Libri di Cotturri Giuseppe
Declino di un partito. Il PCI negli anni Ottanta visto da un suo centro studi
di Giuseppe Cotturri
editore: Ediesse
pagine: 125
Il declino negli anni Ottanta del PCI, maggior partito di massa in Italia, non fu soltanto legato alle contraddizioni del comunismo mondiale e alla preclusione che le forze della guerra fredda opposero a un percorso di integrazione democratica di quel partito. La vicenda di quel declino rivela aspetti generali di mancato sviluppo democratico delle democrazie come tali: nuove soggettività politiche, partecipazione di cittadini competenti e autonomi, rispetto della dignità delle persone, nuovi bisogni, allargamento dei sistemi politici. Tutto questo si manifestò in quel decennio, e tutto fu respinto, la guerra tornò sulla scena del mondo, il Sud d'Europa e soprattutto il Mediterraneo furono abbandonati a esiti tragici. Questi temi furono colti e segnalati con grande anticipo in una singolare esperienza di ricerca promossa dal CRS, Centro Studi del PCI, che per quindici anni con la direzione di Pietro Ingrao provò a orientare il partito verso riforme del sistema politico e a contribuire da sinistra alla costruzione europea. La chiusura del partito a quei temi e a quelle proposte è un aspetto particolare del suo declino. Oggi l'interesse per quella vicenda, che l'autore ricostruisce dall'interno per il ruolo svolto nel CRS, è dato anche dall'attualità delle questioni irrisolte: le riforme istituzionali e costituzionali, l'unione politica dell'Europa, forme e ruolo delle nuove soggettività.
La forza riformatrice della cittadinanza attiva
di Giuseppe Cotturri
editore: Carocci
pagine: 157
Uno dei paradossi del trentennale dibattito italiano sulla riforma della politica è che, nel declino e nella deriva del sistema dei partiti, la crescita umana e la partecipazione in forme molecolari di autonomia dei cittadini sono avvenute nel solco del disegno costituzionale, e ne hanno assicurato tenuta e sviluppo. Forze sociali diffuse, poco organizzate e indicate come "minori", quindi per definizione politicamente deboli (associazioni, volontariato, cittadinanza attiva), hanno conseguito in un quarto di secolo un effettivo empowerment e alla lunga appaiono le sole portatrici di una riforma, avendo già indotto una significativa trasformazione, lenta ma non contrastabile, della nostra democrazia. Protagonisti e guida della riforma quindi risultano gli attori civici, che partiti e media hanno a lungo temuto e cercato di oscurare, e oggi invece corteggiano e tentano di "cavalcare". Le trasformazioni indotte dalla presenza e dalle azioni della cittadinanza attiva hanno segnato leggi nazionali e regionali, la stessa Costituzione, e ora segnano la prospettiva europea e costituiscono una speranza per la fuoriuscita dalla crisi. Questo libro, con la forza di un'analisi giuridica e sociale rigorosa, delinea una sorprendente interpretazione storico-politica, getta le basi di una nuova teoria politica e delle istituzioni e si propone come "manifesto" di una possibile nuova stagione del volontariato e dell'associazionismo di Terzo Settore.