Le Lettere: STORIA DELLO SPETTACOLO. SAGGI
L'Olimpico di Vicenza. Un teatro e la sua «Perpetua memoria»
di Stefano Mazzoni
editore: Le Lettere
pagine: 306
Il dramma e l'immagine. Teorie cristiane della rappresentazione (II-XI secolo)
di Bino Carla
editore: Le Lettere
pagine: X-267
Il libro propone una lettura parallela di due grandi questioni della storia della Chiesa alto medievale: il discorso contro gl
Il principe in fuga e la principessa straniera. Vita e teatro alla corte di Ferdinando de' Medici e Violante di Baviera (1675-1731)
di Leonardo Spinelli
editore: Le Lettere
pagine: 298
Lo studio che qui si pubblica intende ricostruire l'ultima fase del mecenatismo spettacolare della dinastia Medici attraverso l'indagine sul Granprincipe di Toscana Ferdinando de' Medici (1663-1713) e la consorte Violante di Baviera (1673-1731). Fine collezionista musicale e di opere d'arte, Ferdinando, che per sensibilità ricordava il gusto e la competenza dei più illustri avi, fu infatti uno dei più brillanti promotori del teatro del suo tempo. Fiore all'occhiello del sistema spettacolare alle sue dipendenze erano la villa di Pratolino e il teatro pubblico di Livorno dove, negli anni a cavallo tra Sei e Settecento, vennero inscenate opere in musica in grado di tenere il passo delle più rinomate rappresentazioni veneziane, sia per l'efficienza degli allestimenti che per la qualità degli interpreti, gran parte dei quali afferenti alle "scuderie" medicee. A pendant del grande teatro d'opera finanziato dal Medici, negli appartamenti di Violante si consumava invece il rito di una più intima e sobria spettacolarità privata, di cui la principessa era l'indiscussa protagonista, rivestendo i panni di drammaturga e attrice. Ma l'apprendistato artistico e impresariale al fianco di Ferdinando le consentì, l'indomani della prematura scomparsa del principe, di ereditare persino la committenza attiva del marito. In pieno Settecento la qualità del suo nome coincise così con quello di una mecenate da cui ottenere protezione e credenziali di costume e garbo da esibire come passepartout presso le corti.
Lungo la via del Brennero. Viaggio nello spettacolo dal tardo Medioevo al Rinascimento
di Massimo Bertoldi
editore: Le Lettere
pagine: 270
Lungo la Via del Brennero dal 1200 all'inizio del 1600 si registrano spettacoli di comici, concerti, feste cortigiane e popolari, tornei cavallereschi, rappresentazioni sacre e commedie carnevalesche, ingressi trionfali. Distribuiti secondo una scansione cronologica i capitoli sono concepiti come tappe di un viaggio nei centri maggiori e minori del territorio in questione: Innsbruck, Vipiteno, Bressanone e Novacella, Bolzano, Merano, Trento, Rovereto. Dalla dinamica degli scambi e dei contatti avviati dagli artisti vaganti emerge un quadro eterogeneo che si caratterizza per l'assimilazione di linguaggi e soluzioni teatrali innovative oppure per la conservazione delle forme tardomedievali. Soprattutto durante il Rinascimento la Via del Brennero diventò arteria fondamentale di collegamento culturale e politico tra le corti dell'Italia settentrionale e i territori dell'Impero. La ricerca si basa su fonti archivistiche, cronache di viaggio, analisi dei testi teatrali sacri e profani, lo studio dell'iconografia conservata nelle pareti affrescate dei castelli e in altri documenti artistici a stampa.