Libri di Giovanni Della Casa
Poesie italiane e latine: Capitoli-Rime piacevoli-Rime-Carmina
di Giovanni Della Casa
editore: Società Editrice Fiorentina
pagine: 716
Il volume raccoglie per la prima volta, in un'edizione filologicamente controllata e ampiamente commentata, tutte le opere poetiche di Giovanni Della Casa, riunendo intorno alle sue celebri «Rime» la scrittura burlesca in volgare («Capitoli» e «Rime piacevoli») e la produzione latina dei «Carmina»
Corrispondenza con Alessandro Farnese
di Giovanni Della Casa
editore: Storia e Letteratura
pagine: 500
La corrispondenza con il cardinale Alessandro Farnese raccoglie la testimonianza di un sodalizio politico, professionale, ma a
Corrispondenza con i legati al Concilio di Trento
di Giovanni Della Casa
editore: Storia e Letteratura
pagine: 304
Nell'agosto del 1544 Giovanni Della Casa viene nominato nunzio apostolico a Venezia, una delle città di maggior rilievo per i
Scritti biografici e polemici. Petri Bembi vita. Gasparis Contareni vita. Dissertatio adversus Petrum Paulum Vergerium
di Giovanni Della Casa
editore: Società Editrice Fiorentina
pagine: 368
Scritte in aureo latino nella fase finale della sua esistenza, dalla metà del 1550 al 1555-1556, la «Petri Bembi vita», la «Ga
Galateo & bon ton moderno (ma non troppo). Le buone maniere ieri e oggi
editore: Cesati
pagine: 192
Le buone maniere sono un po' come la lingua italiana: tutti pensiamo di conoscerle perfettamente
Galateo
di Giovanni Della Casa
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 108
Si può raggiungere la bellezza di una scultura greca sedendo semplicemente a tavola? O conversando del più e del meno con una persona incontrata per caso? Le pagine di monsignor Giovanni Della Casa sono qui, dopo cinquecento anni, a dimostrarci che è possibile. Che la grazia e la proporzione non sono solo nei corpi e nella natura, ma in ogni piega dell'agire umano. Mai ribellarsi alle consuetudini, quali che siano. Parlare con garbo e vestirsi a modo, senza dare nell'occhio. Non usare parole volgari e poco decorose. E soprattutto non essere verbosi e pomposi, ma neppure vacui e silenziosi. Non pretendere la ragione, neppure quando si ha ragione. Perché non esistono né il giusto né l'ingiusto: esiste solo quello che si accorda con la convenienza. Il Sembra di essere di fronte a una sinistra, prodigiosa anticipazione della società contemporanea. Forse per questo la notorietà di un libriccino del 1558 è arrivata fino a noi con la forza straordinaria del luogo comune. Ma Michele Mari, nella prefazione, ci spinge a diffidare proprio dei luoghi comuni che si sono depositati sul Galateo: "Testo perfido, testo suasivamente ipocrita, ambiguo fino all'ossimoro, il celebre trattatello denuncia la vacuità e la falsità delle cerimonie, ma le raccomanda perché così va il mondo; ammira la virtù, ma le antepone la più redditizia piacevolezza".
Galateo
di Giovanni Della Casa
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 197
"La verità vuole la maschera", diceva Nietzsche. E una maschera appunto indossò monsignor Giovanni Della Casa, quando decise di porre alcune sue riflessioni circa la convivenza civile sulle labbra di un vecchio che si proclama ripetutamente alquanto ignorante. È la sua voce che ci accompagna durante tutta la lettura del Galateo: ed è una voce che mette alla berlina maleducazione e bizzarria inanellando esempi spassosi, che propone norme di comportamento e di conversazione ma confessa anche di non averle sempre rispettate, che si spinge con dissimulata malizia fino a criticare il linguaggio dantesco con il tono di chi si affida, nel giudicare, quasi soltanto all'esperienza vissuta. Una prosa classicamente misurata, una voce confidente: un "trattatello" intessuto di raffinata sapienza umanistica e insieme un'opera che è stata subito accolta con straordinario favore, fin dal suo primo apparire, da un ampio pubblico nell'Europa intera.
Galateo
di Giovanni Della Casa
editore: Einaudi
pagine: 128
Il "Galateo ovvero de' costumi", trattato nel quale, sotto la persona di un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de' modi che si debbono tenere o schifare nella comune conversazione, così precisa il sottotitolo, fu pubblicato nel 1558 da monsignor Della Casa, nunzio pontificio a Venezia, temperamento mondano, autore di quello che sarà poi l'"Indice dei libri proibiti". Vengono esposte norme sul modo di vestirsi, enumerati tutti i gesti e le cose spiacevoli da evitarsi; è riprovato lo scherno, la beffa, la parola che morde e offende; si suggeriscono i modi del parlare, si consigliano i vocaboli da usare e quelli da evitare. Insomma, biasimando ogni eccesso, l'autore incarna il culto della proporzione proprio del Rinascimento.
Galateo
di Della Casa Giovanni
editore: Garzanti Libri
Il "Galateo ovvero de' costumi", trattato nel quale, sotto la persona di un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si
Rime
di Giovanni Della Casa
editore: Guanda
pagine: 306
Il filo conduttore delle "Rime" è costituito da una meditazione sulle più forti ambizioni terrene, come l'amore, la gloria, il potere, che ne fa emergere i limiti e la vanità. Il libro si configura come un progressivo dissolvimento di obiettivi ingannevoli anche sotto le più nobili apparenze. La poesia di Della Casa nasce negli anni del Concilio di Trento e ha i tratti caratteristici dell'arte della Controriforma, severa, cosciente di essere strumento e per questo preoccupata del suo decoro e della sua altezza formale.
Rime
di Della Casa Giovanni
editore: Einaudi
Giovanni Della Casa possedeva una raffinata educazione umanistica, che gli consentiva di padroneggiare le rime latine come que