Il Cerchio
XIV secolo. L'abbigliamento maschile
di Federico Marangoni
editore: Il Cerchio
pagine: 64
Il '300 ha visto l'Europa mutare sotto i colpi delle vicende politiche e della grande peste, mentre entravano in crisi le isti
La guerra sconosciuta. La resistenza armata antisovietica in Lituania negli anni 1944-1953
editore: Il Cerchio
pagine: 58
Questo piccolo libro è dedicato al lettore che conosca poco la Lituania, il paese della Comunità Europea che si affaccia sul mar Baltico, e forse non ha mai sentito nulla attorno agli eventi successi dopo la seconda guerra mondiale: la resistenza armata contro l'occupante sovietico qui è durata quasi un decennio. La resistenza armata antisovietica chiamata anche "la guerra della Lituania" è eccezionale nella Storia d'Europa per la sua durata e per l'universalità (durante tutto il periodo hanno preso parte nella attiva lotta partigiana più di 50.000 lituani, e in tutto il movimento di resistenza hanno partecipato circa 100.000 persone). Nella storiografia sovietica durante i 50 anni di occupazione, questo periodo è stato occultato e travisato, chiamando i difensori della libertà "criminali" e "banditi". Ma nella memoria del popolo lituano i partigiani sono e rimarranno gli eroi che hanno combattuto per la libertà della patria, e su di loro sono stati creati canti e leggende.
Il labirinto dei giochi perduti. Giochi da tavolo dal mondo antico al medioevo
di Ezio Zanini
editore: Il Cerchio
pagine: 172
La descrizione dei mondi concettuali e simbolici che si celano dietro la nozione di gioco, dall'antichità al medioevo, diviene in questo libro, un pretesto per proporre le regole e descrivere gli strumenti di gioco di diversi svaghi del passato. Nel testo, il gioco, la sua storia e la cultura ludica vengono considerati quali momenti fondamentali dell'esperienza umana, sviluppati per cercare il superamento di una condizione grezza e tendere ad uno stato di maggior realizzazione individuale. Il gioco antico si presenta infatti come un rito: un momento di ritrovata consapevolezza, quindi molto di più di una semplice pausa nell'interminabile partita tra l'uomo e il suo destino. Nonostante numerosi significati fossero profondamente legati a questo mondo, essi sono andati perduti nelle pieghe della storia, ma basta dedicarsi ad alcuni dei giochi proposti per sentire una pallida eco lontana evocare il valore di rituali ormai perduti.
Brunilde e Rosaspina. Mito e fiaba dagli indoeuropei ai fratelli Grimm
di Alessandra Tozzi
editore: Il Cerchio
pagine: 391
Relegate spesso al mondo dell'infanzia, le fiabe rievocano da sempre l'immagine della nonna e dei bambini davanti al focolare durante le fredde e lunghe notti d'inverno. Le fiabe popolari non nascono dalla fantasia di un autore, noto o anonimo che sia, ma sono il frutto di una lunga serie di storie raccontate e ripetute nel corso degli anni, variegate in mille piccole sfumature. Affondano le loro radici profonde nel fertile terreno di miti e leggende. La raccolta di fiabe dei fratelli Grimm è forse l'esempio più eccellente. Perché si usa la bacchetta magica per produrre un incantesimo o lanciare un maleficio? Chi sono le fate che si presentano alla culla di Rosaspina, la bella addormentata? Molte saranno le domande che sorgeranno nel corso della lettura di questo saggio che si propone di rintracciare e approfondire le origini di personaggi, situazioni ed episodi entrando nel mondo variopinto ed affascinante delle mitologie di matrice indoeuropea, con particolare attenzione a quelle appartenenti ai popoli che un tempo abitavano le terre germaniche: Celti e Germani, che si sono poi spinti verso Ovest e verso Nord creando le meravigliose culture irlandesi, gallesi e nordiche. Si scoprirà così che nulla è raccontato per caso, ma che il piccolo particolare a cui non prestiamo attenzione è in realtà un riflesso di antiche leggende e miti indelebili nelle culture di questi popoli.
I celti della valle del Po negli eserciti di Roma. Ausiliari, legionari, pretoriani dal II secolo a. C. al III secolo d. C.
di Maurizio Pasquero
editore: Il Cerchio
pagine: 136
All'inizio del II secolo a. C. debellate le popolazioni galliche, Roma occupò definitivamente le terre al di là del Po. I trattati stipulati coi nativi contemplavano anche forniture di milizie ausiliarie che, tuttavia, vedremo scendere in campo ben più tardi. Nei fatti, tali auxilia vennero tenuti lontani dai maggiori conflitti sino ai giorni della "guerra sociale". Fu con Cesare, nel bellum Gallicum. che gli ex nemici iniziarono a entrare nelle legioni. Invogliati dagli esiti soprattutto economici, di quell'esperienza, col diffondersi dei modelli culturali romani un cospicuo numero di Transpadani nei secoli I e II dell'era cristiana si volse al "mestiere delle armi", confidando in migliori prospettive sociali. I risultati ottenuti, dopo interminabili anni di coscrizione, non mostrano di averli premiati un granché. Pochissimi di loro, quanto a carriere, riuscirono ad andare al di là dei primi ordines, il centurionato. Meno ancora, congedati, rivestirono ruoli amministrativi e istituzionali di qualche rilievo. La stragrande maggioranza finì per tornarsene a casa, agli antichi mestieri, oppure, mettendo a frutto le esperienze fatte , si volse ai traffici e al commercio, lasciando ai "barbarici" provinciali l'onere di presidiare il limes. Le loro tracce attraverso le fonti storico-letterarie, l'archeologia, l'epigrafia, la linguistica - emergono da questo "viaggio", offrendo visibilità a nomi che un tempo furono persone, con le proprie piccole e grandi storie.