Adelphi: Imago
I sette talismani dell'Impero
di Mino Gabriele
editore: Adelphi
pagine: 483
Ai nostri occhi può sembrare strano che i trionfi dell'Impero romano venissero allora attribuiti soprattutto a sette oggetti g
Una visita al Bates Motel
di Guido Vitiello
editore: Adelphi
pagine: 251
Questa indagine nasce da una serie di indizi curiosi: un refuso rivelatore - Psyche invece di Psycho - nel primo trafiletto ch
Una panchina a Manhattan
di Anna Ottani Cavina
editore: Adelphi
pagine: 395
Anche se lo abbiamo quasi dimenticato, c'è stato un tempo in cui le grandi esposizioni internazionali riscrivevano la mappa (e
Dialettica del mostro
di Sylvain Piron
editore: Adelphi
pagine: 348
Per Aby Warburg, le immagini celavano al loro interno fantasmi spesso terrifici, che tentavano di tenere a bada: senza mai riu
Il primo giorno del mondo
di Gabriele Mino
editore: Adelphi
pagine: 429
Da un bassorilievo del II secolo che rappresenta il primo giorno del mondo, con il dio orfico Phanes al centro contornato dall
Terre senz'ombra. L'Italia dipinta
di Anna Ottani Cavina
editore: Adelphi
pagine: 472
Per lungo tempo la storia è stata raccontata così: fra Sei e Ottocento, gli artisti europei arrivavano (più o meno obbligatoriamente) in Italia, dove a contatto con un paesaggio ancora simile all'Arcadia, e con le maestose rovine della civiltà classica, trovavano il senso di un mestiere che avrebbero poi passato il resto della vita a perfezionare. Di questa parabola fin troppo lineare il nuovo libro di Anna Ottani Cavina costituisce una variante piena di scoperte e di sorprese. È vero, sostiene Ottani Cavina in questa sua arringa illustrata, gli artisti del Nord in Italia trovavano qualcosa, come la luce, cui gli studi non li avevano preparati; e, anche questo è vero, il trauma culturale e visivo li portava a modificare i loro stessi strumenti, l'uso che ne facevano: a esasperare il disegno, ad esempio, oppure, in una gran quantità di casi, ad abbandonarlo del tutto. Ma in questo modo non lavoravano a una replica fedele di quanto avevano visto, e vissuto: piuttosto, uno schizzo alla volta, una tela dopo l'altra, Poussin, Thomas Jones, Granet e molti altri cominciavano in realtà a costruire quasi dal nulla quel luogo dell'immaginazione e della memoria che da allora tutti noi, credendo di conoscerlo da sempre, chiamiamo Italia.
Paura, reverenza, terrore
di Carlo Ginzburg
editore: Adelphi
pagine: 311
Siamo circondati, sommersi dalle immagini. Dagli schermi dei computer e degli apparecchi televisivi, dai muri delle strade, dalle pagine dei giornali, immagini d'ogni genere ci seducono, ci impartiscono ordini (compra!), ci spaventano, ci abbagliano. Questo libro ci invita a guardare le immagini lentamente, attraverso alcuni esempi, notissimi e meno noti: Guernica, il manifesto di Lord Kitchener con il dito puntato verso chi guarda, il Marat di David, il frontespizio del Leviatano di Hobbes, una coppa d'argento dorato con scene della conquista del Nuovo Mondo. Immagini politiche? Sì, perché ogni immagine è, in un certo senso, politica: uno strumento di potere. Siamo soggiogati da menzogne di cui noi stessi siamo gli autori, ha scritto Tacito e sono parole indimenticabili. È possibile infrangere questo rapporto?