Libri di Brunetto Latini
Il tesoretto
di Brunetto Latini
editore: Carocci
pagine: 204
Brunetto Latini (1220/30-1293) fu uno dei protagonisti della vita culturale fiorentina; svolse importanti incarichi politici p
Tresor. Un bestiario medievale
di Brunetto Latini
editore: Rizzoli
pagine: 32
Con il Tresor, opera in prosa scritta in lingua d'oïl tra il 1260 e il 1267, Brunetto Latini offrì ai suoi contemporanei un'en
Poesie
di Brunetto Latini
editore: Einaudi
pagine: 205
Brunetto Latini, traduttore, studioso della retorica classica e dell'oratoria ciceroniana, è noto soprattutto per il Tresor, primo esempio di enciclopedia in volgare, ma ha lasciato anche un piccolo corpus di opere poetiche, qui raccolto per la prima volta con l'obiettivo di dare alla poesia di Brunetto il posto, non piccolo, che merita nella storia della letteratura. Il corpus è costituito dal Tesoretto, che aggiorna, scorcia e mette in versi quello che era stato il piano enciclopedico del Tresor, dal Favolello, poemetto più breve sull'amicizia, e dalla canzone S'eo sono distretto inamaratamente. "Il Tesoretto, a dispetto della sua incompiutezza, va considerato come il primo testo poetico italiano che ambisca a una dimensione di classico, dopo per cosi dire - il prologo siciliano: l'equivalente, sul versante della poesia, di ciò che il Novellino rappresenta per la tradizione della prosa d'arte". (dall'introduzione di Stefano Carrai)
Tresor. Testo francese a fronte
di Brunetto Latini
editore: Einaudi
pagine: 953
"Tresor" nel senso di scrigno pieno d'oro e di gioielli, una raccolta di beni spirituali preziosi: la filosofia teorica, "denaro contante"; la filosofia pratica e la logica, "pietre preziose"; la retorica e la politica, "oro fino". L'opera più famosa di Brunetto Latini è di fatto un'enciclopedia medievale scritta in forma abrégée rispetto alle trattazioni latine del XIII secolo, perché al pubblico della nuova cultura laica di mercanti, amministratori, giudici e notai (come Brunetto) servivano strumenti più agili e compendiati. Per la stessa ragione Brunetto non scrive il suo trattato in latino, ma in francese, la lingua emergente di allora, non essendo ancora il toscano, prima di Dante, una lingua abbastanza strutturata per potervi sostenere un'opera impegnativa in prosa. La storia universale, la medicina, le scienze naturali, la geografia, l'agricoltura, l'architettura, il bestiario di tutti gli animali conosciuti: sono materie in cui Brunetto si dimostra supremo divulgatore. Ma il cuore dell'opera risiede nelle parti sull'etica e sulla politica. La retorica come fondamento dell'arte di governo è uno snodo che caratterizza le idee nuove di Brunetto, mutuate dalle antiche di Aristotele e Cicerone. Porre la cultura classica a fondamento della gestione del potere nelle società comunali italiane significava avviare un processo che avrebbe avuto conseguenze durature. E per questo si può dire che Brunetto fu il capostipite di un rinnovamento della cultura che avrebbe riguardato molte generazioni.