Libri di Fabrizio Coscia
I sentieri delle ninfe. Nei dintorni discorso amoroso
di Fabrizio Coscia
editore: Exòrma
pagine: 191
Vengono qui narrate le storie parallele di alcune figure femminili (realmente esistite o personaggi letterari) rappresentate c
La bellezza che resta
di Fabrizio Coscia
editore: Melville
pagine: 153
"'La bellezza che resta' è una riflessione sull'opera d'arte alla fine di una vita
Soli eravamo e altre storie su: Rimbaud, Kafka, Joyce, Leopardi, Proust, Dante, Woolf, Hopper, Tolstoj, Caravaggio, Keats, Evans, Vermeer, Radiohead, Mozart
di Fabrizio Coscia
editore: Ad est dell'equatore
pagine: 217
Possono un romanzo, una poesia, un quadro o una musica cambiare la nostra vita? Illuminarla di un significato che ci era stato nascosto fino a un attimo prima? Mostrarci una strada mai percorsa? Secondo l'autore di questo libro sì. A patto di lasciarci coinvolgere incondizionatamente dall'amore per l'arte. Ed è proprio quello che ci invita a fare, proponendoci un viaggio insolito in una narrazione, condotta sempre con leggerezza, che intreccia le biografie di scrittori, pittori e musicisti famosi e l'analisi delle loro opere alle considerazioni personali o alle divagazioni autobiografiche. Un viaggio che regala al lettore una serie di aneddoti curiosi e talvolta poco conosciuti sulle figure di Rimbaud, Kafka, Dante e Joyce, Keats, Proust, Tolstoj e Leopardi, fino alle riflessioni sulla pittura di Caravaggio, Vermeer e Hopper o sulla musica di Mozart, Brahms e Schubert, di Bill Evans e i Radiohead. Muovendosi in equilibrio tra saggio, biografia e fiction, il libro - costruito su un montaggio narrativo capace di creare tra i diversi riferimenti nessi inediti e talvolta spiazzanti - racconta così il rapporto sempre oscillante tra verità e finzione, vita e arte, ma anche tra eros e malattia, successo e fallimento, impegno e fuga.
Notte abissina
di Fabrizio Coscia
editore: Avagliano
pagine: 216
Addis Abeba, 1940. La "giornata particolare" di una famiglia napoletana in Africa Orientale Italiana, alla vigilia della dichiarazione di guerra, raccontata attraverso il punto di vista di ciascun componente: un colonnello dell'esercito stanco e disincantato, la moglie tenuta segregata in camera per una malattia "innominabile", da nascondere al mondo, i cinque figli e il fratello, tenente della polizia coloniale e impenitente viveur. Le singole voci narrano, con modalità diverse, i tempi di una stessa attesa, fino a confluire nella descrizione corale della festa da ballo conclusiva, organizzata dal colonnello per il diciottesimo compleanno di una delle sue figlie, evento attorno al quale è costruito l'intero romanzo. La storia resta sullo sfondo, ma dal racconto emerge l'atmosfera coloniale mondana e decadente, la vita quotidiana delle famiglie di ufficiali italiani in terra d'Africa - tra gite a cavallo, avventure galanti, garden-party - il paternalismo denso di conflitti sotterranei con gli indigeni, gli stili di vita e l'ideologia "imperiale". Su tutto domina la voce folle e delirante di una madre-Cassandra che predice, inascoltata, la fine di un mondo fintamente dorato, ignaro del suo imminente destino, cieco di fronte alle proprie colpe e responsabilità.