Libri di Manganelli Giorgio
I borborigmi di un'anima. Lettere a Luciano Anceschi
di Giorgio Manganelli
editore: Castelvecchi
pagine: 76
Il Manganelli amico affettuosissimo, a volte goliardico, ma sempre onesto e sincero - proprio lui che aveva sempre sostenuto c
Concupiscenza libraria
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 454
Lettore accanito e onnivoro, Manganelli comincia assai presto a scrivere di libri, nel 1946, e nel giro di qualche anno la rec
Esiste Ascoli Piceno? Con 10 cartoline di Tullio Pericoli
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 43
Quando, nei primi anni Ottanta, una rivista di Ascoli Piceno gli chiede un breve contributo, Manganelli risponde con uno stupe
Quarte di nobiltà
di Giorgio Manganelli
editore: Aragno
pagine: 80
Davanti alla "quarta", occorre fermarsi e provare a fare chiarezza
Viaggio in Africa
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 71
A Manganelli, che nel 1970 la attraversa dalla Tanzania all'Egitto portandosi appresso l'immagine illusoria e il cliché cinema
Discorso dell'ombra e dello stemma
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 192
Se c'è un libro dove Manganelli ha mostrato, nella forma più radicale ed estrema, che cosa intendeva per letteratura, è questo
Una profonda invidia per la musica. Invenzioni a due voci con Paolo Terni
editore: L'orma
pagine: 160
Nell'ambito di un ciclo dal titolo "La musica e i dischi di
Estrosità rigorose di un consulente editoriale
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 332
Nel 1967 Manganelli dirige la serie italiana di una collana Einaudi. A preoccuparlo è la veste grafica, che con il suo opaco grigio rende i volumetti simili ad "antichi, nobili epitaffi": "E si veda il bell'egualitarismo del procedimento, che pareggia miopi, presbiti, ipermetropi, daltonici ed astigmatici in una comune, edificante inettitudine a leggervi alcunché" commenta. Basterà questo passaggio di una comunicazione "di servizio" per far capire che tipo di consulente editoriale sia stato Manganelli: eccentrico e brillante, sempre pronto a sfoderare uno humour di volta in volta giocoso, paradossale, corrosivo. Ma non ci si inganni: Manganelli è stato un editor (e traduttore) tutt'altro che sedizioso: disciplinatissimo, piuttosto, duttile e minuzioso. Un editor capace di progettare collane e costruire libri, suggerire titoli, periziare traduzioni con estroso rigore: "... qualche volta la traduttrice tende a dar più colore di quanto non competa a questa gelida carne..." scrive di una Ivy Compton-Burnett che gli era stata sottoposta. Ma capace soprattutto di stendere pareri di lettura e risvolti dove astratto furore dello stile, schietta idiosincrasia e verve beffarda celano una micidiale precisione di giudizio: "La sua pagina sa di virtuosa varichina, i suoi periodi vanno in giro con le calze ciondoloni..." (qui la vittima è Doris Lessing). Una precisione, tuttavia, che nel rifiuto sempre si premura di spogliarsi di ogni drasticità: "Il mio parere è negativo, ma senza ira".
Centuria. Cento piccoli romanzi fiume
di Giorgio Manganelli
editore: Adelphi
pagine: 316
Apparso per la prima volta nel 1979, "Centuria" viene ripresentato in un'edizione che affianca agli originali "cento piccoli romanzi fiume" non solo trentuno "altre centurie", ma anche sette racconti scartati da Manganelli nel corso dell' elaborazione dell'opera. Arricchisce il volume il saggio che Italo Calvino scrisse nel 1985 per presentare al pubblico francese la traduzione di "Centuria".
Antologia privata
di Manganelli Giorgio
editore: Quodlibet
pagine: 271
Giorgio Manganelli ha raccolto in questo libro (già pubblicato nel 1989) gli scritti più gustosi, cavati da vari suoi libri pr
Lettere senza risposta
editore: Nottetempo
pagine: 143
In questo libro sono raccolti due gruppi di lettere senza risposta, che dialogano da lontano in modo obliquo e inatteso: le lettere d'amore inedite indirizzate da Giorgio Manganelli a Viola Papetti; e quelle che Maria Corti, la grande italianista, chiese a Viola Papetti dopo la morte dello scrittore per raccontarle Manganelli: un Manganelli privato, se così si può definire un essere tanto ostico e irriducibile, riottoso e originale. Ne nasce una serie di istantanee, colte da una testimone non sempre imparziale, di uno degli uomini più insoliti e geniali della nostra letteratura.