Diabasis: Scritture
Davar
editore: Diabasis
pagine: 300
Il quarto numero di "Davar" è dedicato all'arte dello scrivere e al suo rapporto con l'interiorità. Si apre con una pagina autobiografica inedita di Erri De Luca che racconta il proprio approccio con la manualità dello scrivere, fin da bambino e fin dalle sue prime prove. Seguono scritti di Claudio Magris, Maurizio Ciampa, Giuseppe Cantarano, Francesco Permunian e Cristiana Dobner, poi una pagina del jazzista Enrico Rava su Proust "scrittore jazz" e infine un'importante, recente intervista inedita ad Alda Merini. Tra i testi per la prima volta tradotti in Italia spiccano stralci dai "Diari" di Friedrich Hebbel, quattro poesie di Benjamin Fondane, un'intervista inedita a Max Brod su Kafka scrittore. Completano il volume saggi su Baudelaire, il "Blaue Reiter", Hannah Arendt, Alberto Caracciolo, Rainer Maria Rilke, Flaubert e la mania della scrittura. E ancora contributi su Mandelstam, Canetti, Unamuno, Blanchot, Pavese, Heideger-Hebel, Junger, Borges, Ermanno Olmi.
Il tempo della fine. L'apocalittica messianica di Sergio Quinzio
di Rita Fulco
editore: Diabasis
pagine: 320
Il pensiero di Sergio Quinzio è stato spesso presentato come espressione di cupo pessimismo, visione profetica rivelatrice più di un disagio esistenziale e spirituale, che di un rigoroso confronto con le difficoltà contro cui, dopo duemila anni di attese, si scontra la fede cristiana. Rita Fulco tenta un nuovo approccio ermeneutico, mettendo in risalto le questioni che interrogano la filosofia e la teologia, senza eluderne il carattere provocatorio e le asperità, il non-conformismo. Il tema della temporalità viene assunto come il cardine del pensiero di Quinzio, mettendone in luce l'impronta messianica e apocalittica, soprattutto nel dialogo serrato con autori come Scholem e Benjamin. È, però, nell'analisi del moderno, della tecnica e del nichilismo considerati dalla prospettiva ebraico-cristiana - che le riflessioni di Quinzio assumono particolare originalità, non sottraendosi al confronto con autori come Nietzsche e Heidegger.
A debita distanza. Kierkegaard, Kafka, Kleist e le loro fidanzate
di Marco Vozza
editore: Diabasis
pagine: 181
Le relazioni pericolose tra uomo e donna di cui parla questo libro toccano l'esistenza nella sua ineludibile dimensione di scelta: quella tra una vita che asseconda la fluida e ingovernabile logica del desiderio e un'altra più rassicurante e continua, presieduta da una logica degli affetti. Logiche tra loro eterogenee che appaiono inconciliabili ai protagonisti della storia qui ricostruita (Kierkegaard e Kafka) e che talvolta inducono a un esito tragico (Kleist). In palese conflitto con la scelta della solitudine al fine di tutelare la propria singolarità, gli autori - in qualche modo personaggi concettuali o eteronimi di chi ha scritto questo libro - avvertono l'esigenza (per lo più disattesa) di una palpitante condivisione del loro universo interiore, mediante la presenza (non troppo invadente, s'intende) di una donna che appaia loro come vocativo o dedicataria di esclusive trame concettuali e di avventure esistenziali. Un saggio filosofico dai toni talvolta narrativi che ci pone al cospetto dei desideri e delle inquietudini che accompagnano ogni vicenda erotica e affettiva, orientata verso l'esperienza effimera della seduzione oppure consolidata nella forma del matrimonio.
Davar
editore: Diabasis
pagine: 300
Qual è il senso della bellezza, oggi, nel tempo del nichilismo? Quale bellezza salverà l'uomo e il mondo? Sono le domande attorno a cui ruota questo terzo numero di "Davar". Come già per il buono e il vero, anche il potere della bellezza si è consumato, al punto che già Flaubert scrive: "È trascorso il tempo del bello. L'umanità, in attesa di ritornarvi, non sa per ora che fare... In attesa siamo in un corridoio pieno d'ombra, e tentenniamo nelle tenebre". Kafka decreta lo sciogliersi della bellezza in abisso, mentre per Mallarmé il suo senso resta indicibile e si capovolge in una ontologia del Nulla. La poesia, insieme all'arte e alla letteratura, più della filosofia, ha avuto il coraggio di testimoniare questa invasiva presenza della disarmonia nel cuore dell'uomo e della realtà.
La devozione alla croce
di Camus Albert
editore: Diabasis
pagine: 108
Il 14 giugno 1953 Camus mette in scena l'adattamento della "Devozione alla croce" di Pedro Calderón de la Barca
Davar
editore: Diabasis
pagine: 416
Con la proclamata "morte di Dio", il cielo, svuotato della presenza divina, si è trasformato in specchio del Nulla. Un Nulla in cui l'esistenza del mondo, dell'uomo e della storia, senza più un fondamento che li trascenda e un condiviso orizzonte di senso, si frantumano nella totale insignificanza. È questo lo scenario con cui si confrontano i contributi di questo secondo numero di Davar che presenta testi inediti di autori contemporanei (Erri De Luca, Claudio Magris) e quelli di "classici" della modernità (Albert Camus, R.G. Collingwood, Etty Hillesum, Franz Kafka, Vasilij Rozanov) con la curatela di Anna Giannatiempo Quinzio e dei suoi collaboratori.
Diari. Una nuova proposta di Claudio Magris: il drammaturgo tedesco Friedrich Hebbel nella rivelazione dei diari
di Hebbel Friedrich
editore: Diabasis
pagine: 450
Sono cronache argute, taglienti aforismi e profondi pensieri questi Diari di Friedrich Hebbel; o meglio, secondo le sue parole
L'anima ignuda nell'isola dei beati. Scritti su Platone
di Carlo Michelstaedter
editore: Diabasis
pagine: 206
Il volume propone gli scritti che Carlo Michelstaedter ha dedicato alla filosofia platonica. In queste pagine il filosofo goriziano attraversa per intero la complessità degli scritti di Platone, sottolineando i momenti di continuità e di discontinuità del suo pensiero e provandone l'efficacia nel rispondere alle domande "moderne" della filosofia. Ne nasce così un dialogo controverso, che da Platone e Michelstaedter si sposta al dialogo dell'anima con se stessa, interpellata intorno alle domande sulla vita, il tempo, la verità e la ragione umana. Nella controversia, non solo novecentesca, tra desiderio e realtà, sogno e veglia, essere e non-essere, il pensiero di Michelstaedter si mostra qui con grande chiarezza.
Metafisica cristiana e neoplatonismo
di Albert Camus
editore: Diabasis
pagine: 208
Premio Nobel per la letteratura nel 1957, autore di classici come "Lo straniero" e "La peste", contemporaneo di Sartre, Camus ha sempre negato che la sua fosse "opera di filosofia", asserendo d'aver scritto, oltre ai romanzi e ai drammi, soltanto alcuni "livres d'idées". Eppure ottenne il diploma di studi superiori di filosofia nel 1936 con questa tesi su "Metafisica cristiana e neoplatonismo". Una tesi in cui lo scrittore francese individua nel tema della incarnazione, l'irriducibile originalità del Cristianesimo rispetto alla filosofia greca e al neoplatonismo, attraverso una rilettura di Agostino considerato campione del dialogo fra Fede e Ragione.