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Libri di Boris Pahor

Oscuramento

di Boris Pahor

editore: La nave di teseo

pagine: 480

Radko Suban è un giovane triestino di origine slovena che, nell'autunno del 1938 sentendosi inadeguato, sbagliato e incompreso
21,00

Una primavera difficile

di Boris Pahor

editore: La nave di teseo

pagine: 404

Maggio 1945, Radko Suban è un reduce sloveno dall'orrore dei campi di concentramento nazisti. Le sofferenze del lager hanno segnato il suo corpo, indebolito dalla tubercolosi, ma non hanno piegato il suo spirito, alimentato dalle sue letture. Dopo un lungo viaggio in treno, Radko riceve le cure in un sanatorio alle porte di Parigi, dove conosce l'infermiera Arlette. L'incontro con la donna risveglia i sentimenti di Radko, che riscopre la vita nella primavera più attesa di sempre, in cui i ricordi e i desideri leniscono il dolore di una guerra che ha lasciato nuove frontiere. Da uno dei più grandi testimoni del Novecento, un romanzo sulla riscoperta della libertà, sulle ferite e le resurrezioni della nostra storia, sulle passioni che ci rendono vivi.
16,00

Triangoli rossi. I campi di concentramento dimenticati

di Boris Pahor

editore: Bompiani

pagine: 230

"Ogni Giorno della memoria si ripete sempre nello stesso modo: si parla molto di Auschwitz, si parla di Birkenau o Treblinka, di Buchenwald o di Mauthausen, ma quasi mai di Dora-Mittelbau, di Natzweiler-Struthof e altri campi riservati ai Triangoli rossi, i deportati politici. E spesso mi risentivo, qualche volta a voce alta, non perché sono stato un Triangolo rosso anch'io, bensì perché avere sul petto, sotto il numero che sostituiva il nome e il cognome, il triangolo rosso, significava che ero stato catturato perché come soldato non mi ero presentato all'autorità militare nazista, ma avevo scelto di oppormi in nome della libertà. Ecco, questa era la ragione del mio risentimento: bisognava ricordare come l'opposizione nei diversi paesi si fosse organizzata anche in resistenza attiva, certo soprattutto clandestina, ma non solo." (Boris Pahor). Con la collaborazione di Tatjana Rojc.
13,00

Quello che ho da dirvi. Dialogo tra generazioni lontane un secolo

di Boris Pahor

editore: nuovadimensione

pagine: 110

La sfida: un gruppo di diciottenni a dialogo con Boris Pahor, un'anima più che centenaria, lucidissima, straordinariamente vitale. Un confronto fra chi si sta affacciando alla vita da cittadino di un'Europa rinnovata, e chi di quell'Europa ha calpestato più volte le ceneri, le contraddizioni, ma anche la sfolgorante storia, la ineguagliabile bellezza. La voce dei giovani ha chiesto, sollecitato, stimolato le risposte del "grande vecchio". Pahor, come un libro prezioso, si è lasciato sfogliare, dando vita a una fitta trama di storie e di nomi, a un interminabile flusso di coscienza senza concedersi silenzi né reticenze. Ha toccato i temi più eterogenei, quali l'identità, la lingua, la scrittura, la vita, la guerra, l'anima, le donne. Ne è uscito un libro dall'alto valore civile, etico e umano. Novant'anni di differenza separano Boris da Sharon, Sofia, Alexa, Mila, Lorenzo e Matteo. Colmati nel lampo di uno sguardo, nell'intensità arguta di un sorriso, nell'ironia di una battuta. Prefazione di Angelo Floramo.
12,50

La città nel golfo

di Pahor Boris

editore: Bompiani

pagine: 296

Nel 1943, nell'Italia occupata dai nazisti, uno studente in Legge sloveno Rudi - getta la divisa e si rifugia sui monti
19,00

La villa sul lago

di Boris Pahor

editore: Zandonai

pagine: 187

A tre anni dalla fine della guerra, un architetto sloveno di Trieste - alter ego dell'autore - decide di far ritorno al paesino sulle rive del lago di Garda in cui aveva fatto il militare prima di essere catturato dai nazisti e internato nei campi di sterminio. Mirko ricerca i luoghi e i personaggi di un tempo, perché ha bisogno di convincersi di essere realmente sopravvissuto alla barbarie, ma scopre che l'assurdità e il vuoto del Dopoguerra ancora ristagnano nella mente di chi ha subito la dittatura per vent'anni. E in quel luogo idillico dove fioriscono i limoni e prosperano i vigneti, l'alito del male e dell'insensatezza spira emblematicamente dalle mura della splendida villa che fu dimora del Duce durante la Repubblica di Salò. Questo romanzo, forse il più luminoso dell'opera di Pahor, conferma l'incrollabile fede dello scrittore nella possibilità di rinascita dopo il massacro e nella forza rigeneratrice dell'amore. Al pari di Mirko anche Luciana, giovane operaia educata al culto dell'idolo fascista, è vittima della Storia; sarà l'amore ad aprirle gli occhi, ispirandole uno straordinario gesto di coraggio che la renderà adulta e libera nel corso di una sola notte.
13,50

