Libri di Emil M. Cioran
Taccuino per stenografia (1937-1938)
di Emil M. Cioran
editore: Mimesis
pagine: 74
Il "Taccuino per stenografia", redatto da Cioran durante i primi anni di permanenza in Francia, presumibilmente tra il 1937 e
Finestra sul nulla
di Emil M. Cioran
editore: Adelphi
pagine: 227
Quando, dopo la morte di Cioran, furono ritrovati i trentaquattro taccuini che per quindici anni aveva riempito con le annotaz
L'orgoglio del fallimento. Lettere ad Arsavir e Jeni Acterian
di Emil M. Cioran
editore: Mimesis
pagine: 156
Agli inizi degli anni trenta, a Bucarest, nel pieno del fermento culturale, politico e sociale che attraversava la capitale ro
Ultimatum all'esistenza. Conversazioni e interviste (1949-1994)
di Emil M. Cioran
editore: La scuola di Pitagora
pagine: 480
«Per me scrivere è un ultimatum all'esistenza», afferma Cioran in una delle preziose interviste raccolte nel presente volume,
L'insonnia dello spirito. Lettere a Petre Tutea (1936-1941)
di Emil M. Cioran
editore: Mimesis
pagine: 83
Bucarest, inizio anni '30: è qui, nella "piccola Parigi" dei Balcani, che il destino di Emil Cioran interseca quello di Petre
Breviario dei vinti
di Emil M. Cioran
editore: Voland
pagine: 148
Scritto da Cioran nella sua lingua materna tra il 1941 e il '44, dovranno passare circa trent'anni perché il testo veda la luc
La tentazione di esistere
di Emil M. Cioran
editore: Adelphi
pagine: 215
«Quando abbiamo finito di leggere La tentazione di esistere, ci rendiamo conto che non potremo mai raccontare i fitti, intensi
Una segreta complicità. Lettere 1933-1983
editore: Adelphi
pagine: 300
Nella fotografia riprodotta sulla copertina di questo libro, che ritrae Mircea Eliade e Cioran insieme a Parigi, negli anni Se
Antologia del ritratto da Saint-Simon a Tocqueville
di Emil M. Cioran
editore: Adelphi
pagine: 315
Fra il Seicento e la fine del Settecento, nasce e si sviluppa in Francia un genere che subito raggiunge picchi mai eguagliati
Tra inquietudine e fede. Corrispondenza (1967-1992)
editore: Mimesis
pagine: 144
Il presente volume raccoglie in maniera integrale lo scambio epistolare, costituito da cinquantatré missive, intercorso tra Em
Un'altra verità. Lettere a Linde Birk e Dieter Schlesak (1969-1986)
di Emil M. Cioran
editore: Mimesis
pagine: 77
Il presente volume raccoglie in maniera integrale lo scambio epistolare, costituito da quattordici missive, intercorso tra Emil Cioran, Linde Birk e Dieter Schlesak negli anni 1969-1986. Esso rappresenta una preziosa testimonianza per comprendere l'evoluzione psicologica di Cioran in Francia e per chiarire il suo rapporto di amore-odio verso la Romania. Afflitto da un'"ineffabile nostalgia", lo scrittore transilvano ritorna col pensiero alle origini e rimpiange, come pochi altri, le proprie radici e la propria terra natia. Nell'esilio parigino, la lontananza dalla patria è vissuta come incommensurabile perdita e ricordo struggente di un passato immemore, al di là del tempo. Ma è proprio attraverso quest'incessante anelito della memoria che l'humus balcanico e il retroterra valacco, originariamente rinnegati, riaffiorano alla coscienza e prepotentemente si rivelano nell'esercizio della scrittura. Un retaggio gravoso, misto di fatalità e disincanto, che inevitabilmente segna l'uomo e il filosofo di Ràsinari, alla perenne ricerca di "un'altra verità'.
Divagazioni
di Emil M. Cioran
editore: Lindau
pagine: 112
Uno degli ultimi testi scritti da Cioran in romeno - e probabilmente l'ultimo concepito come libro -, Divagazioni rappresenta uno spartiacque nella sua carriera letteraria. A circa 35 anni, l'autore inizia a esitare nella scelta della formula più efficace per dare espressione ai propri pensieri. Si avverte che la punta della penna stilografica vorrebbe scivolare verso un'altra lingua. Nel passaggio dal romeno al francese, questo libro segna l'orlo di un precipizio che Cioran avrebbe poi felicemente superato posando il piede oltre, su un terreno che si sarebbe rivelato particolarmente fertile.A differenza dei testi precedenti, caratterizzati da un entusiasmo solidale con la filosofia, o dal fascino esercitato su di lui dalla formula lirica sottilmente intrecciata con l'espressione aforistica, qui lo scrittore, ormai trapiantato a Parigi, sembra scegliere una nuova via, meno spettacolare e meno eccentrica.La frenesia di Al culmine della disperazione e il tono poetico di Breviario dei vinti sono ormai abbandonati e sostituiti da un dire malinconico, monocorde e dimissionario, da parte di colui che non intravede più nessuna soluzione all'«ineffabile» dell'esistenza.Egli porge l'orecchio al silenzio assoluto che avvolge l'universo e scopre il vuoto, quell'enorme baratro in cui la materia rarefatta non ha alcuna giustificazione, come del resto nemmeno la vita, manifestazione improbabile dello stesso principio del non essere. Si preannuncia un nuovo cammino, in cui svanirà anche il sentimento di inutilità predominante in Divagazioni, per far posto ad altri concetti che susciteranno in Cioran insospettabili energie: decomposizioni, amarezza, squartamenti, anatemi e una congerie di altri inconvenienti.