Libri di Angelo Carotenuto
La grammatica del bianco. Un'estate a Wimbledon
di Angelo Carotenuto
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 256
Una epica sfida di tennis, la finale del torneo di Wimbledon del 1980 tra Björn Borg e John McEnroe
Viva il lupo
di Angelo Carotenuto
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 256
Un romanzo che racconta il presente nei desideri e nelle sconfitte, nella violenza della competizione e nella dolcezza dell'am
Le canaglie
di Angelo Carotenuto
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 364
"Le canaglie" è la storia corale di un gruppo di giovani e del Paese spaccato in cui la loro vicenda prende vita
La musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell'armonia naturale
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 231
"Dirige l'orchestra: il maestro Peppe Vessicchio!" Una vera icona della musica popolare italiana, che dal cabaret con i Trettr
La musica fa crescere i pomodori. Il suono, le piante e Mozart: la mia vita in ascolto dell'armonia naturale
editore: Rizzoli
pagine: 232
La scoperta della musica davanti alla porta (chiusa) della cameretta del fratello maggiore; i primi concerti, ai matrimoni, co
La grammatica del bianco
di Angelo Carotenuto
editore: Rizzoli
pagine: 267
Wimbledon, 5 luglio 1980. Di qua c'è l'Orso: alto e biondo come un dio vichingo, infaticabile, una macchina bella e perfetta. Di là c'è il Genio: piccolo e riccioluto, rapido e indisponente col suo gioco d'istinto e d'attacco. Uno è il campione in carica - Björn Borg, l'altro John McEnroe. Insieme, quel giorno, riscriveranno la storia del tennis. E poi eccolo lì, con la divisa verde e viola dei raccattapalle di Wimbledon c'è anche lui, Warren Favella, undici anni e un talento innato per la solitudine. Porge gli asciugamani ai giocatori, li rifornisce di palline, ne osserva da vicino i tic, i gesti tecnici e quelli scaramantici, ci racconta ammirato e incredulo tutto ciò che accade in campo davanti ai suoi occhi. E intanto ci parla di sé, di come e perché sia cascato anche lui dentro le tre ore e cinquantatré della finale, mettendo da parte in un sol colpo i pomeriggi sui libri, le ansie di sua madre, il sogno di diventare casellante ("Perché è un lavoro triste e i lavori tristi oggi non li vuole fare più nessuno") e la ricerca di qualsiasi cosa possa parlargli di un padre che non ha mai conosciuto. "La grammatica del bianco" è un romanzo lieve e profondo, divertente e intenso, su quanto sia duro e avvincente trovarsi soli al di qua di una rete, accogliere la sfida di uno scambio, giocarlo, perderlo e dimenticarlo in fretta per affrontare al meglio il successivo. In altre parole: su quanto sia duro e avvincente diventare grandi, dentro e fuori un campo da tennis.