Libri di Gigi Di Fiore
Le Borboniche. Le grandi regine delle due Sicilie
di Gigi Di Fiore
editore: UTET
pagine: 512
La prima fu Maria Amalia di Sassonia, figlia di Maria Giuseppa d'Austria e Augusto III di Polonia
Controstoria della Liberazione. Le stragi e i crimini dimenticati degli alleati nell'Italia del Sud
di Gigi Di Fiore
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 355
Bombardamenti a tappeto e massacri di civili, stupri e detenzioni durissime, collusioni con la mafia e affari illeciti. In una serrata inchiesta che svela il volto meno glorioso della guerra di Liberazione, Gigi Di Fiore denuncia la lunga serie di violenze e soprusi commessi dagli Alleati nel Mezzogiorno durante la difficile risalita della penisola. Attingendo a testimonianze di sopravvissuti e documenti inediti, l'autore mette in luce le contraddizioni dei resoconti oleografici più o meno ufficiali, evidenzia i punti oscuri di episodi cruciali come gli eccessi nei bombardamenti, e indaga sui silenzi che coprono avvenimenti drammatici come gli stupri di massa del contingente francese in Ciociaria. La sua ricostruzione di vicende scomode e troppo a lungo taciute mostra come il malgoverno degli Alleati aggravò il divario storico tra Nord e Sud del Paese e ci obbliga a ripensare squilibri e fallimenti dell'Italia di oggi.
I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 362
Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d'Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell'esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un'annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono "italianizzate": azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861 gli sconfitti, protagonisti di questa ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l'Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata.
La nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità «suddista»
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 351
Fino alla firma della resa con l'esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell'Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la "Nazione napoletana". Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti, da Gaeta in giù. Per molti di loro, l'unità d'Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all'occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d'indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno di un'Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune. Le storie qui raccolte dallo studioso meridionalista Gigi Di Fiore restituiscono un Risorgimento "al contrario", visto e vissuto dalla parte degli sconfitti... Con e-book scaricabile fino al 31-12-2015.
La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime «guerre»
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
A lungo sottovalutata, la camorra è di nuovo fenomeno socio-criminale sotto i riflettori internazionali dopo le decine di morti ammazzati a Napoli negli ultimi anni. Anche la stampa internazionale ha recentemente dedicato grande attenzione a questa forma di delinquenza organizzata, di certo meno conosciuta della mafia siciliana. Eppure nell'Ottocento i rapporti di notorietà erano capovolti, tanto che si parlava della mafia come di una "specie di camorra". Individualista, frammentata, organizzata orizzontalmente, la camorra è per questo la più violenta delle mafie italiane, e causa ogni anno un numero di omicidi da record. A morire, negli anni, sono state anche decine e decine di vittime innocenti. Come il giornalista Giancarlo Siani, ucciso nel 1985, o il sindaco Marcello Torre, massacrato nel 1980. Sulla camorra sono stati scritti finora o trattati sociologici o pamphlet e instant book giornalistici, non sempre rigorosi nella citazione delle fonti. Manca, così, una documentata storia delle storie dei gruppi e degli uomini che hanno segnato le vicende criminali campane a partire dal vicereame spagnolo fino a oggi. Preciso nelle fonti, nei documenti e nei riferimenti bibliografici, questo saggio, scritto da un giornalista che da 20 anni si occupa di criminalità organizzata soprattutto a Napoli, racconta, anche con aneddoti e circostanze inedite in cui si è imbattuto nel suo lavoro giornalistico, cosa sia oggi e cosa sia stata ieri la camorra con i suoi protagonisti.
L'impero. Traffici, storie e segreti dell'occulta e potente mafia dei Casalesi
di Gigi Di Fiore
editore: Rizzoli
pagine: 419
Dopo l'esplosione dello scandalo delle discariche in Campania e la sentenza d'appello del processo Spartacus, i Casalesi sono balzati alla ribalta della cronaca. Come nel caso dei Corleonesi in Sicilia, il clan più potente e sanguinario della camorra non viene dalla città ma dalla campagna: il paese di Gasai di Principe, in provincia di Caserta. E proprio un'alleanza organica con la mafia è all'origine del trionfo dei Casalesi, che incarnano lo spirito e i riti della vecchia camorra e insieme dimostrano una straordinaria capacità di adattarsi al presente. Fin dagli anni Ottanta hanno sviluppato un controllo paramilitare del territorio, esigono percentuali sulla vendita di droga, sulla prostituzione, sul gioco d'azzardo, esercitano estorsioni su ogni attività commerciale, si infiltrano in tutti gli appalti pubblici, governano gli investimenti immobiliari, diversificano le loro attività in settori che vanno dalle pompe funebri alla produzione di mozzarella di bufala fino al calcio, riciclano milioni di euro e si arricchiscono col business dei rifiuti tossici e delle discariche abusive, allargando sempre più la loro influenza in Italia e nel mondo; e tutto questo in mezzo a delitti eccellenti, lupare bianche, sanguinose guerre fra clan. Attraverso documenti, atti giudiziari, testimonianze, cronache giornalistiche e una serrata ricostruzione storica l'autore compone con "L'impero" il primo racconto complessivo di un'agghiacciante realtà criminale che è diventata un vero cancro sociale.
Controstoria dell'Unità d'Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento
di Gigi Di Fiore
editore: Rizzoli
pagine: 461
L'unità d'Italia è un valore indiscutibile, ma come è stata raggiunta? Dei 22 anni dall'esplosione rivoluzionaria del 1848 all
I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 362
Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d'Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell'esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un'annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono "italianizzate": azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861 gli sconfitti, protagonisti di questa ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l'Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata.
La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle paranze dei bimbi
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 574
Quale verità si nasconde dietro il caotico scenario di delinquenza metropolitana che avvolge Napoli? Chi sono i protagonisti di quella che può essere ormai considerata come una vera e propria "guerriglia urbana", di feroce e drammatica attualità, combattuta da una miriade di gruppi privi di strategia criminale, dal fragile potere eppure potentissimi? Come è cambiata la camorra napoletana negli ultimi anni, quelli in cui è diventata protagonista di fiction di successo, oltre a trovarsi sempre più spesso sotto i riflettori della stampa, nazionale e internazionale? A queste domande cerca di rispondere lo storico e giornalista Gigi Di Fiore, nella nuova edizione aggiornata del libro "La camorra e le sue storie", uscito per la prima volta nel 2005, quando si consumava l'ultimo atto della prima "faida" di Scampia. Un fenomeno, quello della camorra, ora al centro dell'attenzione collettiva anche a causa delle decine e decine di morti ammazzati a Napoli negli ultimi anni - ma per lungo tempo trascurato, di certo decisamente sottovalutato anche in un passato molto recente, rispetto alla mafia siciliana. Eppure nell'Ottocento i rapporti di notorietà erano capovolti, tanto che si parlava della mafia come di una "specie di camorra". Individualista, frammentata, organizzata orizzontalmente, la camorra è per questo la più violenta delle mafie italiane, responsabile ogni anno di un numero di omicidi da record.
La nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità «suddista»
di Gigi Di Fiore
editore: UTET
pagine: 352
Fino alla firma della resa all'esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Bor
Briganti! Controstoria della guerra contadina nel Sud dei Gattopardi
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 349
«Lo Stato italiano ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri
L'ultimo re di Napoli. L'esilio di Francesco II di Borbone nell'Italia dei Savoia
di Gigi Di Fiore
editore: Utet
pagine: 365
«Mai principe sopportò le avversità della fortuna con la fermezza silenziosa e la dignità di Francesco II