Libri di Giuseppe Craparo
Menti che si svelano. Caratteristiche e funzioni della self-disclosure dell'analista
di Giuseppe Craparo
editore: Franco Angeli
pagine: 180
È utile per il paziente che l'analista sveli aspetti della propria vita, i propri pensieri, sentimenti, motivazioni, fantasie,
Psicoanalisi online
di Giuseppe Craparo
editore: Carocci
pagine: 144
Partendo da un'analisi psicologica delle caratteristiche del mondo digitale e della Rete, il libro risponde ad alcune domande che si sono imposte nell'attuale dibattito sul trattamento a distanza: possiamo continuare a chiamare psicoanalisi una terapia svolta mediante videochiamata? Quali sono i limiti e i punti di forza di un lavoro del genere? Quali sono le peculiarità di un setting analitico online, e le sue differenze rispetto a un setting offline? Si può sviluppare un transfert in una terapia tecnomediata? È possibile trattare online tutti i disturbi mentali?
Inconscio non rimosso. Riflessioni per una nuova prassi clinica
di Giuseppe Craparo
editore: Franco Angeli
pagine: 140
Formulato per la prima volta da Sigmund Freud (ma dallo stesso non preso in debita considerazione), l'inconscio non rimosso, g
Mafia e psicopatologia. Crimini, vittime e storie di straordinaria follia
editore: Franco Angeli
pagine: 188
La mafia è un'organizzazione psicopatologica oppure no? Ancor prima di rispondere a questa domanda, è necessario interrogarsi
L'enactment nella relazione terapeutica. Caratteristiche e funzioni
di Giuseppe Craparo
editore: Cortina raffaello
pagine: 109
Partendo da una rassegna aggiornata della letteratura psicoanalitica, che mette a confronto la concezione dell'enactment nel m
Inconsci, coscienza e desiderio. L'incertezza in psicoanalisi
di Giuseppe Craparo
editore: Carocci
pagine: 102
Cosa qualifica la pratica psicoanalitica rispetto alle altre psicoterapie? La risposta dell'autore è che la psicoanalisi si caratterizza per essere una pratica dell'incertezza. Diversamente dal senso comune, nel volume l'incertezza viene declinata positivamente come ciò a cui dovrebbe "tendere" una pratica che si richiami alla singolarità del paziente, a una concezione del sintomo quale narrazione da interrogare, ma soprattutto al ruolo degli inconsci (non rimosso e rimosso). Particolare attenzione viene riservata proprio alla distinzione fra il cosiddetto inconscio rimosso, linguistico, sede di contenuti che sono andati incontro all'elaborazione simbolica, e l'inconscio non rimosso, presimbolico. Il rimando ai due inconsci porta l'autore a considerare la teoria psicoanalitica non più centrata sull'inconscio ma sugli inconsci: un cambio di vertice che risulta vantaggioso per la comprensione delle psicopatologie non nevrotiche (come, ad esempio, le psicosi), in cui si ravvisano compromissioni strutturali dei due inconsci. In questi casi, la psicoanalisi, intesa come pratica dell'incertezza, consisterebbe in un lavoro di co-costruzione degli inconsci attraverso una relazione che non punti a mettere in campo interventi correttivi precostituiti, ma a promuovere processi trasformativi favoriti dall'ascolto desiderante, da parte dell'analista, della parola del paziente. Prefazione di Domenico Cosenza.