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Libri di C. Medici

Berggasse 19. Lo studio e la casa di Sigmund Freud. Vienna 1938

di Edmund Engelmann

editore: Abscondita

pagine: 124

"Ancora ricordo come fossi emozionato e timoroso in quell'umido mattino di maggio del 1938, mentre camminavo per le strade des
29,00

La filosofia di Andy Warhol. Da A a B e viceversa

di Andy Warhol

editore: Feltrinelli

pagine: 204

Andy Warhol è l'artista più famoso e riconoscibile del Novecento. Questo libro, uscito nel 1975, è un classico istantaneo. Vi troviamo, in forma di dialogo, di aforisma, di monologo interiore, di narrazione, tutto il suo pensiero sull'arte, il tempo, la vita, i soldi, il mondo. "Certe volte la gente lascia che lo stesso problema la renda infelice per anni, quando basterebbe dire: 'E allora?'. 'Mia madre non mi amava.' E allora? 'Mio marito non mi vuole scopare.' E allora? 'Ho successo, ma sono solo.' E allora? Non so come ho fatto a cavarmela per tanti anni prima di imparare questo trucco, ma una volta imparato non lo si scorda più." "Spazio vuoto è uno spazio non sprecato. Spazio sprecato è ogni spazio che contiene dell'arte. Poiché continuo a fare un po' d'arte, produco ancora rifiuti che la gente mette negli spazi che, a parer mio, dovrebbero rimanere vuoti. Io stesso non seguo la mia filosofia, perché neppure io riesco a svuotare i miei spazi. Non è la mia filosofia che mi tradisce, sono io che tradisco lei."
16,00

La Tour Eiffel

di Roland Barthes

editore: Abscondita

pagine: 88

"Sguardo, oggetto, simbolo, la Tour Eiffel è tutto quello che l'uomo pone in essa, e questo tutto è infinito. Spettacolo guardato e guardante, edificio inutile e insostituibile, mondo familiare e simbolo eroico, testimone di un secolo e monumento sempre nuovo, oggetto inimitabile e incessantemente riprodotto, essa è il segno puro, aperto a tutti i tempi, a tutte le immagini e a tutti i sensi, metafora senza freno; attraverso la Tour Eiffel, l'uomo esercita la grande funzione dell'immaginario, che è la propria libertà, poiché nessuna storia, per quanto oscura, ha mai potuto sottrargliela". (R. Barthes)
12,00

La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa

di Andy Warhol

editore: Abscondita

pagine: 264

"Non manca niente. C'è tutto. Lo sguardo spento. La grazia diffratta... Il languore annoiato, il pallore desolato... L'essere freak in modo chic, l'essenza passiva dello stupore, la segreta conoscenza che ammalia... La gioia un po' mesta, i tropismi rivelatori, la maschera imbiancata da folletto, l'aspetto lievemente slavo... L'ingenuità infantile, il fascino radicato nella disperazione, la trascuratezza narcisistica, la perfetta alterità, l'inafferrabilità, l'aura ombrosa, voyeuristica, vagamente sinistra, la pallida e sussurrata magica presenza, l'essere pelle e ossa... La pelle bianca da albino. Incartapecorita. Da rettile. Bluastra... Le ginocchia nodose. La mappa delle cicatrici. Le lunghe braccia ossute, così candide da sembrare candeggiate. Le mani attraenti. Gli occhi a spillo. Le orecchie a banana... Le labbra tendenti al grigio. I capelli scarmigliati bianco-argento, soffici e metallici. I tendini del collo in evidenza intorno al grande pomo d'Adamo. C'è tutto... Non manca niente. Io sono tutto ciò che dice il mio album di fotografie."
24,00

Edward Hopper. La fotosintesi dell'essere

di Yves Bonnefoy

editore: Abscondita

pagine: 87

"Non vi è cosa più vana del domandarsi chi siano quegli esseri che Edward Hopper mette in scena, o cosa accade tra loro e cosa
12,00

Berggasse, 19. Lo studio e la casa di Sigmund Freud. Vienna 1938

di Edmund Engelmann

editore: Abscondita

pagine: 124

"Ancora ricordo come fossi emozionato e timoroso in quell'umido mattino di maggio del 1938, mentre camminavo per le strade deserte verso d numero 19 della Berggasse. Reggevo una valigetta con macchine fotografiche, treppiedi, obiettivi e pellicole, e mi sembrava che a ogni passo divenisse sempre più pesante. Avevo la sensazione che a chiunque sarebbe bastata un'occhiata per capire che mi stavo recando dal professor Sigmund Freud per svolgere un compito che i nazionalsocialisti non avrebbero gradito. Aveva appena finito di piovere. Il cielo era ancora cupo e il lastricato della Berggasse luccicava per la pioggia caduta. Quell'oscurità mi preoccupava. Temevo che non ci sarebbe stata luce sufficiente per scattare buone fotografie all'interno dell'abitazione. Flash e riflettori erano fuori questione. Mi avevano avvertito che la casa era costantemente sorvegliata dalla Gestapo. L'unica documentazione del luogo in cui Freud aveva vissuto e lavorato negli ultimi quarant'anni avrebbe dovuto essere raccolta senza destare il minimo sospetto. Temevo per la mia incolumità e per quella di Freud e della sua famiglia. Non volevo nel modo più assoluto che una mia imprudenza li mettesse in pericolo proprio ora che erano in procinto di lasciare Vienna verso la salvezza." (Dall'introduzione di Edmund Engelman)
28,00

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