Dentro il labirinto

di Boris Pahor

editore: Fazi

pagine: 630

Radko Suban, alter ego dell'autore, torna a Trieste dopo la drammatica esperienza del lager e la degenza nel sanatorio dove l'amore per l'infermiera francese Arlette gli ha fatto riscoprire il gusto per la vita. La città natale, con i suoi caffè che un tempo echeggiavano delle conversazioni di una intellighenzia tra le più brillanti d'Europa, è la stessa di ieri ma Radko fatica a riconoscerla, mentre le grandi potenze ne tengono ancora in sospeso il destino. La comunità slovena è più straziata che mai dopo la costituzione della Jugoslavia che un tempo sembrava incarnare l'anima della resistenza a tutti i fascismi e che già versa, appena nata, nella peggiore caricatura totalitaria. Arlette, che prometteva di aiutarlo con la sua presenza, gli scrive ma si guarda bene dal raggiungerlo. Presto Radko comprende che i rapporti che riesce a intessere sono falsati dalle ideologie, dal calcolo. Ormai dovrà avanzare su un terreno minato, eredità trasmessa dalla guerra alla pace ritrovata, ricavarsi la strada in un labirinto ostile. Imparare di nuovo a orientarsi nella notte: questo è il compito che si trova davanti. Impossibile, forse, il solo però che valga la pena di affrontare se si è uomini.
18,50

Piazza Oberdan

di Boris Pahor

editore: nuovadimensione

pagine: 223

"Ho immaginato di passeggiare per Trieste, arrivando a piazza Oberdan, luogo dove convergono i ricordi dolorosi del Novecento". Una serie di testimonianze, racconti, aneddoti, memorie e biografie; un indice puntato sulle ingiustizie e sui soprusi, sulla cancellazione della identità e l'annientamento di un popolo; sulle colpe impunite del regime fascista che in nome della nazione italiana perseguitò la comunità slovena mettendone al bando la lingua e devastandone le istituzioni culturali. Episodi poco conosciuti della tormentata storia della Venezia Giulia. L'autore ha aggiunto per l'edizione italiana di Piazza Oberdan alcuni documenti storici che danno testimonianza della capillare organizzazione antifascista slovena. Citando la "Süddeutsche Zeitung" non c'è modo di evitare lo sguardo coraggioso e diretto di Boris Pahor. Il suo nome è stato giustamente accostato a quello di Primo Levi, Imre Kértesz e Robert Antelme.
19,00

Qui è proibito parlare

di Boris Pahor

editore: Fazi

pagine: 397

Principale porto dell'impero austroungarico, Trieste aveva visto coabitare per secoli culture diverse. Integrata nel Regno d'Italia alla fine della Grande Guerra, fu qui che, per la prima volta e anticipando scenari futuri di quello che sarebbe stato il fascismo non solo sul suolo italiano ma anche in Europa, fu messa in atto una campagna di pulizia etnica: tutto quello che era sloveno, lingua, cultura, gli stessi edifici, doveva sparire. E in questo clima, così cupo e oppressivo, che Ema, giovane slovena originaria del Carso, si aggira piena di rabbia in una luminosa estate degli anni Trenta. Alle spalle ha una storia familiare dolorosa, e ora, a Trieste, cerca un lavoro che le permetta di vivere in modo indipendente, ma le difficoltà che trova e il rancore per un mondo che sente ostile non fanno che accrescere in lei un senso di dolorosa esclusione. Sarà l'incontro con Danilo sul molo del porto a segnare la svolta nella sua vita. Maturo e determinato, l'uomo guiderà i passi della ragazza nel difficile e pericoloso cammino della resistenza al fascismo e della difesa della cultura slovena, e su quello non meno tortuoso dell'amore. Abbandonandosi a una passione che si fa sempre più viva e legandosi a Danilo in un'intesa profondissima, Ema riuscirà finalmente a trovare la forza di prendere in mano la propria vita, di darsi senza remore alla lotta per il riscatto del popolo sloveno e di affrontarne con coraggio tutte le conseguenze.
19,00

Una primavera difficile

di Boris Pahor

editore: Zandonai

pagine: 333

Maggio 1945
18,00

Figlio di nessuno

Un'autobiografia senza frontiere

editore: Rizzoli

pagine: 247

Queste sono le memorie di una "cimice": così infatti l'Italia fascista definiva apertamente gli sloveni, "figli di nessuno" pe
17,50

Tre volte no. Memorie di un uomo libero

editore: Rizzoli

pagine: 128

"Il fascismo ci aveva portato via le scuole, la lingua, persino i nomi. Tutto ciò che poteva esprimere, anche vagamente, la nostra identità nazionale fu cancellato." Boris Pahor era solo un bambino quando a Trieste fu proibito parlare sloveno. L'italianizzazione forzata, imposta dal fascismo alla città multiculturale in cui era nato e cresciuto, lo segnò per sempre. Studente più volte bocciato, seminarista per ripiego, soldato dell'esercito italiano, antifascista militante, deportato politico, insegnante e infine scrittore acclamato, Pahor ripercorre qui gli snodi della sua esperienza scandita dai tre no che oppose con uguale fermezza al fascismo, al nazismo e al comunismo. Attraverso il racconto personale - dall'incendio della Casa di cultura slovena ai campi di concentramento, dalle memorie di infanzia al primo amore salvifico - l'autore di "Necropoli" ricorda ai troppi che vogliono dimenticare che il fascismo non fu un regime tollerante, ma incarnò un male violento e oppressivo. E ripete che è giusto commemorare le vittime della barbarie delle foibe, ma è altrettanto necessario ammettere prima i soprusi di una dittatura senza pietà nei confronti delle minoranze. Perché la tragedia delle terre di confine nasce proprio dai silenzi di una memoria troppo indulgente con se stessa.
17,50

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