Archinto
La mia Austria. Ricordi (1892-1937)
di Berta Zuckerkandl
editore: Archinto
pagine: 199
Nel libro "La mia Austria", pubblicato per la prima volta in Italia, un'epoca leggendaria si anima e scorre dinanzi ai nostri occhi inducendoci alla riflessione, al di là dei soliti cliché del mito asburgico. L'autrice, Berta Zuckerkandl - figlia di Moriz Szeps, noto giornalista di origine ebraica fondatore dell'importante quotidiano "Neues Wiener Tagblatt" -, si dedicò giovanissima al giornalismo divenendo ben presto un'affermata esegeta della situazione politica e letteraria austriaca, ed entrando in contatto con il fior fiore dei protagonisti dell'epoca. Dopo il matrimonio con il noto anatomista Emil Zuckerkandl nel 1886, mise su, come era allora costume a Vienna, un "Salon" frequentato da autorevoli personaggi del mondo culturale come Schnitzler, Strauss, Schiele, von Hofmannsthal, Freud, Werfel e altri. Da giornalista, Berta s'impegnò soprattutto con i suoi articoli a favore della Secessione viennese rappresentata da Klimt, Kokoschka, Wagner, Mahler e Reinhardt e assistè alla nascita del Festival di Salisburgo. Nel 1938, dopo l'invasione dell'Austria e l'ingresso dei nazionalsocialisti a Vienna, Berta, ebrea, emigrò a Parigi, dove viveva la sorella Sophie; tuttavia nell'autunno del 1940 i nazisti occuparono la capitale francese e Berta riparò ad Algeri, dove risiedeva un figlio divenuto ufficiale dell'esercito francese. Fu allora che, stimolata dal giovanissimo nipote Emile, scrisse i "Ricordi".
Lettere alla vicina
di Marcel Proust
editore: Archinto
pagine: 70
Per otto anni, dal 1908 al 1916, Marcel Proust intrattiene una relazione epistolare con la signora Williams. Ciò che rende particolarmente intriganti le ventitré lettere rimasteci, pubblicate per la prima volta nel 2013, è che Proust non aveva mai parlato a nessuno né della donna, né della sua corrispondenza con lei. Chi è la signora Williams? Molto semplicemente una vicina dello scrittore. Abita come lui al 102 di boulevard Haussmann; ha sposato in seconde nozze un dentista americano con studio al secondo piano del palazzo, proprio sopra l'appartamento di Proust, mentre la coppia vive al terzo piano. Di notte, Proust lavora o combatte contro le ricorrenti crisi d'asma; di giorno, cerca di recuperare il sonno perduto, e dunque il silenzio e la quiete gli sono indispensabili. Lo studio dentistico al secondo piano e i lavori di ristrutturazione al terzo incrinano però il precario equilibrio che governa le giornate dello scrittore. A Proust non resta che rivolgersi alla gentile vicina per chiedere qualche ora di tregua. Il rumore dà il via allo scambio di lettere, ma queste acquisiscono presto anche una vita propria. In esse Proust dispiega il suo senso dell'umorismo e la sua maestria di architetto di frasi incantatorie lasciando più di una volta il lettore con l'impressione di trovarsi davanti a una pagina della "Recherche". E, d'altra parte, Proust apprezza molto le lettere raffinate e brillanti della signora Williams.
A presto, dunque, e a sempre. Lettere 1955-1990
editore: Archinto
pagine: 306
Il volume presenta in forma integrale la corrispondenza inedita tra Elena Croce e Maria Zambrano: documento straordinario sia del pensiero della Zambrano, le cui lettere costituiscono un autentico laboratorio filosofico, sia della scrittura di Elena Croce, di cui le lettere mettono in luce quelle qualità che la fanno partecipe della migliore tradizione memorialistica. L'apparato critico ricostruisce l'ordito delle vicende biografiche, culturali, sociali e politiche su cui l'epistolario s'intesse, delineando eventi e processi che hanno segnato la storia del Novecento e che trovano un vivido riflesso nelle considerazioni appassionate e lucide delle autrici.
