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Johan & levi: Biografie

Umberto Boccioni. L'artista che sfidò il futuro

di Gino Agnese

editore: Johan & levi

pagine: 387

Fautore di un'arte violentemente rivoluzionaria, Umberto Boccioni (1882-1916), pittore e scultore, è insieme a Marinetti il massimo esponente del Futurismo e il primo della sua cerchia ad aver captato la nuova sensibilità introdotta dal secolo delle tecnologie e della macchina. Non è un caso se fin da subito Apollinaire riconosce in lui il teorico del gruppo, colui che di lì a breve sintetizzerà nel celebre "camminatore" le proprie ricerche su un dinamismo quasi metafisico, di radice aristotelica. Boccioni si distingue per il corso rapido dell'intelletto, per la singolarità dei suoi discorsi, che spaziano in ogni campo. Possiede i tratti della genialità, metabolizza letture ed esperienze, rilanciandole in straordinarie invenzioni che fissano i princìpi di una nuova estetica. Inseritosi nel solco di Balla negli anni dell'apprendistato romano, sarà però lui a trascinare il maestro nell'avventura del Manifesto dei pittori futuristi, nel 1910, a cui hanno già aderito Carrà, Severini e Russolo. Una brigata effervescente, con il poeta Marinetti nel ruolo di leader che mobilita ogni mezzo per lanciare i compagni verso la gloria internazionale, raggiunta nel febbraio del 1912 con la prima mostra futurista nella Parigi delle avanguardie. Un evento che Boccioni ha atteso come nessun altro nella sua vita e che ha calamitato ogni sua aspettativa. Sarà poi la volta di Londra, Bruxelles e Berlino, prima di riprendere la tournée italiana delle serate futuriste.
29,00

Jackson Pollock. Energia resa visibile

di B. H. Friedman

editore: Johan & levi

pagine: 295

Quando nella primavera del 1955 il giovane B.H. Friedman lo incontra per la prima volta, Jackson Pollock è già un "vecchio maestro" dell'Espressionismo Astratto. Possente nel fisico quanto esplosivo e lavico nel talento, si è conquistato fama internazionale con un corpus di opere che racchiude un'intera gamma espressiva, dal delicato lirismo alle immagini più impetuose. La rivista Life lo ha da poco osannato come il più grande pittore statunitense e alla Cedar Tavern è riverito ogni sera da una folla di giovani artisti che sgomitano per avvicinarsi a lui. Per loro Jackson è quello che ha rotto il ghiaccio e spianato la strada alla prima generazione radicalmente americana. Per i semplici avventori del leggendario ritrovo del Greenwich Village, invece, Pollock non è che un elemento pittoresco, un personaggio tristemente noto per le sue metamorfosi: in preda all'alcol la voce gli si fa più roca, il lessico scurrile, i gesti via via più aggressivi, lo sguardo obnubilato, fino allo scoppio dell'inevitabile rissa. Frutto di un'amicizia nata nell'ultimo anno di vita di Pollock, questo libro ne ripercorre la breve parabola con straordinaria vividezza, senza trascurare i momenti più sofferti: gli stenti degli anni formativi e l'uso dell'alcol per placare i conflitti interiori, i primi lavori accademici realizzati sotto la supervisione di Thomas H. Benton e la scoperta di un linguaggio tutto suo, il dripping.
31,00
28,00

