Libri di Enrico Camanni
Il grande libro del ghiaccio
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 384
Apparentemente algido e senza vita, il ghiaccio è un mondo a sé
Una coperta di neve
di Enrico Camanni
editore: Mondadori
pagine: 296
Molti credono che sia soffice e bianca, ma quando si è sommersi sotto di lei, la neve è nera come la notte
Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 243
Dalla leggendaria lotta di Guglielmo Tell, un filo sottile lega le terre alte alla tentazione della ribellione
Verso un nuovo mattino. La montagna e il tramonto dell'utopia
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 242
Nei primi anni Settanta, tra Torino e il Gran Paradiso, le montagne cominciano a popolarsi di personaggi strani, lontani anni
Il desiderio di infinito. Vita di Giusto Gervasutti
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 269
«Dietro il sogno si sale, senza sogni si cade»: questo il principio guida di Giusto Gervasutti
Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 236
Dalla leggendaria lotta di Guglielmo Tell, un filo sottile lega le terre alte alla tentazione della ribellione
Il fuoco e il gelo. La grande guerra sulle montagne
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 211
Per tre anni e tre terribili inverni la Grande Guerra scaraventa migliaia di uomini sul fronte che dallo Stelvio e dall'Ortles scende verso l'Adamello, le Dolomiti, il Pasubio e Asiago. In quegli anni di fuoco, su 640 chilometri di ghiacciai, creste, cenge, altipiani e brevi tratti di pianura cadono circa centottantamila soldati. Le Alpi diventano un immenso cimitero a cielo aperto, sfigurate da una devastante architettura di guerra che scava strade e camminamenti, costruisce città di roccia, legno e vertigine, addomestica le pareti a strapiombo e spiana le punte delle montagne. Alpini e soldati del Kaiser si affrontano divisi tra l'odio imposto dalla guerra e l'istinto umano di darsi una mano, invece di spararsi, per far fronte alla tormenta e alla neve. Si ingaggiano piccole battaglie anche a tremilaseicento metri, ma la vera sfida è sempre quella di resistere per rivedere l'alba, la primavera, la fine della guerra, prima che la morte bianca si porti via le dita di un piede, o la valanga si prenda un compagno. Intanto, l'isolamento, il freddo, i dislivelli bestiali, le frane, le valanghe, la vita da trogloditi, la coabitazione tra soli uomini producono risposte sorprendenti, insolite collaborazioni umane, geniali rimedi di sopravvivenza e adattamento. Leggendo le storie di vita e di guerra raccolte in questo libro - crude e vere perché narrate dai protagonisti in prima persona attraverso le lettere e i diari - si scopre un mondo d'insospettata complessità e ricchezza.
L'incanto del rifugio. Piccolo elogio della notte in montagna
di Enrico Camanni
editore: Ediciclo
pagine: 96
La collana "Piccola filosofia di viaggio" invita Enrico Camanni, alpinista, giornalista e scrittore, a raccontare le storie ch
Di roccia e di ghiaccio. Storia dell'alpinismo in 12 gradi
di Camanni Enrico
editore: Laterza
pagine: 270
Prima di tutto, questa è la storia di una passione totalizzante; poi, è la storia di una disciplina in cui si uniscono amore,
Il viaggio verticale. Breviario di uno scalatore tra terra e cielo
di Enrico Camanni
editore: Ediciclo
pagine: 136
Che cos'è la scalata, se non un viaggio verticale? L'uomo o la donna che si sollevano da terra e intraprendono una scalata sono esploratori di uno spazio che non appartiene loro. Scalare e viaggiare nascondono lo stesso segreto, rispondono alla stessa parola d'ordine: leggerezza. Le parole di Enrico Camanni, che assomigliano ai gesti leggeri e sicuri di chi sale in parete, mostrano come l'esperienza di un "viaggiatore verticale" vive più di una dimensione: la dimensione fisica, legata al peso del corpo, all'inesorabile legge di gravità e alle buone pratiche per affrontarla con successo; la dimensione sensoriale che allena oltre ai muscoli anche lo sguardo, il tatto, l'udito, e analizza tutte le relazioni con la materia circostante, sia essa la roccia o l'aria; ma anche la dimensione spirituale che indaga e interroga i movimenti dell'anima che preparano e accompagnano l'esperienza della scalata.
Il fuoco e il gelo. La grande guerra sulle montagne
di Enrico Camanni
editore: Laterza
pagine: 237
Per tre anni e tre terribili inverni la Grande Guerra scaraventa migliaia di uomini sul fronte che dallo Stelvio e dall'Ortles scende verso l'Adamello, le Dolomiti, il Pasubio e Asiago. In quegli anni di fuoco, su 640 chilometri di ghiacciai, creste, cenge, altipiani e brevi tratti di pianura cadono circa centottantamila soldati. Le Alpi diventano un immenso cimitero a cielo aperto, sfigurate da una devastante architettura di guerra che scava strade e camminamenti, costruisce città di roccia, legno e vertigine, addomestica le pareti a strapiombo e spiana le punte delle montagne. Alpini e soldati del Kaiser si affrontano divisi tra l'odio imposto dalla guerra e l'istinto umano di darsi una mano, invece di spararsi, per far fronte alla tormenta e alla neve. Si ingaggiano piccole battaglie anche a tremilaseicento metri, ma la vera sfida è sempre quella di resistere per rivedere l'alba, la primavera, la fine della guerra, prima che la morte bianca si porti via le dita di un piede, o la valanga si prenda un compagno. Intanto, l'isolamento, il freddo, i dislivelli bestiali, le frane, le valanghe, la vita da trogloditi, la coabitazione tra soli uomini producono risposte sorprendenti, insolite collaborazioni umane, geniali rimedi di sopravvivenza e adattamento. Leggendo le storie di vita e di guerra raccolte in questo libro - crude e vere perché narrate dai protagonisti in prima persona attraverso le lettere e i diari - si scopre un mondo d'insospettata complessità e ricchezza.
Ghiaccio vivo. Storia e antropologia dei ghiacciai alpini
di Enrico Camanni
editore: Priuli & Verlucca
pagine: 301
I montanari del Seicento vissero l'avanzata dei ghiacciai alpini come una maledizione, perché una teologia infarcita di mito e superstizione attribuì la Piccola età glaciale alle colpe degli uomini. Ma nel Settecento l'inferno è diventato il paradiso, attraverso la progressiva rivalutazione dell'alta montagna e la percezione positiva dei ghiacciai, rivelatisi nella rappresentazione artistica, nell'avventura alpinistica e nella colonizzazione turistica. Al termine di un lungo processo di riconversione simbolica, i cittadini del ventunesimo secolo vivono in modo perturbante la scomparsa dei ghiacciai alpini. Se i nostri antenati temettero la discesa dei fiumi gelati, fonte di disordine e distruzione, al contrario noi temiamo e subiamo la salita dello zero termico e l'arretramento delle nevi in quanto agenti di minaccia, e immagini capovolte del male. Il «drago» delle paure e delle leggende primordiali si libera dal suo gelido sudario e riappare negli incubi notturni dell'improvvido popolo di internet al tempo del disgelo. La colpa contemporanea è annidata nel dubbio inespresso che un patto sia stato tradito e un equilibrio incrinato per sempre. Il disordine etico, il nichilismo del mercato, la morte di Dio trovano una rappresentazione fisica e simbolica nello smagrimento dei ghiacciai, candide vittime di un'anoressia incurabile.