Libri di John Fante
Dago red
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 206
«Dago Red», la raccolta di racconti pubblicata appena dopo «Chiedi alla polvere», corona il momento magico della carriera del
Lettere 1932-1981
di John Fante
editore: Fazi
pagine: 504
Il libro percorre l'intera esistenza del grande scrittore italo-americano: dai primi anni Trenta, quando Fante, poco più che ventenne, appena arrivato in California con il sogno di diventare scrittore si dibatte giornalmente tra difficoltà economiche e primi tentativi letterari, fino alla stagione di lavoro come sceneggiatore a Hollywood, agli anni più oscuri tra fine Sessanta e Settanta, all'amicizia con Charles Bukowski e all'ultimo periodo di vita, ormai cieco e senza gambe. Arricchita da molte immagini inedite dello scrittore e della sua famiglia, questa raccolta di lettere non è solo un documento letterario e umano intorno all'America del Novecento, ma anche una lettura straordinariamente piacevole.
La confraternita dell'uva
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 263
Pubblicato per la prima volta nel 1977, il romanzo ha per protagonista la figura granitica, ingombrante, di un padre, il vecchio tirannico e orgoglioso primo scalpellino d'America, almeno questo crede di essere. Un immigrato di prima generazione, Nick Molise, nel quale, come nel gruppo di suoi compaesani, Fante racchiude il ritratto più nitido della prima generazione italoamericana. Un mondo di uomini di testarda virilità, guardati con inorridita inquietudine dagli americani persuasi che gli italiani fossero creature di sangue africano, che tutti girassero con il coltello e che la nazione fosse ormai preda della mafia.
Dago red. Racconti
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 258
Com'è tradizione nella storia della migliore prosa moderna americana, il Fante delle short stories non ha nulla da invidiare all'autore dei grandi romanzi, e si dimostra, fin dall'inizio degli anni Trenta, in grado di utilizzare questo genere narrativo con virtuosismo stilistico e una sempre nuova capacità di divertire e commuovere. In racconti come il "Muratore nella neve", Fante raggiunge alcuni dei suoi vertici espressivi e fantastici, e lo stesso può dirsi di tanti testi scritti e pubblicati dopo "Dago Red", anche se lo scrittore, eternamente insoddisfatto della sua opera, non pensò mai a raccoglierli in un nuovo volume.
A ovest di Roma
di John Fante
editore: Fazi
pagine: 206
Quattro figli dediti all'erba e alla musica di Frank Zappa, una moglie stanca e annoiata, una gloriosa casa a forma di ipsilon
A ovest di Roma
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 230
Cinico impietoso grottesco struggente autoritratto di un John Fante alle soglie della maturità. Quattro figli scansafatiche dediti alla marjuana e alla musica di Frank Zappa, una moglie annoiata, una gloriosa casa a forma di ipsilon sulla costa dell'oceano: la vita di Henry Molise, scrittore cinquantenne in crisi di ispirazione sembra destinata a una quotidianità prevedibile fatta di litigi e rappacificazioni domestiche, quando una sorpresa, un vero dono dal cielo, si unisce alla sgangherata famiglia: un gigantesco cane testardo, ottuso e frocio, il cui nome è un'iscrizione sepolcrale: STUPIDO. Con lui il tran tran di Molise scivola verso una allegra tenerissima catastrofe.
Full of life
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 196
"È la storia di un uomo e di sua moglie, di come diventano genitori di un bellissimo bambino": questa - per usare le parole di Fante in una lettera alla madre - l'idea portante di "Full of life". Ma, come in tutti i romanzi del grande narratore americano, è molto difficile riassumere le invenzioni, l'ironia, le meraviglie della sua scrittura: si può solo goderne il divertimento e la forza che la ispirano. Pubblicato nel 1952 e qualche anno dopo adattato per il cinema (con tanto di nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura), è il libro più comico e autobiografico scritto da John Fante, il suo ultimo romanzo prima del lungo silenzio durato oltre venticinque anni. E dunque ecco John e sua moglie Joyce alle prese con l'arrivo del loro primo figlio, l'improvviso attacco di una schiera di voraci termiti alla loro casa di Los Angeles, il soccorso di papà Nick, il "più grande muratore della California", e ancora una serie interminabile di piccole disavventure e litigate, tra lacrime, sorrisi, crisi mistiche e formidabili bevute di vino. Introduzione di Paolo Giordano.
Il dio di mio padre
di John Fante
editore: Marcos y marcos
pagine: 134
Può celebrare gioie e misfatti del proprio impossibile padre
Aspetta primavera, Bandini
di John Fante
editore: Einaudi
pagine: 271
Arturo ha quattordici anni, abita in America, in uno sperduto paesino sulle montagne, possiede una slitta. Per il resto avrebbe preferito chiamarsi John, e di cognome, invece che Bandini, Jones. La madre e il padre sono italiani immigrati, ma lui avrebbe preferito essere americano. Poi c'è nonna Toscana, che considera il genero Svevo, padre di Arturo, un fallito, e la figlia Maria una povera pazza perché l'ha sposato. Una famiglia non solo povera: proprio fatta di povertà. Con questo volume prosegue, dopo "Chiedi alla polvere", "La confraternita dell'uva" e "Sogni di Bunker Hill", la ripubblicazione einaudiana delle opere di John Fante.