Libri di Belting Hans
Il capolavoro invisibile. Il mito moderno dell'arte
di Hans Belting
editore: Carocci
pagine: 574
«Il tema di questo libro è l'ideale dell'arte assoluta, che ha guidato incessantemente la produzione artistica pur avendola se
Specchio del mondo. L'invenzione del quadro nell'arte fiamminga
di Hans Belting
editore: Carocci
pagine: 230
Il quadro come genere autonomo nasce all'inizio del Quattrocento in Italia e in Olanda. Al Sud, è il risultato di un costrutto matematico elaborato sulla base delle regole della prospettiva centrale; al Nord, mira a restituire una percezione immediata. In Italia, deve raccontare una favola; in Olanda, serve a descrivere le cose. Inventato come uno specchio del mondo da pittori quali Jan van Ejck, Robert Campin e Rogier van der Weyden, il quadro ambisce a rappresentare la realtà nella sua interezza su una piccola superficie simbolica; ambizione che ha finito per caratterizzarne tutta la storia successiva. In questo libro - riccamente illustrato - Hans Relting racconta la grande rivoluzione che allora significò la nascita del nuovo dipinto, individuandone le origini a partire dalla pittura su cavalletto e dai grandi altari dell'epoca.
Facce. Una storia del volto
di Hans Belting
editore: Carocci
pagine: 375
Dalle maschere teatrali alla mimica degli attori, dal ritratto europeo alla fotografia, dal cinema all'arte contemporanea, Hans Belting ripercorre in questo volume i diversi tentativi di fissare la vita del volto e del sé. Affascinante indagine sui vari modi in cui gli uomini hanno raffigurato sé stessi nel corso della storia, "Facce" offre innumerevoli spunti di riflessione che mettono in crisi le nostre idee più consolidate.
Antropologia delle immagini
di Belting Hans
editore: Carocci
pagine: 340
Applicandosi a un repertorio quanto mai vasto - dai culti funerari dell'Antico Oriente alla fotografia e alle realtà virtuali
Antropologia delle immagini
di Belting Hans
editore: Carocci
pagine: 359
Applicandosi a un repertorio quanto mai vasto - dai culti funerari dell'Antico Oriente alla fotografia e alle realtà virtuali
La vera immagine di Cristo
di Belting Hans
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 249
Cosa è un'immagine? Perché osservando una fotografia l'uomo pretende che gli venga restituita la verità? Certo, le immagini so
I canoni dello sguardo. Storia della cultura visiva tra Oriente e Occidente
di Hans Belting
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 302
Esistono vicende, nella storia umana, che hanno una dirompenza più inappariscente dei grandi sconvolgimenti, ma un rilievo e una durata ben maggiori. Per comprenderne le vere dimensioni sono d'ostacolo gli specialismi non dialoganti e gli arroccamenti sugli spalti identitari. Ce lo insegna in modo esemplare l'invenzione della prospettiva, argomento tra i più studiati di una storia dell'arte. Con mossa felicissima, Hans Belting spariglia le carte e mette in prospettiva la prospettiva stessa. Grazie alla sua indagine si chiariscono le alleanze tra pratiche pittoriche, dottrine artistiche, conoscenze scientifiche, e soprattutto si svela la fecondità di un paradosso: all'apice della sua fioritura, l'Occidente definì il canone percettivo, attraverso il quale ci appropriamo del mondo sotto forma di immagine, attingendo a una teoria della visione concepita quattro secoli prima da un matematico arabo nativo di Bassora, Alhazen, in un contesto religioso islamico che bandiva le immagini perché giudicate contraffazioni blasfeme della creazione di Dio. Lo scarto temporale e i travisamenti dei traduttori propiziarono inopinatamente, sulla questione nevralgica delle consuetudini visive, il cortocircuito tra due civiltà che avrebbero poi acuito la reciproca lontananza. Civiltà dello sguardo, quella occidentale, fondata sul primato dell'occhio e sulla sovranità del soggetto osservatore. Civiltà che privilegia la luce, quella araba, fedele al grafismo non iconico dell'ornamento.
Il culto delle immagini
Storia dell'icona dall'età imperiale al tardo Medioevo
di Belting Hans
editore: Carocci
pagine: 695
Prima dell'età del Rinascimento e della Riforma, le immagini sacre non erano considerate "arte", ma oggetti di venerazione che