Libri di Andrea Kerbaker
Stradario sentimentale di Milano. Storie dalla città che cambia
di Andrea Kerbaker
editore: Rizzoli
pagine: 240
Da Brera a San Siro, dalla via Gluck a viale Forlanini, dai Navigli alla Bicocca, passando per strade e piazze spesso trascura
La vita segreta dei libri fantasma
di Andrea Kerbaker
editore: Salani
pagine: 160
La vita segreta dei libri che non ci sono più
Milano in 10 passeggiate
di Andrea Kerbaker
editore: Rizzoli
pagine: 180
Milano, la città d'Italia forse meno simile a tutte le altre, con un'identità e un paesaggio unici e a volte poco compresi
Money
di Andrea Kerbaker
editore: La nave di teseo
pagine: 128
Roberto è un uomo per bene, timido e introverso
Vite da presepe
di Andrea Kerbaker
editore: Interlinea
pagine: 128
Aprire questo libro è come trovarsi nel bel mezzo di una notte di dicembre, quando le statuine di un presepe di casa narrano l
Celebrity
di Andrea Kerbaker
editore: La nave di teseo
pagine: 106
Giuseppe "Pino" Scannadinari ha 24 anni, non ha studiato, lavora come barista nel bar del paese e vive ancora con i genitori
Diecimila. Autobiografia di un libro
di Andrea Kerbaker
editore: Interlinea
pagine: 76
Se passando davanti a un oggetto vi domandate quali sono i suoi pensieri, questo racconto è per voi
Lo scaffale infinito. Storie di uomini pazzi per i libri
di Andrea Kerbaker
editore: Tea
pagine: 260
"Fondare biblioteche" diceva Marguerite Yourcenar "è ancora un po' come costruire granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito". Da sempre, ogni biblioteca è un baluardo alla decadenza, un simbolo concreto con cui opporsi alla volgarità del presente. "Lo scaffale infinito" è un racconto che si snoda su un arco di oltre sei secoli, tra collezionisti, volumi e biblioteche di tutto il mondo. È un viaggio che annulla i confini di tempo e spazio: dall'umanesimo toscano al mondo globalizzato del terzo millennio, attraverso l'Europa rinascimentale e la Russia degli zar, gli Stati Uniti dell'esplosiva crescita economica di fine Ottocento e la sciagurata parentesi nazista. Incontriamo figure immense della storia letteraria, come Francesco Petrarca, con la sua straordinaria collezione di manoscritti e l'amore smisurato per Virgilio; personaggi più oscuri ma non meno importanti, come Hernando Colon, figlio illegittimo di Cristoforo Colombo, e Monaldo Leopardi, padre non amato di Giacomo; potenti cardinali come Federigo Borromeo e Mazarino, industriali dalle ricchezze favolose e attori squattrinati, come i primi stampatori di Shakespeare, inconsapevoli dell'eredità che avrebbero lasciato al mondo. A chiudere il cerchio, vero e proprio nume tutelare dell'amore per i libri, Umberto Eco, emblema di eclettismo ed esempio concreto dell'utopica "biblioteca universale" di cui favoleggiava Borges.
Breve storia del libro (a modo mio)
di Andrea Kerbaker
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 208
C'è George Bernard Shaw che rimprovera Alfred Nobel: "Si può perdonargli l'invenzione della dinamite, ma soltanto un diavolo travestito da uomo avrebbe potuto inventarsi il premio Nobel". Oppure Beckett, che a ritirare il riconoscimento proprio non ci va; c'è Gutenberg che inventa la stampa a caratteri mobili e poi fallisce miseramente, dimenticato da tutti; ci sono i reading di poesia degli antichi romani, per un pubblico distratto come e quanto quello dei nostri contemporanei; ci sono i censori del Seicento che tagliano e tagliano, e poi tagliano ancora; o un poeta inglese contemporaneo che trova nella spazzatura il libro con la dedica fatta a mamma e papà. Ci sono i rotoli di pergamena che a Roma si chiamano volumina. Ci sono Petrarca e John Milton, Cervantes ed Erasmo da Rotterdam; c'è Albert Camus che muore in macchina con il suo editore; c'è Voltaire che scrive libelli tra un arresto e l'altro e c'è la pagina più erotica del Padrino. Ci sono libri fondamentali che vendono qualche decina di copie, successi commerciali di scarsissimo valore, e librai attenti alla qualità con le mani nei capelli. C'è Quasimodo che litiga con Montale, che se la prende con Ungaretti, "la iena egiziana". Ci sono gli olandesi che danno rifugio ai censurati, nel Seicento e durante il nazismo. C'è Molière che scrive lettere dedicatorie imbarazzanti; ma anche Shakespeare e Machiavelli in fondo non scherzano. Ci sono quelli che "Mamma mia, l'invenzione della stampa, chissà dove ci porterà"...
Lo stato dell'arte. La valorizzazione del patrimonio culturale italiano
di Andrea Kerbaker
editore: Bompiani
pagine: 88
Spesso noi italiani ci stupiamo di scoprire quali e quanti tesori artistici siano nascosti in sconosciuti villaggi o nei depositi di grandi musei e gallerie. Un viaggio in Italia, anche per chi crede di conoscerla a fondo, non mancherebbe mai di rivelare splendide sorprese. Il patrimonio artistico e culturale italiano è di stupefacente ricchezza, e costituisce forse per il nostro Paese la sua più autentica risorsa. Ma in quali condizioni si trova? Che cosa si fa, a livello pubblico o privato, per valorizzarlo, per renderlo più facilmente accessibile, e, per così dire, appetibile, anche a un pubblico pigro o distratto? O soltanto per conservarlo, per evitare che con gli anni e l'incuria e le speculazioni rischi di andare perduto? Sulla base della sua esperienza di operatore culturale attivo da molti anni in tutta Italia, Andrea Kerbaker delinea qui un panorama delle condizioni di questo straordinario patrimonio e insieme suggerisce, per la sua conservazione e valorizzazione, proposte innovative, originali, seppur piene di buon senso, e ricche di una brillante e moderna fantasia.