Ineffabile nostalgia. Lettere al fratello (1931-1985)
di Emil M. Cioran
editore: Archinto
pagine: 140
I destini dei fratelli Cioran, uniti in gioventù dalla passione intellettuale e dal fervore politico, si separano sul finire degli anni Trenta. La guerra mondiale e la cortina di ferro che taglia l'Europa in due blocchi contrapposti, li costringeranno a quarant'anni d'esilio forzato. L'uno, Emil, meteco a Parigi, nel cuore di quel "paradiso desolante" che è diventato ai suoi occhi l'Occidente; l'altro, Aurel, prigioniero in patria, in una Romania ormai simile a un grigio inferno "che non è più di nessuno". I due fratelli affidano alla sorte incerta e vulnerabile della missiva il desiderio di sentirsi uniti, nonostante la Storia stessa cospiri contro di loro. Dalle lettere ad Aurel emerge un altro Cioran, per certi versi inedito. Benché animato da un orrore gnostico per la procreazione, di fronte alle sofferenze dei congiunti il "persuasor di morte" cambia registro, rivelandosi di volta in volta provvidenziale medico dell'anima, consulente familiare e scrupoloso... farmacista. Sotto il segno della malinconia - eredità a un tempo familiare e culturale - Cioran si riconcilia col fondo romeno della sua anima ed è colto da un'"ineffabile nostalgia" per i luoghi incontaminati dell'infanzia, metafora del suo sradicamento metafisico.
Il cammino di un poeta
di Jean Cocteau
editore: Archinto
pagine: 103
Pubblicata postuma in Francia solo nel 2013, quest'opera di Cocteau - uscita in Germania in edizione bilingue nel 1953 - costituisce un elemento fondamentale per ricostruire la storia dell'evoluzione dell'estetica del poeta negli ultimi quindici anni della sua esistenza. Raccogliendo un insieme di riflessioni sulla letteratura, la pittura, il disegno, il cinema e finanche gli arazzi, Cocteau si interroga sulle forze inerenti alla creazione, mettendo in luce il duplice paradosso dell'artista che si vede costretto, sul piano esistenziale e sociale, a muoversi in una società che non è ancora capace di accettarne e comprenderne i motivi particolari e, sul piano della creazione e del pensiero, a "seguire una via" in seno a un'epoca che non è ancora in grado di valutarne e riconoscerne i meriti: riflette, insomma, sui meccanismi della creazione sottesi alla lotta che l'artista ingaggia con se stesso e con gli altri, per concludere che è necessario non nascondere più il proprio senso di isolamento e assumere pienamente la finitezza dell'esistenza.
La profezia di Sciascia. Una conversazione e quattro lettere
di Nico Perrone
editore: Archinto
pagine: 104
Questo volumetto contiene la trascrizione di una conversazione con Leonardo Sciascia, durata due intere giornate, nel 1978, quando lo scrittore aveva raggiunto il massimo successo letterario e partecipava anche alla vita politica. Gli argomenti sono i più vari: il potere segreto delle donne in Sicilia, la mafia, la vicinanza dello scrittore al Partito comunista clandestino, l'emigrazione, la crisi dei partiti, la sinistra che va verso destra; Moro, Andreotti; il "suicidio nella stupidità" dei giorni nostri, la pietà per i giovani in un mondo senza prospettive; i giornali e le false notizie, un contesto che non è più democratico, la crisi d'un intero sistema; i premi letterari, le riviste pornografiche. Nel libro, anche quattro lettere inedite di Sciascia degli ultimi mesi della sua vita, che videro lo scrittore isolato e oggetto di una campagna di stampa ostile. Si tratta di un omaggio a Sciascia, dal quale emerge un ritratto inedito, che colloca l'intellettuale e il militante politico nella sua "verità", a lungo travisata.
