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Libri di Filippo Andreatta

Alla ricerca dell'ordine mondiale. L'Occidente di fronte alla guerra

di Filippo Andreatta

editore: Il Mulino

pagine: 154

Dopo l'11 settembre, le divisioni politiche hanno impedito una visione strategica comune, mentre il sanguinoso "dopoguerra" iracheno rappresenta un ulteriore dramma per gli stati e le coscienze. Questo volume delinea alcuni possibili scenari per uscire dal caos e ripristinare un ordine internazionale fondato sulla cooperazione multilaterale. L'autore discute l'intervento americano in Iraq e le sue conseguenze, le prospettive per l'esportazione della democrazia, le mutazioni del terrorismo internazionale, il ruolo dell'ONU e dell'Europa. È necessaria la ricostruzione di un ampio consenso internazionale attraverso un'azione concertata fra le potenze. L'unico percorso con qualche probabilità di successo per la stabilizzazione mondiale.
10,50

Mercanti e guerrieri. Interdipendenza economica e politica internazionale

di Filippo Andreatta

editore: Il mulino

pagine: 192

Per comprendere i processi che stanno sconvolgendo il sistema internazionale una chiave di lettura fondamentale è la natura dei rapporti tra economia e politica. Questo libro mostra con grande chiarezza i nessi tra economia e politica internazionale. Analizzando le relazioni internazionali del XX secolo, l'autore propone di distinguere tre possibili situazioni politiche che influenzano il senso dell'apertura economica, a seconda che le relazioni internazionali siano pacifiche, polarizzate entro blocchi di alleanza o disposte secondo allineamenti mutevoli alla ricerca di un equilibrio.
15,00

Istituzioni per la pace. Teoria e pratica della sicurezza collettiva da Versailles alla ex Jugoslavia

di Filippo Andreatta

editore: Il mulino

pagine: 352

Attraverso la ricostruzione delle diverse concezioni di sicurezza collettiva e l'analisi di alcuni casi esemplari (Abissinia, guerra del Golfo, Bosnia, Kosovo), l'autore sviluppa la propria argomentazione sul tema della sicurezza internazionale: non necessariamente le istituzioni internazionali devono essere forti per essere utili. Istituzioni relativamente deboli possono permettere, facilitando con la diplomazia, la cooperazione tra Stati. Paradossalmente è una concezione non radicale e non massimalista, antica e scarsamente popolare tra i cittadini delle democrazie moderne, quella che maggiormente appare in grado di contribuire a mantenere l'ordine internazionale nel XXI secolo.
23,50

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