Libri di M. L. Violante
Notizie della signora Marthensen?
di Luciano Violante
editore: Marsilio
pagine: 384
Mentre il mondo politico-istituzionale è in subbuglio per l'imminente elezione del nuovo capo dello Stato e il principale part
Senza vendette. Ricostruire la fiducia tra magistrati, politici e cittadini. Dialogo con Stefano Folli
di Luciano Violante
editore: Il mulino
pagine: 160
Ricostruire la fiducia tra magistrati, politici e cittadini
Lo spettatore musicale
di Piero Violante
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 240
La musica come fattore di crisi e i musicisti come sismografi all'interno del loro contesto socio-culturale sono il tema di qu
Insegna Creonte. Tre errori nell'esercizio del potere
di Luciano Violante
editore: Il mulino
pagine: 160
Questo libro nasce dalla lunga esperienza politica dell'autore che ha attraversato fasi particolarmente intense della recente
Colpire per primi. La lotta alla mafia spiegata ai giovani
di Luciano Violante
editore: Solferino
pagine: 183
«Non voglio parlarvi della mafia come protagonista, ma come obbiettivo di una lotta per l'onestà
Democrazie senza memoria
di Luciano Violante
editore: Einaudi
pagine: 124
La democrazia non si trova in natura: è un prodotto artificiale, frutto della ragione e del desiderio di libertà
Gioacchino Volpe medievista
di Cinzio Violante
editore: Morcelliana
pagine: 432
Sono qui raccolti gli scritti che Cinzio Violante ha dedicato dal 1970 al 1997 a Gioacchino Volpe! 1876-1971, che idealmente c
Governare. Beati quelli che amministreranno la città con gli occhi dell'altro
di Violante Luciano
editore: San Paolo Edizioni
pagine: 64
Se la politica è l'arte del possibile, il compromesso è la sottile abilità della democrazia
Giustizia e mito. Con Edipo, Antigone e Creonte
editore: Il mulino
Antigone, ovvero il conflitto tra coscienza individuale e ragion di stato, tra legge morale e legge positiva
Swinging Palermo
di Pietro Violante
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 360
Ascesa e caduta della "Grande Palermo". Questa biografia culturale della città segue le idee e le persone, e i momenti cruciali della vita delle istituzioni che ne derivavano, dalla fine dei Cinquanta agli Ottanta del secolo scorso. Ma una storia non vuol essere, perché Piero Violante si pone come narratore di ciò che ha vissuto da protagonista e di ciò che lo ha colpito da testimone diretto; si pone come spettatore tipico e quindi racconta insieme la formazione e la maturazione sentimentale e culturale che poté avere l'intellettuale della sua età, nato nell'immediato dopoguerra. Più o meno tutto quello che di memorabile accadeva tra il Teatro Massimo e le cantine dell'avanguardia, tra le università e gli incontri in libreria, tra le riviste di semiotica e il quotidiano "L'Ora", tra le Settimane di Nuova Musica e i concerti degli Amici della Musica, tra i tè pomeridiani dell'aristocrazia e i circoli della contestazione studentesca, tra Leonardo Sciascia e la Scuola di Palermo. Con una attenzione affettuosa per quel gruppo di persone che l'autore denomina "classe dirigente d'opposizione", ossia i grandi eccentrici maestri del sapere critico e dell'impegno ironico. Eppure, questo libro si può anche assumere come una storia, forse la prima, dell'opinione pubblica del dopoguerra, dal momento che quella cultura critica, d'avanguardia, ironica, pienamente cosmopolita nelle forti radici locali, fu a Palermo l'unica opinione consapevole e intelligente.
Politica e menzogna
di Violante Luciano
editore: Einaudi
Un Paese pregiudica la propria rispettabilità non solo quando i politici mentono, ma anche quando i cittadini tollerano quelle
Il dovere di avere doveri
di Luciano Violante
editore: Einaudi
pagine: 197
Luciano Violante sostiene che si deve tornare al concetto di "dovere" per far vivere pienamente la forza della democrazia. Senza doveri non esiste il concetto di nazione: i doveri specificano il senso complessivo della cittadinanza, come obbligo politico e come rete di rapporti civici. La continua rivendicazione di diritti senza alcun riferimento ai doveri, inoltre, aumenta l'egoismo sociale e allenta i legami di appartenenza alla comunità civile. I diritti senza doveri trasformano i desideri in pretese, sacrificano il merito e finiscono per legittimare gli egoismi individuali. Promettendo diritti senza richiedere l'adempimento di doveri si accresce il rancore sociale - perché si promette quello che non si può mantenere - e, in ambito pubblico, si conferiscono poteri di veto, lasciando campo libero alla demagogia e al populismo. Una tesi coraggiosa e attuale, per una nuova etica della cittadinanza.