Lettere dal fronte a Mario Puccini
di Giuseppe Ungaretti
editore: Archinto
pagine: 68
Tra le migliaia di soldati italiani impegnati nel 1917 sul fronte isontino, si trovano due scrittori già amici da qualche anno: Mario Puccini, ufficiale in servizio presso il Comando supremo della III armata, e Giuseppe Ungaretti, soldato semplice nel 19° reggimento, dove milita sin dal novembre del 1915 e dove ha maturato le drammatiche esperienze militari ispiratrici delle poesie del "Porto sepolto", pubblicato sul finire del 1916. E dell'accoglienza critica ricevuta da questo libriccino scrive Ungaretti in una delle prime lettere indirizzate a Puccini tra l'aprile e il dicembre di quell'anno funesto; come pure scrive, polemicamente, di d'Annunzio, che fa "le pose plastiche in ginocchio davanti ai feretri dinanzi al fotografo sempre immancabile". Ma in queste lettere Ungaretti racconta anche la sua vita difficile al fronte "macerato di malinconia" e tanto in cattiva salute da essere dichiarato inabile alle fatiche di guerra; per questo sarà avviato a un corso per diventare ufficiale contro la sua volontà di rimanere soldato tra i soldati, ritenendosi inadeguato a comandare e a dare ordini. E poi arriva Caporetto, che in una lettera di novembre Ungaretti racconta in tutta la sua drammaticità: "buttato via come una pietra da una violenza bruta" dopo aver visto "schiantati" tanti "docili, poveri compagni".
The New Yorker. Lo humour in ufficio
editore: Archinto
pagine: 189
La segretaria al giovanotto in cerca di assunzione: "Il signor Dyer ha detto che non gli interessa parlare con qualcuno che pu
Destini. Testimonianze di un mondo perduto
di Corrado Stajano
editore: Archinto
pagine: 182
"'Destini' di Corrado Stajano è una raccolta di scritti su personaggi che l'autore ha incontrato nel corso della sua vita e che hanno in qualche modo segnato il percorso sociale e culturale italiano. Dal grande banchiere al militante rivoluzionarlo al regista al frate ribelle allo scrittore, una serie di ritratti di uomini (famosi e non) che hanno contribuito a creare un'immagine migliore del nostro paese: con la scrittura sobria e secca che lo caratterizza, l'autore di 'Un eroe borghese' ci offre uno spaccato della vita italiana del secolo scorso raccontata con profonda sensibilità e conoscenza, senza tralasciare l'umanità semplice del 'mondo degli umili'".
Lettere sul brodo
editore: Archinto
pagine: 144
Gli anni incalzano, gli anni pesano, e la vita di Aldo Buzzi sta per toccare il secolo
Archivio di voci. Incontri di teatro con M. Baliani, G. Bartolomei, A. Celestini, P. Delbono, M. Ndiaye, M. Ovadia, M. Paolini, L. Ronconi, S. Sartori, G. Scabia
di Oreggia Vincenzo M.
editore: Archinto
pagine: 259
Differenti percorsi si incrociano in una personale investigazione condotta tendendo l'orecchio alle parole di registi, autori,
Amicizia e passione. Giacomo Leopardi a Napoli
di René de Ceccatty
editore: Archinto
pagine: 281
"Amicizia e passione", dello scrittore René de Ceccatty, racconta, commenta e interpreta gli ultimi anni di Giacomo Leopardi, quei famosi ultimi sette anni in cui il poeta visse insieme al giovane scrittore Antonio Ranieri (che li racconterà in un suo libro di memorie). Quello che appassiona lo studioso e scrittore francese, al punto da coinvolgerlo in una sorta di speculare riflessione psicologica, è l'intrecciarsi delle motivazioni sentimentali e psichiche - il legame col contorno familiare, soprattutto con la sorella Paolina - con l'evolversi del pensiero e della poetica leopardiana. De Ceccatty analizza con estrema acutezza la fascinazione, in questo rapporto casto e appassionato, di entrambi, e ne coglie le ombre e i riflessi nell'opera del grande poeta, non solo nella poesia ma soprattutto nell'asistematico universo della sua prosa, nelle riflessioni e nei pensieri che, secondo lo scrittore francese, avvicinano Leopardi ai grandi filosofi moderni, da Nietzsche a Cioran.