Libri di Leonardo Sciascia
L'illuminismo mio e tuo. Carteggio 1953-1985
editore: Mondadori
pagine: 324
Il 19 maggio 1953 Leonardo Sciascia scrive a Italo Calvino, funzionario dell'Einaudi, chiedendo un libro da recensire
L'onorevole-Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A. D. -I mafiosi
di Leonardo Sciascia
editore: Adelphi
pagine: 244
"L'onorevole", quasi un morality play, percorre in tre atti folgoranti, sanciti da una chiusa beffarda dove Pirandello sembra incontrare Brecht, la vicenda di un modesto professore di liceo benedetto (e moralmente dannato) da una repentina elezione al Parlamento e poi da una lunga carriera politica fatta di meschinità e menzogne, intrighi e compromessi, cedimenti e tradimenti pubblici e privati. "L'onorevole" (1965) e la "Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A. D." (1969) sono testi originali scritti appositamente per il teatro. Solo in apparenza diverso il caso dei "Mafiosi" (1965), radicale rifacimento della commedia dialettale di Giuseppe Rizzotto e Gaspare Mosca "I mafiusi di la Vicaria" (1862), apologia della mafia stravolta consapevolmente.
L'affaire Moro
di Leonardo Sciascia
editore: Adelphi
pagine: 196
Il libro di Sciascia è stato scritto "a caldo" nel 1978. Mentre, in una gara di codardia, i politici italiani, nonché i giornalisti, si affannavano a dichiarare che le lettere di Moro dalla prigionia erano opera di un pazzo o comunque prive di valore perché risultanti da una costrizione, Sciascia si azzardò a "leggerle". Riuscì in tal modo a ricostruire una intelaiatura di pensieri, di correlazioni, di fatti che sono, fino a oggi, ciò che più ci ha permesso di avvicinarci a capire, un episodio orribile della nostra storia. Presentando il libro nella edizione del 1983, Sciascia scriveva: "questo libro potrebbe anche esser letto come opera letteraria". Ma l'autore (membro della Commissione parlamentare d'inchiesta) lo ha vissuto come "opera di verità".
Il mare colore del vino
di Leonardo Sciascia
editore: Adelphi
pagine: 148
È un libro di racconti scritti fra il 1959 e il 1972. Così Sciascia stesso: "... mi pare di avere messo assieme una specie di sommario della mia attività fino ad ora e da cui vien fuori... che in questi anni ho continuato per la mia strada, senza guardare né a destra né a sinistra (e cioè guardando a destra e a sinistra), senza incertezze, senza dubbi, senza crisi (e cioè con molte incertezze, con molti dubbi, con profonde crisi); e che tra il primo e l'ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarità". Una circolarità che non ha per nulla intaccato, e anzi esalta, la felicità e l'efficacia delle storie qui riunite come in un breve compendio delle molte voci narrative di Sciascia.