Libri di Giovanni De Luna
Un monumento di carta. La Segreteria particolare del Duce 1922-1943
editore: Feltrinelli
pagine: 256
Centinaia di migliaia furono le lettere che gli italiani inviarono a Mussolini durante il ventennio fascista
Storia
editore: Egea
pagine: 142
Disagio e inquietudine sono i segnali che provengono dagli storici della contemporaneità, stretti tra il dilagare dell'uso pub
Le ragioni di un decennio. 1969-1979. Militanza, violenza, sconfitta, memoria
di Giovanni De Luna
editore: Feltrinelli
pagine: 253
"Anni di piombo". Con questa espressione un po' spettrale si è creduto - e tuttora spesso si crede - di poter riassumere un intero decennio della nostra storia, quello che va dalla strage di Piazza Fontana del dicembre 1969 al "riflusso" degli anni ottanta. Eppure sotto quella coltre di piombo restano ancora seppellite le tracce e le storie di troppi protagonisti, in primo luogo le vittime innocenti ma non inconsapevoli di una violenza che le ha travolte insieme ai movimenti e alle idee alle quali avevano deciso di dedicare la propria vita. È un passato che in Italia non riesce ancora a passare, ma su cui non si riesce a costruire una memoria pubblica condivisa. Non si tratta di difendere il decennio dai suoi detrattori. Piuttosto, il tentativo è quello di smontarlo, di sottrarlo a immagini troppo univoche. Solo così possono riemergere le coordinate di uno straordinario impegno politico e i contorni di una militanza dai tratti profondamente originali, solo così riesce a rivivere uno "spirito del tempo" fatto non solo di violenza, ma di canzoni, film, intrecci della memoria e rapporto con la Storia. Un saggio sul passato recente che si fa riflessione sulle dinamiche profonde del nostro presente.
La Resistenza perfetta
di Giovanni De Luna
editore: Feltrinelli
pagine: 254
Sono decenni, ormai, che la Resistenza è sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma anche di giornalisti e opinionisti. E se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa vulgata è diventata un sottofondo dato quasi per scontato. Il rischio è che ci dimentichiamo, e le giovani generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all'altezza del suo mito c'è stato nella lotta partigiana. Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un'immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d'Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell'ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera. Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt'attorno, si formò veramente quell'unità che diede origine al mito della Resistenza.
Noi. Non erano solo canzonette (1958-1982)
editore: Skira
pagine: 250
Penso che un sogno così non ritorni mai più
Alessandro Scotti e il partito dei contadini (1889-1974)
di Giovanni De Luna
editore: Franco Angeli
pagine: 346
La passione e la ragione. Fonti e metodi dello storico contemporaneo
di Giovanni De Luna
editore: La nuova italia
pagine: 292
Dalla storia contemporanea affiorano segnali di inquietudine. Si è parlato di fine della storia, di una sua crisi gravissima, alimentata dall'interruzione dei contatti tra le generazioni, dal diffondersi di irrazionalismi incontrollati. L'autore riflette su cosa significhi oggi fare lo storico della contemporaneità, tra l'invasività dell'uso pubblico della storia e la sfida epistemologica dei nuovi media.
La repubblica del dolore. Le memorie di un'Italia divisa
di Giovanni De Luna
editore: Feltrinelli
pagine: 201
La memoria pubblica è un "patto" in cui ci si accorda su cosa trattenere e cosa lasciar cadere degli eventi del nostro passato. Su questi eventi si costruisce l'albero genealogico di una nazione. Sono i pilastri su cui fondare i programmi di studio per le scuole, i luoghi di memoria, i criteri espositivi dei musei, i calendari delle festività civili, le priorità da proporre nella grande arena dell'uso pubblico della storia, le scelte sulla base delle quali si orientano tutti i sentimenti del passato che attraversano la nostra esistenza collettiva. I fondamenti di quel "patto" cambiano a seconda delle varie "fasi" che scandiscono il processo storico di una nazione. Vent'anni fa, la classe politica uscita dal crollo della Prima Repubblica venne chiamata a una complessiva opera di "rifondazione". Si trattava di rinnovare un intero apparato simbolico. Vent'anni dopo prendiamo atto di un vero fallimento. A tenere insieme il patto fondativo della nostra memoria sono oggi infatti il dolore e il lutto che scaturiscono dal ricordo delle "vittime". Della mafia, del terrorismo, della Shoah, delle foibe, delle catastrofi naturali, del dovere, vittime, sempre e solo vittime. Il loro dolore, per potersi vedere riconosciuto, deve sopravanzare quello delle altre. Per emozionare, commuovere, suscitare consenso, le sofferenze vanno gridate. Quasi che le emozioni siano merci e che sia il mercato a imporre le sue regole, nel controllarne la domanda e l'offerta.
La Resistenza perfetta
di Giovanni De Luna
editore: Feltrinelli
pagine: 254
Sono decenni, ormai, che la Resistenza è sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma anche di giornalisti e opinionisti. E se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa vulgata è diventata un sottofondo dato quasi per scontato. Il rischio è che ci dimentichiamo, e le giovani generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all'altezza del suo mito c'è stato nella lotta partigiana. Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un'immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d'Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell'ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera. Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt'attorno, si formò veramente quell'unità che diede origine al mito della Resistenza.
La Repubblica inquieta. L'Italia della Costituzione. 1946-1948
di Giovanni De Luna
editore: Feltrinelli
pagine: 301
La storia dell'Italia repubblicana comincia nel caos
Juventus. Storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri
editore: UTET
pagine: 384
Nell'autunno del 1897 un gruppo di allievi del liceo Massimo d'Azeglio di Torino, uno dei più prestigiosi del capoluogo piemon
Storia d'Italia in 100 foto
editore: Laterza
pagine: 230
Per una casualità del destino, l'Unità d'Italia corrisponde cronologicamente all'affermarsi della fotografia