Yves il provocatore. Yves Klein e l'arte del ventesimo secolo

di Thomas McEvilley

editore: Johan & levi

pagine: 252

Yves Klein (Nizza, 1928 - Parigi 1962) sapeva di essere un rivoluzionario
25,00

Meret Oppenheim. Afferrare la vita per la coda

di Martina Corgnati

editore: Johan & levi

pagine: 538

Donna, artista, outsider, icona: dal fulminante esordio con "Colazione in pelliccia", destinato ad aprirle poco più che ventenne le porte del MOMA, al lungo e impervio cammino intrapreso per liberarsi di ogni etichetta artistica, ideologica e di genere, Meret Oppenheim (1913-1985) è una delle poche figure femminili della storia divenute leggendarie per aver osato sfidare regole e pregiudizi millenari in nome di una vocazione autentica. Una vocazione artistica ed esistenziale che la porterà a scelte e posizioni di rottura tutt'altro che facili, non solo nei confronti della società benpensante dell'epoca ma anche degli insidiosi pregiudizi cui non può dirsi immune lo stesso milieu artistico e letterario del suo tempo. Musa venerata da Man Ray, pupilla irriverente di Breton, complice e lei stessa protagonista delle più grandi sperimentazioni e delle più appassionanti avventure artistiche del Novecento, Meret Oppenheim si muove lungo il secolo con la libertà e l'originalità disinvolta e a tratti sofferta dei purosangue. Dall'avvicinamento alle teorie di Carl Gustav Jung al folgorante incontro con i surrealisti, dalla lunga lotta con la depressione all'attrazione inesorabile che a soli vent'anni la lega fatalmente a Max Ernst, dall'intenso e profondissimo sodalizio artistico con Alberto Giacometti all'amicizia segreta e finora ignota con Marcel Duchamp, Martina Corgnati traccia un accurato ritratto della donna e dell'artista...
35,00

Nadar. Un bohémien introverso

editore: Johan & levi

pagine: 299

L'eccentrico Baudelaire con l'estroso fiocco nero annodato sulla camicia immacolata, lo sguardo fiero e inflessibile di Victor
30,00

Infinity net. La mia autobiografia

di Yayoi Kusama

editore: Johan & levi

pagine: 158

Un mare color argento di sfere riflettenti, distese smisurate di candidi falli, una proliferazione di pois che tracimano dalle tele fino a invadere l'intera stanza. Al centro, inghiottita dalla sua stessa arte, una minuta giapponese dai capelli neri come la pece, Yayoi Kusama. Nata a Matsumoto nel 1929 da una famiglia tradizionalista, appena può la piccola Yayoi fugge nelle piantagioni del nonno materno dove, tra nuvole di malvarosa, si abbandona alle più stravaganti visioni che poi fissa su tela. La pittura è l'unico sollievo ai precoci patimenti esistenziali, e Yayoi è decisa a coltivarla fino in fondo, a costo di porre un intero oceano tra sé e chi cerca di impedirglielo. Sbarcata ventottenne a New York, l'inferno in terra, ancora una volta è l'arte a salvarla: supera la povertà e i ripetuti collassi nervosi esorcizzando le proprie fobie con i celebri "Infinity Nets" e le "soft sculptures". Dall'arte "psicosomatica" alle folli performance con orge e "partouzes" il passo è breve: sul finire degli anni sessanta Yayoi cavalca lo tsunami hippie e i "Kusama Happenings" diventano gli eventi clou della rivoluzione pacifista. Raccontate in prima persona con spiazzante sincerità e ricche di momenti autenticamente comici, queste pagine ricostruiscono la parabola di una delle personalità più eccentriche, ambivalenti e incantevoli che l'arte giapponese abbia mai conosciuto.
19,00

Piero Manzoni

Vita d'artista

di Gualdoni Flaminio

editore: Johan & levi

pagine: 256

Il libro è un affresco della cultura artistica italiana ed europea di quel tempo, nel passaggio cruciale che fa seguito alla s
27,00

Alfred Jarry

Una vita patafisica

di Brotchie Alastair

editore: Johan & levi

pagine: 448

Quando nel 1907 Alfred Jarry morì a Parigi all'età di soli 34 anni era già una figura leggendaria, ma questo aveva forse più a
34,00

