Libri di Mario Bonanno
Il nemico non è. I cantautori, la guerra e il conflitto sociale
di Mario Bonanno
editore: Paginauno
pagine: 148
Durante il lungo Sessantotto l'onda della protesta irrora la canzone di poetiche di caratura dirompente: le parole diventano c
33 giri. Guida ai cantautori italiani. Gli anni Ottanta
di Mario Bonanno
editore: Paginauno
pagine: 182
Gli Ottanta sono riconosciuti come gli anni del Riflusso, della grande fuga dall'impegno di massa e dall'ideologia
Francesco De Gregori. Il sovversivo della forma da «Alice» a «Bufalo Bill»
di Mario Bonanno
editore: Stampa alternativa
pagine: 94
"Il sovversivo della forma" non è un libro su Francesco De Gregori
Ho sognato di vivere. Variazioni sul tema del tempo in Roberto Vecchioni
di Mario Bonanno
editore: Stampa alternativa
pagine: 96
"Tempo" in Vecchioni è un topos trasversale
La musica è finita. Quello che resta della canzone d'autore
di Mario Bonanno
editore: Stampa alternativa
pagine: 237
Questo libro è allora una specie di rewind. Un nastro che si srotola a ritroso nel tempo e nello spazio, nel senso che fa il punto su trent'anni di storie, tracce, temi, incroci personali con la canzone d'autore italiana. Spero non suoni come passatista, e nemmeno come un libro pretenzioso: per libere associazioni e altrettanto libere divagazioni ho provato a raccontare in questo modo un po' del nostro tempo migliore. Il tempo in cui le parole dentro ai dischi contavano, suonavano, cantavano a dovere. Ed erano fosforo e sale della terra. Frame sparpagliati di teorie e prassi della canzone d'autore che c'era una volta e che oggi non c'è più.
Io se fossi Dio
L'apocalisse secondo Gaber
di Bonanno Mario
editore: Nuovi Equilibri
pagine: 118
Io se fossi Dio è un disco fantasma, pubblicato all'alba degli Ottanta e mai più ristampato nella sua forma originale
Rosso è il colore dell'amore. Intorno alle canzoni di Pierangelo Bertoli
di Mario Bonanno
editore: Stampa alternativa
pagine: 110
Questo libro non è una biografia, e nemmeno l'apologia di un uomo - prima ancora che artista - esemplare; è il racconto per frammenti (recensioni, testimonianze, interviste) dei suoi pensieri. Uscito di scena quasi in silenzio ormai dieci anni fa: con dignità estrema, così come aveva vissuto. Invece di sfruttare il facile pietismo, puntare al cuore e alla lacrima in punta di ciglio, strizzare l'occhio a chierici e perpetue con l'ansia di samaritanesimo (poverino, però che bella voce). Un marxista che non ha mai abiurato. Nemmeno quando conveniva farlo. Un cantautore in trincea. Un cantautore politico. Ma Pierangelo Bertoli è stato anche un musicista autentico. Amava il blues. Veniva dal blues. Credeva che il contenuto di una canzone non dovesse passare per forza dalle ballate in minore. Una sorta di dovere nei confronti di chi ascolta. Per cui spazio alla bossanova, alle chitarre elettriche, alla batteria, al rock. Possibile cantare cose serie senza piangersi addosso: solidarietà di classe, emigrazione, sfruttamento, e farlo attraverso strofe e incisi che restassero appiccicati addosso. Pierangelo Bertoli passava per duro. In realtà era solo sincero. Diretto. Colloquiale. Votato al giusto e al vero, come le canzoni che scriveva e che cantava. Il DVD allegato raccoglie il meglio del suo repertorio live, filmato nel corso dell'Italia d'oro tour (1992), e una lunga intervista inedita in cui vengono ripercorsi i momenti salienti della carriera.
Mimmo Locasciulli. Sognadoro e altre storie
di Bonanno Mario
editore: Bastogi editrice italiana
pagine: 100
Che mi dici di Stefano Rosso? Fenomenologia di un cantautore rimosso
editore: Stampa alternativa
pagine: 110
"Che mi dici di Stefano Rosso?" nasce dal desiderio di colmare una "lacuna storica". Di compensare la rimozione collettiva di cui è stato fatto oggetto uno dei cantautori più originali della scena italiana anni Settanta (e a seguire). Rosso fa parte della mitologia di quegli anni. Per ciò che il suo look da tardo hippy, i suoi baffoni alla tartara, i suoi cappelli e i suoi capelli arruffati e - ovvio - le cose più famose che cantava e suonava, sanno evocare. Impegnato (come si diceva una volta), caustico e intelligente più di quanto possa apparire a prima vista. Appassionato di metafisica, tiratardi, grande stornellatore e virtuoso del fingerpicking. Frainteso prima, quindi rimosso, per eccesso di autenticità. Nel CD allegato un suo concerto al Folkstudio di Roma del 1993: l'atmosfera migliore per (ri)ascoltare i suoi pezzi più belli e famosi, come Letto 26 e Una storia disonesta.