Libri di Alessandro Angelini

Il primato dell'occhio. Temi e metodo della storia dell'arte in età moderna

di Alessandro Angelini

editore: Quodlibet

pagine: 156

Le opere d'arte parlano da sole e, a secoli di distanza, gli antichi maestri «continuano a inviarci il loro inconfondibile rag
18,00

Piero della Francesca

di Alessandro Angelini

editore: 24 Ore Cultura

pagine: 381

"Risulta quasi un luogo comune degli studi su Piero della Francesca il fatto che l'artista non incontrò una solida fortuna letteraria, non ricevette in vita l'affermazione in ambito umanistico che spettò invece ad artisti della medesima levatura, come per esempio ad Andrea Mantegna o alla maggior parte dei maestri fiorentini. Effettivamente, il fatto di non aver vissuto a lungo a contatto con una città come Firenze, vera capitale artistica del primo Rinascimento italiano, e soprattutto di non essersi radicato fin da giovane in un centro nel quale la cultura umanistica ebbe notevole rigoglio può aver in qualche modo influito su un certo silenzio letterario, che a lungo circondò l'opera pittorica del grande maestro. È vero però che nel momento in cui l'artista trovò la sua piena affermazione a Urbino, a partire dal settimo decennio del Quattrocento, le voci che si levarono a celebrare la sua opera non furono assolutamente rare o avare di elogi. Se a Firenze non esiste quindi in pratica una vera fortuna letteraria di Piero, a Urbino questa fu invece consistente e non certo inferiore a quella di artisti di analoga levatura: segno che la gloria di Piero fu percepita subito come un fatto che trovava il suo radicamento e i suoi duraturi riflessi proprio alla corte di Urbino ai tempi di Federico da Montefeltro. Fu proprio lì del resto che Piero, come vedremo più avanti, dopo molto peregrinare trovò la sua base operativa..." (Dall'introduzione)
99,00

Le «gentilissime tavole». Una proposta per Pietro Orioli

editore: Mondadori Electa

pagine: 55

La diciottesima edizione di "Brera mai vista" riguarda due pittori senesi del tardo Quattrocento, Pietro Orioli e Guidoccio Cozzarelli, a lungo confusi tra loro. Per la tavola braidense con la Madonna con il Bambino e due angeli, finora assegnata al senese Guidoccio Cozzarelli, viene invece proposto il nome di Pietro Orioli, altro pittore senese di poco più giovane. Il dipinto venne acquistato nel 1900 come opera di Giacomo Pacchiarotti da Corrado Ricci, il quale lo comprò dal pittore senese Alessandro Franchi. L'acquisto venne espressamente fatto per colmare un vuoto nelle collezioni della pinacoteca milanese. Nato nel 1458, il raffinato Orioli morì prematuramente nel 1496, probabilmente di peste; si formò verosimilmente nella bottega di Matteo di Giovanni, presso la quale crebbe anche lo stesso Cozzarelli. Da questa comune vicenda formativa, nonché dall'accostamento di Guidoccio ai modi di Pietro già a partire dagli anni Ottanta, deriva la difficoltà di distinguere talvolta le opere dei due artisti. Nell'arco della breve carriera, Pietro Orioli si dimostra il più innovativo tra i pittori senesi attivi nell'ultimo quarto del Quattrocento, fortemente caratterizzato da interessi spaziali, che si traducono nella riproduzione prospettica delle architetture entro le quali sono collocate le figure. Il dipinto di Brera viene messo a confronto proprio con una tavola di Guidoccio Cozzarelli conservata nel Museo Diocesano di Pienza, così da evidenziarne affinità e differenze.
6,20

Pittura senese

editore: 24 Ore Cultura

pagine: 471

II volume propone una trattazione storica della pittura senese dalle sue origini, verso la metà del Duecento, al Barocco. Trattazione che esplicita innanzi tutto come e quando nasce l'idea storiografica di una scuola pittorica senese. In questo caso, per una corretta e accurata comprensione del volume, è fondamentale fornire la chiave di lettura del concetto e della realtà medesima di questa identità artistico-culturale. Dal Seicento, secolo che vede la nascita della storiografia della pittura senese, si passa all'illuminismo e al XIX secolo, epoca, quest'ultima, che vede l'affermazione di ricerche e di testi filologici destinati a creare le basi principali della critica moderna. La gloriosa produzione storiografica della fine dell'Ottocento e del primo Novecento codifica un'immagine della pittura che per certi versi ha prevalso fino ad oggi. Lo scopo che si prefigge un'opera di sintesi come questa è quello di verificare, anche alla luce degli studi e delle scoperte più recenti, se possono valere ancora il metodo di lettura e l'interpretazione storica proposti agli albori del secolo, o se, invece, fatte salve le fondamentali acquisizioni scientifiche frutto di questi anni cruciali di intensa ricerca, non sia necessario un profondo ripensamento.
145,00

Gian Lorenzo Bernini

di Alessandro Angelini

editore: Jaca Book

pagine: 176

11,36