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Longo Angelo: Arte e cataloghi

G. Ruffini. La traccia che resta. Disegni 1953-2005-The trail that remains. Drawings 1953-2005

editore: Longo Angelo

pagine: 80

«Il comitato scientifico che ha ideato e curato il progetto in omaggio all'opera di Giulio Ruffini per celebrarne il centenari
15,00

Gli eterni affetti. Il sentimento dipinto tra Bisanzio e Ravenna

di Costanza Fabbri

editore: Longo Angelo

pagine: 142

Nonostante l'immaginario comune assegni alla civiltà bizantina l'etichetta di "arte algida e astratta", la tendenza a rappresentare compiutamente gli affetti sembra essere nata nella seconda metà del XII secolo proprio in territorio bizantino (serbo-macedone), grazie alla concomitanza di due fattori: la radicata tradizione ellenistica presente a Salonicco e la forte matrice folcloristica, di cui l'arte balcanica fu sempre impregnata. In Romagna, la scuola riminese giottesca, favorita dalle committenze francescane, parve accogliere e ben metabolizzare la lezione d'Oriente, sintonizzandola sul patetismo di Giotto a Padova e sulla drammaticità del senese Pietro Lorenzetti ad Assisi. Tra gli esempi oggi superstiti, quello ravennate di Santa Chiara primeggia su tutti, per la squisita armonia tra il pietismo devozionale di indiretta derivazione balcanica, il patetismo espressionistico nordico e il laico umanesimo comunale di cui Giotto si fece mediatore. Mentre l'Oriente greco mirò sempre ad applicare una rappresentazione affettiva dei sentimenti, ovvero addomesticata dalla ragione, l'Occidente latino predilesse una resa più emotiva e passionale, laddove il sentimento, per sua natura indomito, riuscì a liberarsi e a circolare indisturbato, segnando il passo al definitivo trionfo dell'uomo e della sua individualità e spalancando così le porte all'arte del futuro Rinascimento italiano.
18,00

I chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. Restauri, scoperte e rinvenimenti

di Antonella Ranaldi

editore: Longo Angelo

pagine: 139

Nei restauri compiuti dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, nel 2004-2009, diretti da Antonella Ranaldi, autentici capolavori sono tornati alla luce. Di alcuni non si aveva alcuna conoscenza, di altri solo scarne tracce. L'attenzione va alle superfici decorate e all'architettura della prima fase cinquecentesca. Dai documenti erano noti i nomi degli artisti che lavorarono al chiostro piccolo, lo scultore Bartolomeo Spani, l'architetto Leonardo Pacchioni e il pittore Simone Fornari. Ma tutt'altra cosa è apprezzarne la qualità, dopo il rinvenimento e il restauro delle scene affrescate e delle preziose finiture picte. Nei documenti e negli esiti dell'opera si dimostra l'unità delle arti, ad un livello qualitativo che supera le aspettative, dove l'architettura sconfina nella pittura impreziosita nella sua speculare rappresentazione sulle pareti e sulle volte. Espressione di concezioni artistiche maturate sullo scorcio del primo quarto del Cinquecento. Le architetture claustrali sono state liberate dalle incongrue aggiunte, successive alla sua destinazione post unitaria a caserma; affreschi e apparati decorativi sono stati scoperti al di sotto delle ridipinture moderne, qui illustrati per la prima volta in modo completo (dopo l'anticipazione di Ranaldi 2009) nel ricco apparato di immagini che seguono il corso dei lavori e gli esiti finali nelle fotografie di Andrea Santucci.
30,00

Accademia Belle Arti Ravenna. Centottant'anni

di Sabina Ghinassi

editore: Longo Angelo

pagine: 208

24,00

Le divine commedie di Franco Morelli. Catalogo della mostra

editore: Longo Angelo

pagine: 70

Le molte vicende dell'arte possono ben comprendere anche quella di un artista volontariamente sconosciuto come Franco Morelli (Ferrara 1935 - 2004) che ha strenuamente difeso la sua condizione di artista autodidatta. In maniera del tutto anticonformista ha voluto conquistarsi la libertà di dedicarsi totalmente alla pittura e soprattutto all'illustrazione. Nell'ottobre del 1945 fonda a Ferrara un Circolo Artisti Dilettanti nel quale profonde ogni energia al fine di garantire un riconoscimento a tutti quei non professionisti che non avevano potuto avere un'istruzione artistica. Per il CAD allestisce periodiche mostre collettive e conferenze. Nel 1946 fonda una sezione a Cento (Ferrara). Solo nel 1951 organizza una sua mostra personale. Nel silenzio del suo studio Franco Morelli coltiva con uguale passione la pittura e l'illustrazione, continua a creare oli, tempere e soprattutto tavole disegnate con la penna biro. La Divina Commedia è stata l'opera sulla quale è tornato a lavorare in maniera continuativa per oltre un trentennio. Questo è il vero work in progress della sua carriera d'artista, l'opera che ha segnato la sua maturità di illustratore. Il catalogo esce in occasione della mostra organizzata per la presentazione della donazione dell'intero fondo delle illustrazioni della Divina Commedia che la vedova dell'artista Luisa Bianchi Morelli fa alla Galleria d'Arte Moderna "Aroldo Bonzagni" di Cento in memoria della sezione centese del Circolo Artistico Dilettanti.
15,00
25,00

I campanili di Ravenna. Storia e restauri

editore: Longo Angelo

pagine: 416

45,00
30,00

Dipinti murali dell'Estremo Oriente: diagnosi, conservazione e restauro. Ediz. italiana e inglese

editore: Longo Angelo

pagine: 148

Questo volume vuole porsi come momento di discussione e confronto tra Occidente ed Oriente su aspetti teorici, metodologici, diagnostici e di conservazione e restauro di dipinti murali realizzati a secco. Il volume contiene contributi scientifici che esperti che hanno operato, o che tuttora operano, in Italia ed in estremo Oriente nel settore della diagnostica, conservazione e restauro di dipinti murali hanno presentato in occasione del Seminario Internazionale "Diagnosi, conservazione e restauro di dipinti murali dell'estremo Oriente: quando Oriente ed Occidente si incontrano e si confrontano" tenutosi a Ravenna nel maggio del 2004 ed organizzato dal Laboratorio Diagnostico di Microchimica e microscopia afferente al Corso di Studi in Tecnologie per la conservazione e restauro dei beni culturali dell'Università di Bologna.
30,00

Archeologia urbana a Ravenna. La «Domus dei Tappeti di Pietra». Il complesso archeologico di via D'Azeglio

editore: Longo Angelo

pagine: 184

Iniziati nel 1993, i lavori di scavo nella zona archeologica di via D'Azeglio a Ravenna, rappresentano un'importante opera di ricerca sul passato della città. Questo volume si propone come un'opportunità di discussione e dibattito sui problemi dell'archeologia ravennate, oltreché un'occasione di divulgazione delle scoperte effettuate. L'abbondante materiale iconografico ricostruttivo delle diverse epoche e le immagini fotografiche dei rinvenimenti illustrano le numerose successioni stratigrafiche del sito ed espongono il risultato della musealizzazione di un'importante sezione dello scavo, la "Domus dei Tappeti di Pietra", cui si accede dalla Chiesa di S. Eufemia.
44,00
40,00

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