Libri di Arrigo Petacco
L'archivio segreto di Mussolini
di Arrigo Petacco
editore: UTET
pagine: 205
Dongo, 27 aprile 1945: il partigiano Pedro sequestra una borsa di cuoio rossiccio dalle mani di Benito Mussolini, che l'ha cus
Regina. La vita e i segreti di Maria José di Savoia
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 288
La storia controversa di Maria José, moglie di Umberto di Savoia e ultima regina d'Italia. Una donna di grande fascino e personalità che, giunta in Italia per un matrimonio infelice, seppe conservare il coraggio e la dignità in un'epoca difficile e pericolosa.
Il superfascista. Vita e morte di Alessandro Pavolini
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
La vita di Alessandro Pavolini, il più intransigente dei gerarchi fascisti, e insieme il meno facilmente inquadrabile, che morì a Salò quando il fascismo era ormai perduto. In questo libro l'autore cerca di definirne la sua doppia personalità: intellettuale raffinato e sensibile da una parte, leader sanguinario e violento dall'altra.
L'armata nel deserto. Il segreto di El Alamein
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 249
Nell'autunno del 1942 le forze italo-tedesche, guidate dal generale Rommel, furono sconfitte dall'VIII armata britannica del g
Faccetta nera. Storia della conquista dell'impero
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 237
Nei primi decenni del secolo scorso la parola "Abissinia" occupava un posto di rilievo nell'immaginario collettivo degli italiani. Bastava nominarla per evocare non solo luoghi esotici divenuti mitici grazie alle imprese militari in terra d'Africa compiute dal nostro paese in epoca post-risorgimentale, ma anche un confuso groviglio di desideri inespressi: il fascino dell'ignoto, la ricerca dell'isola felice, a cui si accompagnavano la volontà di rivalsa per le sconfitte subite in Etiopia nell'Ottocento. In questo clima si gettarono le basi del progetto imperiale mussoliniano che culminò nella guerra d'Abissinia. Gli stati d'animo e le aspettative di quegli anni offrono ad Arrigo Petacco lo spunto per ripercorrere l'intero arco dell'avventura coloniale italiana.
La croce e la mezzaluna. Lepanto 7 ottobre 1571: quando la Cristianità respinse l'Islam
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 200
Intorno alla metà del sedicesimo secolo l'Europa, dilaniata al suo interno da guerre politiche e religiose, pareva ormai desti
L'uomo della provvidenza. Mussolini, ascesa e caduta di un mito
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 254
Attraverso una scelta degli episodi più significativi della parabola politica di Mussolini, attuata grazie a una ricerca fra testimonianze raccolte negli archivi pubblici e privati - fra cui spicca quella della figlia Edda - Petacco ripercorre gli anni della giovinezza, il sogno rivoluzionario, l'attività di giornalista e di scrittore. Rievoca poi i principali avvenimenti di cui, una volta conquistato il potere, fu indiscutibile protagonista: dall'omicidio Matteotti al Concordato con la Chiesa, dalle riforme economiche alle imprese militari, per giungere nel 1938 alla Conferenza internazionale di Monaco, al patto d'Acciaio con la Germania e alle leggi razziali. L'inizio della sua inarrestabile caduta e della rovina dell'Italia.
Il regno del Nord. 1859: il sogno di Cavour infranto da Garibaldi
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 177
Italia federale o Italia nazionale? L'interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del Risorgimento. Anzi, alla vigilia dell'Unità nazionale, la Federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di "piemontesizzare" il Nord Italia e suddividere la penisola in tre Stati federali: il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie, sotto la virtuale presidenza del Papa. Così Cavour nel 1859, prima della fine della seconda guerra d'Indipendenza, si era accordato in gran segreto con il governo borbonico: il Regno di Sardegna avrebbe inglobato il Lombardo-Veneto, l'Emilia e la Toscana, al Regno delle due Sicilie si sarebbero aggiunte l'Umbria o le Marche, tolte allo Stato della Chiesa mentre Roma sarebbe diventata capitale dell'Italia federale. Tutto pareva organizzato, mancava soltanto l'approvazione di Francesco II, re di Napoli, che però, da devoto e timorato di Dio qual era, quando fu informato che il suo Regno si sarebbe arricchito delle due regioni papaline gridò al sacrilegio. E il piano andò in fumo.
