Libri di Gaia De Pascale
Filosofia del ritorno al bosco
di Gaia De Pascale
editore: Il Nuovo Melangolo
pagine: 124
Questo è un libro che ha sognato di essere scritto sulla corteccia di un albero col becco di un picchio nero, e restare ferita
Come le vene vivono del sangue. Vita imperdonabile di Antonia Pozzi
di Gaia De Pascale
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 151
Molto è già stato detto su Antonia Pozzi, ragazza "imperdonabile" che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato più di trecen
Come le vene vivono del sangue. Vita imperdonabile di Antonia Pozzi
di Gaia De Pascale
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 151
Molto è già stato detto su Antonia Pozzi, ragazza "imperdonabile" che, nonostante la sua breve vita, ha lasciato più di trecen
Correre è una filosofia. Perché si corre
di Gaia De Pascale
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 188
"Correre rende felici". Si potrebbe riassumere così il percorso che Gaia De Pascale traccia in queste pagine: unica fra tutte le discipline sportive, la corsa è una filosofia di vita, e insieme metafora stessa del vivere. Chi corre lo fa per spezzare ogni condizionamento o limite: si oppone al destino, esprime la propria nostalgia per l'infanzia perduta o per un ideale di purezza e autenticità a cui tendere, sfoga emozioni e tensioni sopite da troppo tempo, supera le barriere che la vita gli ha imposto. In una parola, correre è sinonimo di libertà, oltre i vincoli sociali, culturali, oltre le sbarre di qualsiasi prigione, mentale o reale, fisica o emotiva. Ecco quindi una ricchissima carrellata di figure, ognuna emblema di tale pulsione, dal mito greco ai conflitti sociali del Novecento, dalla savana africana ad Alice nel Paese delle Meraviglie, dagli scatti brucianti dei velocisti alle imprese titaniche degli ultrarunner, fra cui spicca il leggendario Marco Olmo. Le storie raccolte in questo libro sono tante e diversissime fra loro, lontane nello spazio e nel tempo della storia, ma non è difficile riconoscerne un centro comune. Quando si tratta di correre, agonismo e competizione non contano più di tanto: l'obiettivo non è sconfiggere l'avversario o inanellare l'ennesimo record, ma arrivare in fondo, raggiungere il traguardo, vincere la sfida che prima di tutto affrontiamo con noi stessi, le paure, le prove durissime di cui il destino ha costellato la nostra strada.
I semi di mille rivoluzioni. Alce Nero: storie di ulivi, uomini e api
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 143
Questa storia inizia tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento nelle vaste praterie d'America, dove un indiano sioux
(fuori Catalogo) Slow Travel
di De Pascale Gaia
editore: Ponte alle grazie -firenze
Il piacere di viaggiare, di scoprire la vita di un luogo, non di materializzarsi in posti lontani senza sapere cosa c`e` in me
Wu Ming. Non soltanto una band di scrittori
di Gaia De Pascale
editore: Il Nuovo Melangolo
pagine: 124
"La storia dei Wu Ming è una storia che vale la pena raccontare. Non tanto, o non solo, perché la loro scrittura ha lasciato segni ben visibili nel panorama letterario italiano, o per lo scossone che le azioni di Luther Blissett prima, e i libri di Wu Ming dopo, hanno dato a certa cultura pigra e salottiera, appisolata nelle ritmiche scadenze di vecchi sperimentalismi e nuovi premi. Ma anche, e soprattutto, perché le storie che raccontano ci appartengono per davvero. Sono nostre, siamo noi. Nate da un lavoro collettivo, prese dalla collettività e a essa restituite, le narrazioni di Wu Ming si sporcano le mani nel fango che tutti abbiamo attraversato, senza consolazione e senza retorica. Ed è proprio scavando nella melma di un passato al quale non ci si può più permettere di fare sconti che la speranza riesce nuovamente a emergere, a imporsi su qualunque sconfitta".
Qui non si canta al modo delle rane. La città nelle poetiche futuriste
di Gaia De Pascale
editore: Mimesis
pagine: 188
All'inizio del XX secolo lo spazio urbano subisce una vera e propria rivoluzione. Questo testo si propone di analizzare i legami tra tali stravolgimenti e la prima delle avanguardie europee: il futurismo. A partire dal 1909, la scrittura diventa consustanziale allo spazio urbano, trasformandosi in quella che fu definita una "cosa stradale": la sintassi, la tipografia, i contenuti, gli espedienti retorici e linguistici. Tutto deriva dalla città e alla città ritorna, creando una spaccatura irreversibile con il passato. Se molti sono gli studi sul rapporto futurismo/metropoli dal punto di vista delle arti visive, Qui non si canta al modo delle rane, nel centenario della nascita del futurismo, si concentra (cosa assolutamente nuova) sul versante prettamente letterario della questione. Ma l'arte, l'urbanistica, l'architettura, la sociologia e la storia non possono stare fuori da un discorso su un'epoca controversa e straordinaria che ha eliminato qualsiasi diaframma tra arte e arte, e per sempre.
Il corridore. Storia di una vita riscattata dallo sport
editore: Ponte alle Grazie
pagine: 137
All'inizio di questo racconto c'è un uomo che si guarda allo specchio e si chiede: "Sono davvero io quel vecchio lì?" Il suo c