Joseph Beuys. Una vita di controimmagini

di Heiner Stachelhaus

editore: Johan & levi

pagine: 186

Gilet da pescatore su camicia bianca, jeans e cappello di feltro. D'inverno una lunga pelliccia di lince rivestita di seta blu, da giovane una cravatta nera fermata da una piccola mascella di lepre. Così si presentava Joseph Beuys, l'inconfondibile aspetto di un personaggio fantastico a cavallo tra il clown e il gangster. Appena entrava in scena, faceva sempre il contrario di quanto ci si aspettasse, spesso e volentieri cose che a prima vista non avevano alcun senso. Tutto questo per trasmettere scariche di energia e provocare negli spettatori uno choc salutare, un ampliamento della consapevolezza. Rinunciando, con rare eccezioni, alle interpretazioni e ai giudizi stereotipati su uno dei personaggi più discussi e vivisezionati del xx secolo, Heiner Stachelhaus mette insieme un ritratto a tutto tondo di Joseph Beuys a partire dalle "controimmagini" della sua stessa vita: gli studi di scienze naturali e il confronto con l'antroposofìa steineriana; l'incidente in Crimea e le esperienze tra i tartari, l'insegnamento e l'occupazione dell'Accademia, le yooo querce e la battaglia ecologista, il Beuys privato che beveva acqua del rubinetto in bicchieri di cristallo molato. Fino ad arrivare al Blocco-Beuys di Darmstadt, il museo-laboratorio in cui ancora aleggia lo spirito dell'"unico artista", come disse Karl Ströher, "capace di esprimere la specificità della nostra epoca".
22,00

Mario Schifano. Una biografia

di Luca Ronchi

editore: Johan & levi

pagine: 416

"Mi conoscono anche quelli che non mi conoscono, quindi inventate quello che volete": così Mario Schifano era solito allontanare gli aspiranti biografi che lo assediavano. Attraverso una narrazione a più voci delle persone che lo hanno "vissuto", seguito e sopportato, Luca Ronchi ci offre una possibile biografia di Mario Schifano. Lo scenario del viaggio nel tempo propostoci da Ronchi non può che essere Roma, il "paesone cosmopolita" che durante la guerra accoglie Schifano ancora bambino di ritorno dalle bianche spiagge della Libia. Sotto gli indimenticabili cieli della Città Eterna, sulla terrazza di piazza Scanderbeg che fungeva da studio en plein air, nei primi anni sessanta Mario inizia a dipingere quei monocromi che lo renderanno uno dei protagonisti dell'arte italiana del Novecento. Fonda un gruppo pop-rock; si cimenta in filmati all'avanguardia; frequenta intellettuali e aristocratici; cambia macchine, abiti e televisori con una rapidità sconvolgente; viene arrestato e "messo alla gogna" per il consumo di sostanze stupefacenti. Forse nell'immaginario popolare Schifano resterà sempre l'incarnazione perfetta della concezione romantica che vede nell'artista genio e sregolatezza. Oltre la fama, però, spenti i flash delle cronache mondane c'è un pittore ancora tutto da scoprire che negli ultimi tempi amava citare una frase di Lucian Freud: "the man is nothing, the work is everything".
29,00

Memorie di un mercante di quadri

di Ambroise Vollard

editore: Johan & levi

pagine: 318

Scritti in prima persona a mo' di aneddoti sul suo esordio nel mestiere, i ricordi del leggendario mercante di quadri hanno il merito di restituirci l'atmosfera di un mondo ormai scomparso. Siamo nella Parigi di fine Ottocento, i pittori "rifiutati" si impongono, a poco a poco, come principali attori della scena su cui muove i primi passi il giovane Vollard. Sbarcato nella capitale per proseguire gli studi di diritto, non tarda ad abbandonare la toga per frequentare librerie e bancarelle, dove scova stampe e disegni a buon mercato che saranno i suoi primi materiali di scambio. Dotato di uno spregiudicato senso per gli affari, ha anche l'indispensabile fiuto per capire da che parte tira il vento: fa visita alla vedova di Manet, e torna a casa con un'intera raccolta di disegni del maestro; stringe amicizia con Renoir, Degas e soprattutto Pissarro, di cui segue i consigli; rastrella lo studio di Cézanne, poi quelli di Vlaminck, Derain e Picasso; assume una posizione coraggiosa nel mercato d'avanguardia esponendo van Gogh e Gauguin. L'epoca è propizia per chi ha una galleria nella "strada dei quadri", centro di gravità per mercanti e collezionisti dove è facile imbattersi in Matisse, Renoir, Degas, Redon, Apollinaire, Jarry, spesso ospiti delle indimenticabili cene alla Cantina Vollard. Sono loro i veri protagonisti delle sue memorie, eppure il lettore coglierà, fra le righe, un'immagine precisa dello stesso Vollard.
25,00

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