Quelli che dissero no. 8 settembre 1943: la scelta degli italiani nei campi di prigionia inglesi e americani
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 172
L'8 settembre 1943, quando dopo 1201 giorni di guerra il maresciallo Pietro Badoglio annunciò la firma dell'armistizio con gli Alleati, circa seicentomila soldati italiani si trovavano rinchiusi nei campi di prigionia che inglesi e americani avevano allestito in varie nazioni del mondo, dall'Egitto all'Algeria, dalla Palestina al Kenya, dal Sudafrica all'India, e persino alle Hawaii. "Ma tu con chi stai, con il duce o con il re?" fu il dilemma di fronte al quale si trovarono i nostri soldati, colti di sorpresa dall'annuncio della resa senza condizioni accettata dall'Italia e dalla conseguente fuga di Vittorio Emanuele III a Brindisi: dopo avere combattuto per anni contro un nemico preciso e riconosciuto, bisognava scegliere, all'improvviso, se passare o no dall'altra parte della trincea. Di questa massa enorme di giovani una cospicua minoranza scelse di non "tradire", ma gli storici, sia per la scarsità delle fonti ufficiali sia per la "delicatezza" politica dell'argomento, non se ne sono occupati che in maniera superficiale: ancora oggi, gran parte delle notizie utili a una ricostruzione di quegli anni ci giungono da pagine autobiografiche o dai resoconti memorialistici dei protagonisti. Molti dei quali, avendo risposto di no all'appello di Badoglio a rientrare in patria, anche per non subire odiose discriminazioni, preferirono il silenzio. Il libro restituisce voce e memoria ad alcuni di loro.
Quelli che dissero no. 8 settembre 1943: la scelta degli italiani nei campi di prigionia inglesi e americani
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 172
L'8 settembre 1943, quando dopo 1201 giorni di guerra il maresciallo Pietro Badoglio annunciò la firma dell'armistizio con gli
Eva e Claretta. Le amanti del diavolo
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 212
Un identico crudele destino ha segnato la vita delle amanti segrete di Benito Mussolini e Adolf Hitler. Claretta Petacci e Eva Braun nacquero lo stesso mese e lo stesso anno, a distanza di pochi giorni, nel febbraio 1912, e nello stesso mese e nello stesso anno, a distanza di pochi giorni (il 28 e il 30 aprile 1945), scelsero di morire accanto ai loro uomini, all'età di trentatré anni. Ma aldilà di queste suggestive coincidenze, ad accomunare la loro sorte è stata soprattutto la speculare vicenda umana che le ha collocate accanto ai due dittatori quali favorite privilegiate, nonché fedeli custodi dei loro più intimi segreti. Claretta incontrò per la prima volta Mussolini nel 1932, sulla strada di Ostia, all'età di vent'anni (ma cominciò a scrivergli lettere traboccanti di ammirazione quando ne aveva solo dodici). Eva conobbe Hitler nel 1929 a Monaco, nel negozio di Heinrich Hoffmann - fotografo personale del Führer - presso il quale svolgeva il lavoro di commessa. Bionda, sportiva e di una bellezza quasi acerba, con qualche interesse per il jazz e la moda, Eva Braun vivrà accanto a Hitler per quattordici anni e sarà sua sposa per un giorno soltanto. Mora, avvenente, inguaribile grafomane, attorniata da una cricca di parenti e profittatori che destava preoccupazione nei gerarchi più vicini al Duce, Claretta Petacci seppe gestire con più spregiudicata consapevolezza, ma anche maniacale devozione, il suo legame con il fondatore del fascismo.
Eva e Claretta. Le amanti del diavolo
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 212
Un identico crudele destino ha segnato la vita delle amanti segrete di Benito Mussolini e Adolf Hitler. Claretta Petacci e Eva Braun nacquero lo stesso mese e lo stesso anno, a distanza di pochi giorni, nel febbraio 1912, e nello stesso mese e nello stesso anno, a distanza di pochi giorni (il 28 e il 30 aprile 1945), scelsero di morire accanto ai loro uomini, all'età di trentatré anni. Ma aldilà di queste suggestive coincidenze, ad accomunare la loro sorte è stata soprattutto la speculare vicenda umana che le ha collocate accanto ai due dittatori quali favorite privilegiate, nonché fedeli custodi dei loro più intimi segreti. Claretta incontrò per la prima volta Mussolini nel 1932, sulla strada di Ostia, all'età di vent'anni (ma cominciò a scrivergli lettere traboccanti di ammirazione quando ne aveva solo dodici). Eva conobbe Hitler nel 1929 a Monaco, nel negozio di Heinrich Hoffmann - fotografo personale del Führer - presso il quale svolgeva il lavoro di commessa. Bionda, sportiva e di una bellezza quasi acerba, con qualche interesse per il jazz e la moda, Eva Braun vivrà accanto a Hitler per quattordici anni e sarà sua sposa per un giorno soltanto. Mora, avvenente, inguaribile grafomane, attorniata da una cricca di parenti e profittatori che destava preoccupazione nei gerarchi più vicini al Duce, Claretta Petacci seppe gestire con più spregiudicata consapevolezza, ma anche maniacale devozione, il suo legame con il fondatore del fascismo.