Libri di Marco Pozza

Chi dorme non piglia Cristo

di Marco Pozza

editore: Rizzoli

pagine: 272

L'Evangelo ha "parole d'una violenza inaudita: il loro attrito è febbrile, la loro sintesi più breve è pur sempre un invito pe
16,00

L'invidia di Satàn. Le quattro stagioni di Maria

di Marco Pozza

editore: San Paolo Edizioni

pagine: 208

Adesso è facile, «basta il suo nome, Maria, perché gli uomini esagerino, non capiscano più nulla
16,00

I gabbiani e la rondine. La Via Lucis di papa Francesco

di Marco Pozza

editore: Rizzoli

pagine: 176

La sofferenza, la rinascita, la bellezza nella Via Crucis che ha commosso il mondo
10,00

Ciò che vuoto non è

di Marco Pozza

editore: San Paolo Edizioni

pagine: 224

Il vuoto: «Mesi di vuoto dappertutto: dentro, fuori, in basso, qualcuno temeva pure lassù
16,00

Il balzo maldestro

di Marco Pozza

editore: San Paolo Edizioni

pagine: 208

Quella cristiana è la storia del riscatto da un sequestro: Satana sequestra l'uomo, Dio paga di persona per liberarlo
16,00

Dei vizi e delle virtù

editore: Rizzoli

pagine: 228

A Padova, nella Cappella degli Scrovegni, uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale, Giotto racconta il percorso della
16,00

Io credo, noi crediamo. Una riflessione inedita sulle radici della nostra fede

editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

pagine: 208

"Alle volte pensiamo che custodire la Tradizione significhi costruire un museo, un museo delle cose; e la Chiesa diventa un mu
12,00

L'iradiddìo

di Marco Pozza

editore: San Paolo Edizioni

pagine: 192

"L'iradiddìo" è un viaggio attraverso le quattro stagioni della natura, abbinate alle quattro stagioni della vita di Cristo: l
12,00

Io credo, noi crediamo. Una riflessione inedita sulle radici della nostra fede

editore: Rizzoli

pagine: 208

"Alle volte pensiamo che custodire la Tradizione significhi costruire un museo, un museo delle cose; e la Chiesa diventa un mu
16,00

Il pomeriggio della luna

di Marco Pozza

editore: Aracne

pagine: 376

Per arrivare in orario certe volte è necessario salire sul treno successivo. La differenza non sarà questione di tempo ma d'aver colto il bersaglio: gustarsi la luna di pomeriggio. Lui, negli anni del liceo, assomiglia al sole: al suo passaggio si alza un'iradiddio di oche. Lei, in virtù della teoria-della-serratura, agli occhi di lui è poco più che una fesseria: di pomeriggio si esce a contemplare il sole, non si perde tempo a guardare la luna. Che ognuno vada per la sua strada: "Tieniti le gatte morte. Alle leonesse ci pensano i leoni". All'indomani della maturità, incontrandosi in treno, ammetteranno a se stessi che una risposta giusta, data nel momento sbagliato, è una risposta sbagliata: loro due erano quelli giusti nel momento sbagliato. L'amore era altro: "Trovarsi senza cercarsi". È il sole che abbraccia la luna: l'eclissi. Ne "Il pomeriggio della luna" per fare ordine è prima necessario fare disordine. Perché l'eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare: "Luna di pomeriggio è la più bella frase mai scritta in italiano".
12,00

Quando pregate dite Padre nostro

editore: Rizzoli

pagine: 144

"Ci vuole coraggio per pregare il Padre nostro
12,00

L'imbarazzo di Dio

di Marco Pozza

editore: San Paolo Edizioni

pagine: 176

Una rilettura meditata e piena di passione dei vangeli, dell'inesauribile sorpresa che racchiudono, dell'imbarazzo che suscita il Dio che in essi sceglie gli ultimi per farne destinatari dell'amore più grande. Un sussurro d'anima che si legge con il pudore di una confidenza e lo stupore di una poesia di vita e di speranza. Sfavillano d'una luce tumultuosa e selvaggia: nel mattino scarmigliato di Nazaret e in quello arruffato di Cafarnao, come nel meriggio riluttante del Golgota e in quello lento di Emmaus. Su trame tormentate, una ciurma d'umani dispiega un'avventura profondamente e disperatamente seria, quella dell'essere braccati dal Cielo: sorpresi dalla Grazia, sorprenderanno la disgrazia. Tra vigne dorate, confusione di popoli e palme di dattero, un anticipo d'Eterno su trame d'imbarazzo. Il Cielo li sorprese acquartierati sulla soglia del loro daffare quotidiano: pescatori, fonditori, tessitori e portatori d'acqua. Coloro che in essi s'imbatterono dopo quell'incontro li annusarono col rossore sulle gote e la fretta come mantello: imbarazzati e imbarazzanti. Tutto cominciò a Nazaret, un pugno di capanne fatte con l'argilla secca: "Lo chiamerai Imbarazzo". Un giorno si fece carne e scompigliò la storia. Imbarazzandola nel colorato bailamme di periferia.
10,00