Libri di Marco Franzoso
Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia
editore: Rizzoli
pagine: 168
Giulia è la figlia ideale
La lezione
di Marco Franzoso
editore: Mondadori
pagine: 396
Quanti compromessi si accettano per non deludere le aspettative degli altri, per essere una bambina diligente, poi un'adolesce
Il grande libro della scrittura. Manuale pratico, avventuroso e filosofico per scrivere qualsiasi storia
di Marco Franzoso
editore: Il Saggiatore
pagine: 576
«Perché alcune storie di fantasia, ambientate in luoghi e tempi lontani dai nostri, vissute da personaggi a noi estranei - olt
Le parole lo sanno
di Marco Franzoso
editore: Mondadori
pagine: 176
Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l'inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e d
L'innocente
di Marco Franzoso
editore: Mondadori
pagine: 154
Alle volte non è facile stabilire il confine tra colpa e innocenza
Mi piace camminare sui tetti
di Marco Franzoso
editore: Rizzoli
pagine: 348
Su una spiaggia alla foce del Tagliamento, una famiglia come tante trascorre l'estate tra grigliate sotto le stelle, caccia ai granchi in riva, gelati e aranciata fresca. Gianni, il padre, va e viene dalla città; Anna, la madre, passa il tempo sotto l'ombrellone, fa le parole crociate cullata dalla musica degli Abba mentre i figli giocano sul bagnasciuga. È allora che tutto cambia: un attimo, una distrazione, e la vita non sarà più la stessa. Era il 1980. Per Bruno ed Emma quello è stato l'"anno brutale", l'anno in cui loro, i figli, si sono ritrovati a raccogliere i cocci di una famiglia distrutta e riempire i vuoti sostenendosi a vicenda, mentre i genitori e il mondo intero andavano alla deriva. Adesso sono grandi, Emma è diventata mamma, Bruno si occupa di impianti fotovoltaici e cammina sui tetti scrutando le finestre dei palazzi di fronte cercando di immaginare la vita delle altre famiglie, quelle felici. Da lassù il passato sembra lontanissimo, ma basta una telefonata per farlo tornare: dopo trent'anni di assenza, il padre in fin di vita vuole farsi perdonare e chiede un'ultima cena intorno al tavolo, "come una famiglia vera". Con una voce attenta e sensibile, Marco Franzoso racconta attraverso una storia di legami profondi e illusioni infrante un'Italia che cambia all'improvviso. E dove l'unico modo per resistere è stringersi l'un l'altro, nonostante tutto. Per trovare le vie possibili di una riconciliazione tardiva.
Il bambino indaco
di Marco Franzoso
editore: Einaudi
pagine: 132
Forse non è cosi vero che l'istinto materno non sbaglia mai. Carlo e Isabel stanno per avere un bambino. Un figlio voluto, desiderato, concepito per amore. Eppure, a poco a poco, Carlo osserva sua moglie sprofondare in una tristezza senza fondo e senza ragione, in lotta contro i propri demoni nell'accanito inseguimento di una purezza assoluta. Che svuota, logora, annienta. Anche il loro bambino. E sotto lo sguardo sgomento di Carlo, si compie la dissoluzione fisica della famiglia, alla quale, però, non vuole far seguito la dissoluzione della passione. Una storia di amore estremo e di estrema sofferenza, uno sguardo maschile che si inoltra con delicatezza e coraggio in quell'incredibile uragano emotivo che travolge una donna in procinto di diventare madre.
Il bambino indaco
di Marco Franzoso
editore: Einaudi
pagine: 132
"Ho attraversato questa storia sotto tensione fino all'ultima pagina. Poi non ho smesso di tornarci col pensiero. Ho pensato che ci sono due vie per attraversare la vita. E non è possibile sceglierle, perché le decide il destino. La prima, la più diffusa, è quella delle esperienze universali che bussano alla nostra porta. Arriva la nascita, arriva l'amore, arriva la morte. Da uno vanno vestite di blu, da un altro di rosso. Le esperienze fondamentali sono le stesse per tutti, anche se succedono in mille maniere diverse. A qualcuno invece è dato in sorte tutt'altro. Ci sono persone a cui l'universale si presenta completamente stravolto, irriconoscibile. Forse non è più l'universale, ma un'altra cosa ancora, incomprensibile, inaudita, che non ha nemmeno nome. Il male si installa dove ci dovrebbe essere la tenerezza, la sicurezza più fiduciosa. L'orrore sboccia nel più inaspettato dei luoghi. "Il bambino indaco" si inoltra in quel luogo impossibile, dove le cose primarie crollano, la vita si sfonda precipitando, e la più pacifica delle condizioni, l'amore per il proprio figlio, va conquistata con la più astuta e feroce delle guerre." (Tiziano Scarpa)