Libri di Ingeborg Bachmann
A occhi aperti. Saggi, discorsi, scritti vari
di Ingeborg Bachmann
editore: Adelphi
pagine: 275
Chi abbia letto anche solo una pagina, o una poesia, di Ingeborg Bachmann non può che essere rimasto colpito dalla sua audacia
Il trentesimo anno
di Ingeborg Bachmann
editore: Feltrinelli
pagine: 168
I racconti di Ingeborg Bachmann sono acute narrazioni di un mondo doloroso, complesso, ambivalente, in cui si insinua lo sguar
Non conosco mondo migliore. Testo tedesco a fronte
di Ingeborg Bachmann
editore: Guanda
pagine: 294
In questi versi di Ingeborg Bachmann, postumi e pubblicati per la prima volta in Italia, rivivono, come in un caleidoscopico addio alla vita, tutte le migliori e più feconde tensioni della sua poesia, e si combinano in una sorta di viaggio disperatamente lirico che ci proietta ai confini della sua e della nostra esistenza. I testi si accumulano e si raggomitolano intorno a temi ripetuti in maniera ossessiva: la morte, il dolore dell'essere creato, il lutto per la poesia perduta, la critica ai mali della modernità.
Il trentesimo anno
di Ingeborg Bachmann
editore: Adelphi
pagine: 196
Giunto al suo trentesimo anno, il protagonista del racconto che dà il titolo a questo libro avverte che sta entrando in una zona della vita dove i nomi si scollano dalle cose, le cose vagano sospese, la spinta a muoversi si arresta per un lungo momento. Qualcosa di simile è sottinteso nella nascita di questo libro: dopo aver sbalordito con la precoce perfezione e felicità delle sue liriche, Ingeborg Bachmann sembrò ritrarsi, dopo i trent'anni, in un suo nuovo regno della prosa, che qui si manifesta per la prima volta (1961). Ed è un mondo doloroso, ambiguo, investito da onde di delirio. Ma soprattutto è un mondo dove nulla viene lasciato nella cornice dei suoi significati prestabiliti. Qui sui fatti, sulle minuzie di un processo o su un grandioso sentimento, si posa uno sguardo ardente e lucido, come se tutto ciò che esiste venisse messo alla prova di un'altra possibilità, forse quella a cui Musil alludeva chiamandola "l'altro stato". Letti oggi, questi racconti rivelano con nettezza certi caratteri che sfuggivano ai primi lettori ammirati. Innanzitutto l'agilità e trasparenza della lingua, che rimanda a "una sorta di dolcezza austriaca", quel clima in cui la Bachmann stessa riconosceva la sua unica affinità con Rilke. Poi la sicurezza nello sfuggire alle innumerevoli stoltezze che donne e uomini si raccontano sui loro rapporti. Infine la capacità di lasciar trasparire, dietro ogni vicenda, l'ombra di una "partenza verso l'assoluto".
Malina
di Ingeborg Bachmann
editore: Adelphi
pagine: 294
"Malina" è la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio
Tre sentieri per il lago
di Ingeborg Bachmann
editore: Adelphi
pagine: 237
"I racconti di Tre sentieri per il lago... sono una delle grandi raccolte narrative del nostro secolo. Senza saperlo e volerlo, la Bachmann si allontanò un poco da se stessa: cancellò o sfumò l'ossessione in cui aveva vissuto; e l'ultimo racconto, che dà il titolo alla raccolta italiana, è in qualche modo una riconciliazione con la figura paterna e con l'Austria materna, sebbene l'incontro e l'addio siano così dolorosi" (Pietro Citati).
Invocazione all'Orsa maggiore. Testo originale a fronte
di Ingeborg Bachmann
editore: Se
pagine: 240
Troviamo le parole. Lettere 1948-1973
editore: Nottetempo
pagine: 336
Nella Vienna del dopoguerra si incontrano due fra le più grandi figure letterarie del Novecento, Paul Celan e Ingeborg Bachman