Libri di Francesco Mercadante
Le parole dell'economia. Viaggio etimologico nel lessico economico
di Francesco Mercadante
editore: Il Sole 24 Ore
pagine: 272
Le parole dell'economia, molto di frequente, fanno anche paura
Psicosemantica della devianza. Il sistema di linguaggi del detenuto extracomunitario
di Mercadante Francesco
editore: Bonanno
pagine: 200
Assenza narrante
Laboratorio della funzione linguaggio
di Mercadante Francesco
editore: Bonanno
pagine: 196
Nell'epoca delle neuroscienze, è ancora possibile che gli studi sul Linguaggio tengano conto di convenzioni e regole linguisti
Vendo casa per comprare orologio
di Francesco Mercadante
editore: A & B
pagine: 80
L'intreccio amoroso sembra opera di un Mefistofele stakanovista, un povero diavolo ostinato e, per ciò stesso, noncurante del fatto che le proprie trame si annullano sulla scena a causa di personaggi comicamente incapaci di interpretare sé stessi. Il linguaggio di individui viventi senza identità e senza la ragionevole speranza di guadagnarne una somiglia molto allo schizofrenese: psicosi, violenza sucidaria ed omicidaria e sesso entrano a far parte di una quotidianità muta e piatta. Si "tradisce" fin da principio, pur nell'assenza di autentico soddisfacimento, dunque: si continua a "tradire" fino a concepire il matrimonio come l'unica violazione dei legami erotici permanenti. Il guaio è che nessuna delle relazioni, ioneschiane, beckettiane, shakespeareane e perché no? petrarchiane, che si materializzano, è sottratta al disastro. I dilemmi si fanno opprimenti tanto da far nascere allo spettatore-lettore anche il dubbio morale, ogni qual volta in cui una madre rapita dai propri bisogni trascura il proprio figlio, un padre diventa transessuale, uomini e donne si uccidono per guadagnare la via del libertinaggio: grapho-cronaca di una vita qualunque.
Il corpo nella stanza
di Francesco Mercadante
editore: A & B
pagine: 208
Sul tavolo un po' di carta straccia, una penna ed un posacenere colmo di sigarette fumate a metà; alle pareti nient'altro che qualche macchia d'insetti spiaccicati; sul pavimento frammenti di bottiglie distrutte; sul protagonista l'inconsistente luce giallognola filtrata dalle gelosie. Fuori della stanza si celebra in famiglia la vigilia di Natale. Le note gravi del Valzer dell'assenza, accompagnando la smorta concelebrazione, generano visioni accolte unicamente dal protagonista, intellettuale che ha già rifiutato sé stesso: un tempo, era uno stimato docente universitario, ma scriveva libri che nessuno leggeva; giaceva su corpi di donne del cui fremito non godeva affatto; decretava la vacuità d'un'arte che amava con passione ardente, perdendosi nelle trame dei suoi romanzi. Affetto dalla sindrome di don Chisciotte, si vedeva fiammiferaio e cantastorie presso le stazioni: ad ogni fiammella accesa per i passanti seguiva una storia in cambio di qualche centesimo. Il VI klavierstucke di Schoenberg è appena udibile entro quelle quattro pareti.