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Libri di Hugo Ball

Cabaret Voltaire

di Hugo Ball

editore: Castelvecchi

pagine: 92

All'inizio di febbraio del 1916, il poeta e scrittore Hugo Ball fonda a Zurigo il Cabaret Voltaire, luogo di aggregazione di giovani artisti in fuga dagli orrori della Prima Guerra Mondiale. Il locale, "la cui intenzione è di ricordare, al di là della guerra e della madrepatria, i pochi indipendenti che vivono per altri ideali", è una fucina di emozioni folli dove vengono proposti spettacoli dissacranti e provocatori di danza, musica, pittura e reading. Diverrà la culla del Dadaismo. Questo volume raccoglie una serie di testimonianze autografe di Ball, relative al breve ma eccezionale periodo di attività del Cabaret Voltaire: frammenti del diario in cui l'autore riversa riflessioni artistiche, notizie delle soirée, impressioni sul drammatico momento storico; una sezione epistolare con alcune lettere, inedite in italiano, indirizzate tra gli altri a Emmy Hennings e Tristan Tzara; e infine alcuni introvabili componimenti dello stesso Ball. A un secolo esatto dall'apertura del locale che ha segnato la nascita del movimento dadaista, Cabaret Voltaire porta il lettore dietro le quinte di una delle esperienze più irriverenti, radicali e geniali dell'Europa novecentesca.
12,50

Cristianesimo bizantino

di Hugo Ball

editore: Adelphi

pagine: 316

Dopo essere stato, con Dada, un araldo della disintegrazione e del sovvertimento universale, Hugo Ball trovò un fondamento inscalfibile nei grandi testi mistici bizantini, che seppe raccontare magistralmente - come nessuno prima e dopo di lui - in questo libro, forse il suo migliore, senz'altro il più segreto e sorprendente. Un libro rigoroso e visionario al tempo stesso, che illustra le "vite di tre santi" esemplari - Giovanni Climaco, Dionigi l'Areopagita, Simeone Stilita - sulla scorta di uno studio scrupoloso, offrendo pagine illuminanti sui rapporti tra gnosi e cristianesimo, e con una scrittura capace di accendersi in immagini di rara potenza. Tanto che poco dopo l'uscita di "Cristianesimo bizantino", nel 1924, Hermann Hesse poteva scrivere: "... è nato un libro che non saprei paragonare a nessun altro tra i moderni, con l'eccezione forse delle vite dei santi ebrei scritte da Martin Buber. Promana da queste pagine uno spirito così delicato, una tale grazia e profondità intellettuale che non se ne può parlare senza un sentimento di grande amore e riconoscenza". Per poi concludere: "Un'aria chiara e tersa spira intorno alle figure che egli descrive ... e aleggia un'atmosfera di purezza, come nelle opere dell'Alto Medioevo. Sono grato di aver potuto leggere questo libro prezioso, e grato ne parlo a coloro che vorranno accostarvisi".
28,00

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