Libri di Nove Aldo
Poemetti della sera
di Aldo Nove
editore: Einaudi
pagine: 96
Quella di Aldo Nove è ancora una volta una poesia «massimalista» che affronta i temi della vita e della morte, e della generaz
Franco Battiato
di Aldo Nove
editore: Sperling & kupfer
pagine: 246
La facoltà dello stupore: è questo il nucleo attorno al quale orbita l'intera esperienza artistica di Franco Battiato, la matr
Il professore di Viggiù
di Aldo Nove
editore: Bompiani
pagine: 192
"Lo chiamavano semplicemente il Professore
Anteprima mondiale
di Nove Aldo
editore: La nave di teseo
pagine: 190
Vent'anni dopo "Woobinda", Aldo Nove ritorna con "Anteprima mondiale"
Un bambino piangeva
di Nove Aldo
editore: Mondadori Electa
pagine: 145
C'è un filo conduttore che lega tutte le opere di Aldo Nove, una spiritualità costante e mutevole: la preghiera, a volte sussu
Addio mio Novecento
di Aldo Nove
editore: Einaudi
pagine: 114
Con questo nuovo volume di versi, Aldo Nove affronta la fine della memoria: dunque non la fine di un secolo, ma la fine del se
Milano 2015. Ediz. italiana e inglese
editore: Skira
pagine: 112
1965. Cinquant'anni fa. Un giovane fotografo di talento, Carlo Orsi, ritrae Milano. Luci e ombre, miserie e nobiltà, confronti e contraddizioni. Frammenti di città, cui Dino Buzzati accosta altri frammenti, parole come scatti di un obiettivo fotografico. Ne nasce un libro, bellissimo. E oggi praticamente introvabile. 2015. Cinquant'anni dopo. Lo stesso grande fotografo, Carlo Orsi, torna a ritrarre la sua Milano. Luci e ombre, miserie e nobiltà, confronti e contraddizioni. Come allora. Con la stessa sensibilità di allora, e l'esperienza di una vita. Nuovi frammenti di città, e le parole, come scatti di un obiettivo, sono questa volta quelle di Aldo Nove. Nasce un nuovo libro, nell'identico formato e con l'identica confezione di quello di cinquant'anni fa. Anche il nuovo libro, naturalmente, si intitola semplicemente Milano. Ed è, ancora una volta, bellissimo, come quello di allora.
Mi chiamo...
di Aldo Nove
editore: Skira
pagine: 112
Mia Martini racconta, in prima persona, la sua travagliata esistenza poche ore prima di morire. Da quel letto di uno squallido appartamento di un piccolo paese della provincia di Varese, dove cercava di fuggire dalle dicerie infamanti che la perseguitavano e da cui non si è mai più ripresa. Aldo Nove, con un linguaggio secco e poetico, ripercorre la vita di una grande e sempre più popolare artista, amata in tutto il mondo eppure odiata da uno star system che ne ha fatto un capro espiatorio. "Mi chiamo..." è, volta in narrativa, la voce di una cantante che ha voluto abbracciare il mondo intero con la sua arte e che il destino ha reso per sempre infelice, per sempre famosa, per sempre grande.
Giancarlo Bigazzi, il geniaccio della canzone italiana
di Aldo Nove
editore: Bompiani
pagine: 201
Giancarlo Bigazzi ha scritto e composto alcune delle più famose canzoni degli ultimi cinquant'anni: questo libro ripercorre attraverso parole e immagini il suo cammino musicale e umano, in un racconto che intreccia la storia dell'Italia del dopoguerra con la genesi di pezzi balzati in vetta alle classifiche ed entrati nel nostro immaginario. Un genio burbero e schivo, quello di Bigazzi, che è vissuto all'ombra del grande successo dei cantanti con cui ha collaborato come autore e talent scout, da Massimo Ranieri a Raf, passando per la Vanoni, Tozzi, Masini e molti altri.
La vita oscena
di Aldo Nove
editore: Einaudi
pagine: 111
"Ero piccolo ma già sapevo che riempirsi di cose era il modo che usiamo per sentirci il più lontano possibile dalla morte". Un bambino osserva il mondo degli adulti con la sua voce tersa e visionaria. Il padre che guida velocissimo cantando jingle di Carosello, ma da quando la moglie si è ammalata spesso ferma l'auto di colpo e "fa la faccia della morte". La madre che era una hippy e ora ha il cancro e aspetta la morte, ma a morire per primo è il marito, "come un'offesa inimmaginabile". Rimasto solo, ormai adolescente, il protagonista sprofonda nell'alcol e negli psicofarmaci finché per errore non manda a fuoco la casa. E comincia la sua iniziazione all'abisso, dove droga e irrefrenabile desiderio sessuale ricalcano il meccanismo dell'attesa e del consumo che riempie le nostre esistenze. Una specie di morte in vita da cui però - imprevista - affiora la rinascita.
A schemi di costellazioni
di Aldo Nove
editore: Einaudi
pagine: 101
Dopo la parentesi pop-arcaica di "Maria", Aldo Nove torna a forme di poesia pili modernamente franta e complessa, ma la vocazione "massimalista" del poemetto viene confermata, se non addirittura rilanciata. I fuochi centrali del libro sono la dimensione cosmica dell'esistenza e le ferite dell'individuo che vorrebbe parteciparvi, la fenomenologia del dolore umano, il ruolo dell'arte e della poesia. Nel flusso ritmico e ribollente che avvolge le cose non mancano i segni di un mondo prima del tempo e prima del senso. Ma è un mondo alieno, o meglio: noi siamo alieni ad esso, chiusi nei meccanismi delle nostre vite quotidiane, delle nascite e delle morti, impediti a percepire la memoria perduta del prima e del dopo, ancorati alla paura di una dissoluzione. In altre parole, svolgendo l'ossimoro di un altro titolo di Aldo Nove, nell'"oggi come oggi" non possono albergare galassie: perché "Non c'è pietà o presente nella fuga / centripeta di tutto". Il libro alterna forme chiuse e aperte, nel segno di un respiro pili controllato o tanto ansimante da spegnersi in frammenti di frase, in singole parole alonate di faticoso silenzio. Sono sistole e diastole di un unico pulsare, in cui pacata razionalità e delirio sembrano appartenere a una stessa natura poetica, tesa a ricucire uno strappo primordiale che è poi la nostra vera, tragica essenza.