Libri di Maria Nadotti
Necrologhi. Pamphlet sull'arte di consumare
di Maria Nadotti
editore: Il saggiatore
pagine: 196
Ci fissano seducenti e annoiati dalle pagine di un rotocalco, si affacciano spettrali tra le pagine di cronaca e la politica estera, giganteggiano sui muri sventrati dei palazzi in ristrutturazione. Sono attraenti e surreali, inerti e violenti, cartacei e carnali. Sono i corpi delle pubblicità, presenze ubiquitarie martellanti, a volte inavvertibili e per questo pericolose, più spesso ossessive. In un paese in cui anche i biscotti a gli strofinacci da cucina vivono rapporti simbiotici con corpi nudi a seminudi, Maria Nadotti propone una galleria di immagini raccolte in anni di ricerche, le accosta, le osserva, le giustappone, le commenta. Accetta il ruolo morale della critica ma rifiuta ogni moralismo, respinge il politically correct, indica senza additare. Affida a una scrittura vivace e febbrile, comica e militante il ruolo del controcanto. Ricava l'affresco ironico e battagliero di un paese in tempo di crisi e guerra, percorso da pulsioni inconfessabili e sempre disposto a indignarsi e autoassolversi, pronto a relegare le donne nel ruolo di vittime sacrificali o in quello di dominatrici, ora dark lady e ora bambine. "Necrologhi" si nutre di questi corpi, vaga curioso in un paesaggio dove Eros e Tanathos si avviluppano senza sosta, in cui modelle dai tacchi a spillo si aggirano tra le macerie di un bombardamento e maschi efebici giacciono distesi, un po' odalische e un po' passioni di Cristo. Perché le pubblicità sono porose, assorbono ogni cosa, la filtrano per poi espellerla...
Prove d'ascolto. Incontri con artisti e saggisti del nostro tempo
di Maria Nadotti
editore: Edizioni dell'Asino
pagine: 344
Nel 1980 Maria Nadotti, giornalista, saggista e traduttrice, si trasferì a New York da dove ha dato vita, per circa un trentennio, a una vivace corrispondenza culturale su riviste e giornali, rivelando con grande anticipo i segni di quello che la società americana stava incubando. Questo volume raccoglie alcune tra le migliori e più belle conversazioni/intervista realizzate in quella città-crocevia con artisti, scrittori, uomini e donne di teatro e di cinema ancora oggi utili a orientarsi in un mondo in cui la cultura si è trasformata in merce culturale, la dialettica in conflitto e la guerra in business umanitario. Quindici incontri tra i quali: gli scrittori Toni Morrison, Cynthia Ozick, Kurt Vonnegut, Ed McBain, Don DeLillo, lo psicanalista James Hillman, la scultrice Louise Bourgeois, l'attore Wallace Shawn, i registi Maggie Greenwald, Arthur Penn, gli intellettuali Edward Said, Bill Buford, Ruth Ozeki, la poetessa Anne Michaels e il critico John Berger.
La speranza, nel frattempo. Una conversazione tra Arundhat Roy, John Berger e Maria Nadotti
editore: Casagrande
pagine: 50
È freddo il 15 settembre 2009 a Torino e il buio è sceso presto