Giuntina: Israeliana
Il grande frastuono
di Roy Chen
editore: Giuntina
pagine: 218
Questa è la storia di Gabriela, di sua madre Noa e di nonna Tzipora
Verso casa
di Assaf Inbari
editore: Giuntina
pagine: 342
Negli anni '20 del Novecento un gruppo di giovani ebrei lascia l'Unione Sovietica e si trasferisce nella Palestina mandataria
Bugiarda
di Ayelet Gundar-Goshen
editore: Giuntina
pagine: 258
Cos'è veramente successo nel cortile dietro la gelateria? Una ragazzina, impaurita, urla
Il terzo tempio
di Yishai Sarid
editore: Giuntina
pagine: 249
In un futuro non troppo distante, in una cella buia dove giunge solo il rumore del mare, è imprigionato il figlio del re d'Isr
1948
di Yoram Kaniuk
editore: Giuntina
pagine: 180
"Non sono sicuro di cosa ricordo per davvero, perché non mi fido della memoria. La memoria è furba e non possiede un'unica ed esclusiva verità. E poi che cosa conta sul serio? Una bugia che viene dalla ricerca della verità può essere più vera della verità. Tu pensi e un attimo dopo ricordi solo quello che vuoi. Avevo diciassette anni e mezzo, ero un bravo ragazzo di Tel Aviv finito in mezzo a un bagno di sangue. Sto cercando di pescare me stesso da dentro quel che mi pare siano ricordi". "1948" non è soltanto la cronaca della nascita di uno Stato, ma è un romanzo sulla crudeltà della guerra, sull'incoscienza della gioventù, sui paradossi della storia e su quella labile eppure fondamentale ancora di salvezza dell'uomo chiamata memoria.
Appartamento con ingresso nel cortile e altre storie
di Yehoshua Kenaz
editore: Giuntina
pagine: 193
Con profondità psicologica e descrizioni cristalline, come un caleidoscopio dell'animo umano, i racconti di Kenaz dipingono affreschi potenti di una società fatta di uomini comuni, personaggi della strada, legati uno all'altro da una rete invisibile di paure, invidie, aspirazioni e vizi, alienati dalla realtà e dipendenti, come burattini, dai fili di un destino imperscrutabile eppure sempre presente con la sua ombra minacciosa, pronto a manifestarsi nelle sue forme più imprevedibili e tragiche.
Il piccolo Big Bang
di Benny Barbash
editore: Giuntina
pagine: 119
"Il mio papà è grasso. Meglio, il mio papà era grasso finché non sono iniziate a succedergli strane cose, cose così assurde che chi le leggerà non ci crederà che possono avvenire. Ma di queste parlerò solo in seguito, quando accadranno. Per il momento non sono ancora successe, e io devo tornare al mio papà grasso per il cui grasso tutto è iniziato, ancora prima che qualcosa succedesse per davvero, come avviene sempre con gli inizi improvvisi, che prima di loro non c'è niente che possa essere una causa di ciò che verrà dopo".
Momento musicale
di Yehoshua Kenaz
editore: Giuntina
pagine: 151
Il giovane protagonista di questi due racconti si addentra in un mondo di adulti carico di incubi e affronta esperienze decisi
Tempesta tra le palme
di Sami Michael
editore: Giuntina
pagine: 176
"Certe notti si poteva dormire con le finestre aperte
C'era una volta una famiglia
di Lizzie Doron
editore: Giuntina
pagine: 140
"All'inizio degli anni cinquanta, nello Stato d'Israele nacque un nuovo paese, il paese di qua
Il mio amato
di Yehoshua Bar-Yosef
editore: Giuntina
pagine: 105
"Dapprima fui molto spaventato: l'omosessualità è una delle più gravi trasgressioni della Torà. Ma accanto alla paura abissale provavo un piacere oscenamente sfrenato per aver scoperto simili sorgenti segrete. Durante le poche settimane che trascorsi in compagnia di Channa, il mio corpo conobbe brividi di piacere mai provati. Allora consideravo la cosa come un dono meraviglioso concesso a me in particolare. Nessuno intorno a me può provare un briciolo di questa gioia fisica che io provo alla vista del volto di un quindicenne. Nessuno tra i miei conoscenti può nemmeno immaginare che esista una cosa simile; io, del resto, prima lo ignoravo". Nella cornice di Meah Shearim, il quartiere ultraortodosso di Gerusalemme, trasgressione e rigore della fede si scontrano in un dramma tutto interiore in cui il protagonista paga la sua spietata lucidità nei confronti di se stesso con l'accettazione di una maschera che lo relega in una solitudine senza fine.