Libri di Gioacchino Da Fiore
Concordia del Nuovo e dell'Antico Testamento
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 344
La Concordia del Nuovo e dell'Antico Testamento è l'opera forse più ambiziosa e innovativa di Gioacchino da Fiore, che vi svil
Scritti brevi. Genealogia degli antichi santi padri. Interpretazione dei canestri di fichi. Questione su Maria
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 160
Gioacchino da Fiore ha lasciato numerosi scritti brevi, fra cui i tre raccolti in questo volume
Sull'Apocalisse. Testo latino a fronte
di Gioacchino Da Fiore
editore: Feltrinelli
pagine: 411
Commentando l'Apocalisse di Giovanni, con l'intento di chiarire agli spaventati e increduli abitanti degli albori del nostro m
Confessioni di fede. Gli articoli di fede a frate Giovanni. Testo latino a fronte
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 148
Nella "Confessione di fede" e negli "Articoli di fede" Gioacchino da Fiore si presenta non tanto nelle consuete vesti di esegeta biblico, specialista dell'Apocalisse, né di teologo della storia che annuncia "profeticamente" l'imminente terza età dello Spirito, quanto come teologo a confronto con altri teologi e nei panni del teologo-abate, maestro dei suoi monaci. Nella "Confessione di fede" Gioacchino esprime una cultura teologica assimilata anche attraverso i testi della scolastica, in particolare le "Sentenze" di Pietro Lombardo. I destinatari del breve scritto sono teologi dotti, cui l'abate si rivolge probabilmente dall'abbazia di Casamari tra 1182 e 1184. Di altro genere è l'impostazione degli "Articoli di fede". I temi trattati sono comunque teologici, ma sono i toni e il lessico a essere diversi e a indicare che i destinatari sono i monaci della sua comunità, rappresentati dal filius Giovanni. L'abate di Corazzo non evita di toccare problematiche dibattute a quel tempo negli ambienti scolastici, ma il largo spazio riservato alle questioni monastiche e ai concreti problemi della gestione dei differenti carismi e ruoli, presenti all'interno di un'unica comunità religiosa, fa risaltare il suo volto di abate, impegnato a istruire i monaci a lui affidati.
Esortazione agli ebrei. Testo latino a fronte
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 196
Nel corso del medioevo l'atteggiamento dei cristiani nei confronti degli ebrei era fondamentalmente negativo e si esprimeva anche attraverso le opere di una letteratura antiebraica, al cui interno spiccavano i testi di un monaco cluniacense, l'abate Pietro il Venerabile, e di un convertito spagnolo, Pietro Alfonsi. Gioacchino da Fiore conosceva questi testi, elaborando dal canto suo una posizione del tutto differente. Egli non si rivolgeva agli ebrei per convertirli, ma ai cristiani, per convincerli che con l'incarnazione di Gesù la storia del popolo di Israele non era finita: nel futuro degli ultimi tempi della storia, che secondo l'abate si stava avvicinando nei giorni in cui egli scriveva, gli ebrei e i gentili si sarebbero riuniti in un unico popolo di credenti. Questa visione, che non trovava precedenti né ebbe seguito, fu affidata a un testo in cui Gioacchino da Fiore accumulava e commentava ampiamente brani delle Scritture sacre degli israeliti - il Vecchio Testamento dei cristiani -, trovandovi la conferma della dottrina della Trinità e la prefigurazione dell'avvento del Messia nella persona del Cristo. In tutto questo egli affidava a se stesso un ruolo analogo a quello del profeta Elia e indirizzava ai suoi ascoltatori una Esortazione a prepararsi ad accogliere insieme ebrei e cristiani alla fine della storia umana. Introduzione di Alexander Patschovsky.
I sermoni
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 180
Fonti agiografiche e documentarie attestano che Gioacchino da Fiore svolse attività di predicazione, sia interna sia esterna al chiostro. Ben poco tuttavia dei suoi sermoni è giunto fino a noi: possediamo soltanto due brevi raccolte di testi, i "Sermoni e capitoli sulla lettera e lo spirito" e "Sei sermoni dell'anno liturgico", qui pubblicati nel testo latino con traduzione italiana a fronte.
Sull'Apocalisse. Testo latino a fronte
di Gioacchino Da Fiore
editore: Feltrinelli
pagine: 411
Commentando l'Apocalisse di Giovanni, con l'intento di chiarire agli spaventati e increduli abitanti degli albori del nostro m
Il salterio a dieci corde
di Gioacchino Da Fiore
editore: Viella
pagine: 198
È l'opera principale di teologia trinitaria di Gioacchino da Fiore. Contiene un trattato sulla Trinità, che si inscrive nel dibattito teologico del secolo XII ed è incentrato sulla comprensione della trinità di Dio nella figura dello strumento a dieci corde per la salmodia, suonato dal re Davide. Inoltre sviluppa una lettura innovativa rispetto alla tradizione dell'esegesi biblica nel suo tempo, incentrandola sul progresso della conoscenza di Dio nel corso dei tre principali stadi o "stati" attraversati dal popolo di Dio dall'inizio alla fine della storia del mondo; vi viene anche esposta una teoria della società cristiana, considerata nello spirito della contemplazione monastica.