scultura, la decorazione, la pittura; di ognuno sono stati rilevati pianta, sezione, alzati, capitelli e altri elementi decorativi.
L'architettura bizantina
editore: Jaca Book
pagine: 223
Ma cosa era dunque Bisanzio? Civiltà e identità romana, religione cristiana, cultura e lingua greca, questo teneva insieme un
Lagum
di Svetlana Velmar-jankovic
editore: Jaca Book
pagine: 268
Belgrado, 1984. Una vecchia signora ricorda, ma le mancano le parole per raccontare che cosa fu la sua vita. E, d'altronde, possiede ancora una vita quando si è vista la Storia e il suo seguito di violenze assassinare giorno dopo giorno la piccola storia di ciascuno? Ritorno nostalgico verso la fine degli anni Trenta... Milica e Dusan avrebbero potuto formare una coppia libera e felice. Sono dei borghesi, certo, ma la cui vita è tutta votata ai valori dello spirito: Milica insegna, Dusan è un critico rinomato. Sopraggiunge la guerra, che lacera la loro unione, li separa, li strazia. Tornata la pace, è un'altra confusione che si insedia, altre illusioni che prendono il volo. I "compagni" hanno vuotato l'appartamento di tutto quanto simboleggiava la vita: i libri, il mobilio, i quadri, il pianoforte. Milica ha resistito ai nazisti, ma non ha mai voluto aderire alle reti titine: la brutalità dei vincitori, le loro menzogne, la falsità del loro linguaggio le provocano repulsione. Eccola divenuta indesiderabile. I suoi amici non la salutano più - quand'anche non si siano trasformati in delatori del nuovo regime. Gli anni passano, un mondo sconosciuto si annuncia all'orizzonte, ma Milica non crede più alle sue promesse: sa che i germi del Male, seminati allorquando una società incurante si sforzava di ignorare ciò che si veniva tramando, angustiano ancora la terra e il cuore degli uomini...
Hammam Balcania
di Vladimir Bajac
editore: Jaca Book
pagine: 411
Due narrazioni si intrecciano in questo libro, separate dai secoli ma unite da un luogo, i Balcani, e da un tema, l'identità. La prima e più importante dispiega la grandiosa vicenda storica del pascià Mehmet Sokollu, alias Bajica Sokolovic, giovane serbo strappato alla sua terra per essere formato nelle file dell'alta burocrazia dell'Impero ottomano, fino a diventarne gran visir al servizio di Solimano il Magnifico. La seconda narrazione ha inizio in una località termale in Bosnia verso la fine degli anni Settanta del XX secolo e mette in scena lo scrittore stesso, spesso accompagnato dall'amico Orhan Pamuk, e le sue riflessioni intorno ai concetti di nazione, di confine, di fede e, soprattutto, di identità, stimolate e quasi evocate dai vapori di un bagno turco proprio al gran visir intitolato. Serbo e turco insieme quest'ultimo, cristiano ortodosso e infedele suo malgrado, protagonista di una straordinaria ascesa ai vertici dell'Impero ottomano di cui avrebbe retto le sorti per lunghi anni, e intimo amico di un altro grande straniero cristiano al servizio del sultano (questa volta greco), Sinan, il più grande architetto islamico di tutti i tempi. Così la vicenda storica rivela allo scrittore il debito iniziale di ogni identità, storica, culturale ma anche personale, la permeabilità di ogni confine - quale terra più dei Balcani può esserne testimone?