Libri di L. Avirovic
La ragazza dal fazzoletto rosso
di Cinghiz Ajtmatov
editore: Marcos y marcos
pagine: 160
Sulle impervie strade tra Kirghisia e Cina, Iljas - instancabile conducente di camion - incontra la tenacissima Asselj
Belladonna
di Dasa Drndic
editore: La nave di teseo
pagine: 416
Quando l'università decide di fare a meno di Andreas Ban, uno psicologo che non esercita più e uno scrittore che non scrive pi
Le Marlboro di Sarajevo
di Miljenko Jergovi?
editore: Bottega errante edizioni
pagine: 192
Il libro è stato scritto mentre la guerra devastava quella bellissima e composita città che è Sarajevo
Leica format
di Dasa Drndic
editore: La nave di Teseo
pagine: 419
In un continuo sovrapporsi di istantanee, Leica format ci conduce nei mondi percorsi dai suoi protagonisti, a volte destinati
Doni modesti
di Ugljesa Sajtinac
editore: Atmosphere libri
pagine: 112
Si tratta di un romanzo epistolare in cui due fratelli si scambiano le email sulle loro esistenze apparentemente normali, ma essenzialmente insolite ed emozionanti: uno è in Serbia mentre l'altro è negli Stati Uniti. Attraverso una forma di cronaca familiare, il romanzo intreccia numerosi racconti sulle esperienze personali dei singoli personaggi, aumentando nel contempo una serie di domande impegnative sul mondo in cui viviamo. Insistendo sull'importanza fondamentale della famiglia come fonte e il risultato, come scopo elementare dell'uomo, l'autore spinge a fondo tutti gli altri motivi e problemi, e riconcilia tutti gli opposti: dal divario generazionale di contrasti tra il centro fervente, pieni di eventi e la provincia sonnolenta; tra il codice culturale orientale e i costumi occidentali, tra le differenze ideologiche e i cambiamenti storici.
Trieste
di Dasa Drndic
editore: Bompiani
pagine: 450
Haya Tedeschi è a Gorizia, sola e circondata da una cesta di fotografie e ritagli di giornali
Iter marulianum. Od Splita do Venecije tragovima Marka Marulica-Da Spalato a Venezia sulle tracce di Marko Marulic
di Luin Bratislav
editore: Viella
pagine: 166
Un viaggio sulle tracce dello spalatino Marko Marulic (1450-1524), umanista cristiano di fama mondiale, considerato in Croazia padre della letteratura nazionale. Edizione bilingue croato/italiano
Una tomba per Boris Davidovic. Sette capitoli di una stessa storia
di Danilo Kis
editore: Adelphi
pagine: 174
Il volto di Boris Davidovic e quello butterato del suo carnefice, intento a estorcergli l'ennesima "falsa confessione", si specchiano nel buio di una cella densa di fumo, "ansanti e spossati": in un fronteggiarsi di convinzioni ugualmente "imparziali, inviolabili e sacre", il primo cerca di conservare la dignità nella caduta e nella morte, l'altro di preservare la severità impersonale e astratta della "giustizia" stalinista. Ma questo scontro è solo il più cupo fra le sette variazioni su un unico tema, quello della sopraffazione e della persecuzione costitutive non solo del "socialismo reale", ma della Storia in assoluto.
La nostra vita
editore: Excelsior 1881
pagine: 260
"La nostra vita" è un grande affresco del "casato" Pasternak, e al tempo stesso un vero e proprio ritratto delle città in cui vissero, in particolare di Mosca. Nel volume, a cura di Ljiljana Avirovic, sono riuniti alcuni scritti dei due figli di Boris Pasternak, Aleksandr (tratti da "Le vicinanze lontane") ed Evgenij (da "Materiali per una biografia"), più due opere del padre, "Storia di una controttava" e "L'infanzia di Zena Ljuvers". Il filo rosso che si snoda in tutto il libro è la musica: il "dolce peso" che il padre Boris conobbe fin da bambino gli serve per estrarre dall'anima quello che la parola non può. In gioventù infatti Boris Pasternak si dedicò intensamente agli studi musicali; più tardi li abbandonò ma la musica continuò ad essere sottesa nella struttura della sua opera, al punto da essere utilizzata nelle poesie in sostituzione dei versi quando il poeta avvertiva l'inadeguatezza della parola. "Storia di una controttava" intorno al 1913, nello stesso periodo de "Il gemello nelle nuvole", è la prima raccolta di liriche presenta un ampio spettro della vena creativa pasternakiana. Alla base del racconto ci sono i ricordi dei viaggi del 1906 e del 1912 in Germania, patria del grande Romanticismo, che a Pasternak fu sempre idealmente vicino. Infine, "L'infanzia di Zena Ljuvers" rappresenta il prototipo della prosa poetica pasternakiana, di delicato e fragile spessore: la volontà di sfiorare con la parola ciò che è in sé indicibile.
Freelander
di Miljenko Jergovic
editore: Zandonai
pagine: 192
Quando tutto nella vita è andato storto, come al professor Karlo Adum, vedovo e pensionato, il quale ormai fa affidamento solo su una buona e vecchia Volvo che in trent'anni non lo ha mai piantato in asso, è forse giunto il tempo di mettersi in viaggio, e di portare con sé una pistola. Al volante della sua fedele amica, il professore percorre i chilometri che separano Zagabria da Sarajevo, la città natale da cui manca da quasi mezzo secolo. Davanti ai suoi occhi sfilano rovine, campi minati, ciminiere arrugginite e i bizzarri abitanti di una terra che non gli appartiene più. In questo pungente e disincantato romanzo on the road dominano, esplosivi, gli slanci, gli sdegni, le ossessioni e lo spirito ilare di un autore come Jergovic, che quando scrive mette in gioco l'intera esistenza.
Via Pola
di Dragan Velikic
editore: Zandonai
pagine: 157
"La città delle ombre apre il suo cuore pietroso." Siamo a Pola, crocevia di popoli e culture differenti, la "Siberia marittima", come ebbe a definirla James Joyce, che la elesse a momentaneo quanto sofferto esilio e che appare tra i protagonisti di questo. In un vorticare di personaggi illustri e sconosciuti, reali e immaginari, costruttori folli e scrittori visionari, prostitute e psicopatici, si staglia, nella sua allucinata nitidezza, la figura di Bruno Gasparini, neuropsichiatra e memoria storica della città. Le confessioni dei suoi pazienti lo trascinano via via in un abisso di sogni malati, fino a farlo sprofondare nel gorgo di un'ossessione necrofila. A imprigionarlo come in una ragnatela è il fascino cupo di una Pola - scrive Claudio Magris nella sua Prefazione - "essenzialmente balcanica, lontanissima da quella della letteratura istriana italiana, in cui l'Adriatico è un soffio di gentilezza veneta".