Libri di Giulio Andreotti
La crisi della Repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
pagine: 440
La fitta corrispondenza tra Giulio Andreotti e Francesco Cossiga, pubblicata in questo secondo volume e risalente al periodo t
La crisi della Repubblica nel carteggio Andreotti-Cossiga
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
pagine: 440
Sullo sfondo dei mutamenti epocali che vedono l'avvio della fine della Guerra fredda, la riunificazione della Germania e, dall
Cara Liviuccia. Lettere alla moglie
di Giulio Andreotti
editore: Solferino
pagine: 336
«Cara Liviuccia, non preoccuparti per me
I diari degli anni di piombo
di Giulio Andreotti
editore: Solferino
pagine: 784
«L'agente di pubblica sicurezza Antonio Annarumma muore con la testa fracassata da una sbarra di ferro»
I diari segreti
di Giulio Andreotti
editore: Solferino
pagine: 420
Giulio Andreotti è stato presidente del Consiglio negli anni della solidarietà nazionale, della crisi economica e del terroris
Il buono cattivo
di Giulio Andreotti
editore: La nave di teseo
pagine: 243
1970, in una villa sul lago di Como la vedova Falconi amministra una residenza di vacanza frequentata da potenti, generali, ma
De Gasperi
di Giulio Andreotti
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 165
A cinquanta anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi, Andreotti ne racconta la vita. Non si tratta soltanto della biografia di un grande statista, di un uomo che, cittadino dell'Austria fino alla fine della prima guerra mondiale, antifascista, cattolico ma immune dai condizionamenti che il cattolicesimo italiano ebbe sempre nei confronti dello stato vaticano - fu senza dubbio il protagonista della rinascita democratica dell'Italia del dopoguerra. È la storia di una stagione essenziale della vita del nostro paese rivissuta da Andreotti. In queste pagine, accanto alle considerazioni politiche, al resoconto e al concatenarsi degli eventi, Andreotti si sofferma su episodi solo all'apparenza minori, ma che raccontati dalla voce di un protagonista gettano nuova luce sugli anni che vanno dalla liberazione di Roma nel 1944 sino alla morte di De Gasperi nel 1954. Andreotti rievoca il suo primo incontro con De Gasperi avvenuto in biblioteca dove egli si recava per cercar testi per la tesi di laurea in Diritto della navigazione. De Gasperi, che, uscito di prigione, lavorava alla biblioteca vaticana, lo apostrofò: "Non hai niente di meglio da studiare? Lascia perdere la marina pontificia e vieni a lavorare con noi". Iniziava così la frequentazione di Andreotti, allora presidente della Fuci, con il gruppo della Democrazia cristiana.
Visti da vicino
di Giulio Andreotti
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 460
"Quando ebbi l'idea di scrivere piccoli saggi biografici su un certo numero delle persone che avevo incontrato nel corso della mia movimentata vita, nutrivo la preoccupazione di poter ritenere interessanti per gli altri notazioni e episodi che in fondo avevano colpito me, e non di rado quasi occasionalmente. Fui incoraggiato da un antico ricordo, quando in una conferenza all'Università Gregoriana sentii distruggere un filosofo della solidarietà con il racconto della sua stolta avarizia che lo portava, in casa, a mettere sotto chiave persino la zuccheriera...". Dall'introduzione (Giulio Andreotti).
Il potere logora... ma è meglio non perderlo
di Giulio Andreotti
editore: Rizzoli
pagine: 186
"Poiché indulgo nell'uso di frasi scherzose e sono allergico a ogni genere di discorsi e concetti complicati, c'è chi mi guard
Il potere logora... Ma è meglio non perderlo. Le battute più divertenti, più cattive, più riuscite
di Giulio Andreotti
editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
pagine: 210
"Qualcuno crede di declassarmi sostenendo che nella mia vita pubblica io propendo per il pragmatismo e mi mostro refrattario alle grandi programmazioni. Di più: poiché indulgo nell'uso di frasi scherzose e sono allergico a ogni genere di discorsi e concetti complicati - che, del resto, sono stati bollati come 'politichese' -, c'è chi mi guarda con sufficienza, quasi scandalizzandosi intellettualmente a causa di un mio presunto gusto per le battute. Non voglio davvero far assurgere il mio metodo a canone di comportamento da imitare. Nè oso riferirmi al 'castigat ridendo mores' o alla leggenda aurea secondo cui il tempo è moneta ...". - Dall'introduzione (Giulio Andreotti).